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Sansepolcro: prosciolti l'ex comandante della municipale e gli assessori Marzi e Galli

Il caso era quello delle due multe, elevate nel 2018 dai forestali e poi cancellate

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Proscioglimento totale perché il fatto non sussiste e archiviazione del procedimento. Così il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Arezzo, dottoressa Giulia Soldini, ha stabilito sul conto dell’oramai ex comandante della polizia municipale di Sansepolcro, la dottoressa Brunella Proietti e degli assessori Riccardo Marzi (nella foto) e Luca Galli, con quest’ultimo che all’epoca ricopriva anche la carica di vicesindaco. La questione in oggetto risale infatti al 2018, quando a Palazzo delle Laudi governava l’amministrazione del sindaco Mauro Cornioli. I carabinieri forestali elevarono due sanzioni a una donna residente nella zona di San Paolo, a sud della città, perché teneva legata il proprio cane a una catena e in questo comportamento avevano ravvisato gli estremi dei maltrattamenti nei confronti dell’animale. La proprietaria del cane aveva presentato ricorso, anche perché nel frattempo aveva posto rimedio alla situazione e l’allora comandante dei vigili urbani decise di cancellare le due multe, ma su questa circostanza era intervenuta la Procura, che chiese in maniera dettagliata tutta la documentazione in proposito. Sui due assessori, Marzi e Galli, pendeva l’ipotesi (poi rivelatasi assolutamente falsa) di aver sollecitato la dottoressa Proietti nel togliere le due multe. Il Pm aveva avanzato la richiesta di archiviazione per le tre persone chiamate in causa e il giudice, dopo averla esaminata e sciolto la riserva formulata nell’udienza camerale dello scorso 7 ottobre, tenutasi a seguito del decreto di fissazione notificato a tutte le parti, ha deciso di accogliere l’opposizione degli indagati, ritenendola fondata, dal momento che il Pm si era espresso per l’archiviazione sul presupposto della sussistenza del reato, ma valutando la “tenuità del fatto”. Gli indagati hanno invece sempre sostenuto l’assoluta assenza di coinvolgimento, provata poi dai fatti, che hanno escluso qualsiasi tipo di “relazione” fra la comandante, i due membri di giunta e la persona che aveva subito le due sanzioni, per cui è vacillata la prova dell’altrui ingiusto vantaggio patrimoniale. Alla luce di queste considerazioni, è divenuta insostenibile l’accusa verso la dottoressa Proietti, così come per Marzi e Galli. “Estrema soddisfazione per la maniera nella quale si è conclusa la vicenda – ha commentato Riccardo Marzi, oggi vicesindaco biturgense – ed ero convinto che sarebbe andata a finire così, perché sono sempre stato completamente estraneo ai fatti e l’ho dichiarato con fermezza. Rimane il rammarico per una inchiesta che non aveva ragione di esistere, perlomeno nei miei confronti”. La dottoressa Brunella Proietti era difesa dall’avvocato Andrea Sandroni, mentre i legali di Riccardo Marzi e Luca Galli erano rispettivamente gli avvocati Loriano Maccari e Michele Gambuli.

La Nazione Arezzo
© Riproduzione riservata
03/12/2022 07:18:42


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