Gelo e irritazione: il Pd sprofonda nell'imbarazzo per l'insulto di De Luca a Meloni
Dai vertici del Pd si registra fastidio per l'uscita del governatore della Campania
Sono passate diverse ore dall'insulto di Vincenzo De Luca verso Giorgia Meloni ma dalla sinistra ciò che si registra è un assordante silenzio che mette in risalto un imbarazzo totale. Il fronte rosso, sempre pronto a pontificare sul rispetto delle istituzioni e delle donne, non ha ancora trovato il coraggio di metterci la faccia e prendere le distanze dalla parola "stronza" che il governatore della Regione Campania ha rivolto al presidente del Consiglio. Pubblicamente si restituisce l'immagine di un Partito democratico colto di sorpresa, spiazzato e ancora senza forze per esprimere solidarietà nei confronti del capo del governo.
In un primo momento i dem si erano schierato al fianco di De Luca, sostenendo la sua protesta nel cuore di Roma contro il progetto dell'Autonomia differenziata il cui iter procede spedito. Ma l'appoggio al governatore ha presto lasciato spazio a un sentimento di soggezione per l'uscita al veleno contro Meloni. Da quel momento tutto tace: si resta ancora in attesa di una nota stampa o di una dichiarazione di Elly Schlein, che almeno per il momento ha preferito rifugiarsi in un silenzio che stona con quei sempre puntuali appelli a moderare i toni del dibattito politico (in particolar modo perché nel bersaglio è finita una donna).
Lo sfogo durissimo di De Luca pone il Pd in una posizione di imbarazzo assai evidente. Per quale motivo regna l'immobilismo? Perché il segretario dem non è intervenuto per dissociarsi dalla sparata del governatore e per palesare vicinanza a Meloni? Domande lecite a cui si aggiunge il dettaglio rivelato da Il Mattino, secondo cui dal Nazareno descrivono Schlein assai infastidita dall'insulto. Eppure, a oggi, si attende una reazione pubblica al di là delle spifferate informali che circolano sui presunti gelo e irritazione.
"De Luca ha ragione nella sostanza ma i toni non sono assolutamente condivisibili", è la dichiarazione che il quotidiano ha attribuito a Marco Sarracino. Dunque l'unica voce è quella del responsabile nazionale Coesione territoriale, Sud e aree interne. Un uomo che ha avvertito la necessità di rimarcare come un insulto di questo tipo (soprattutto verso una donna) vada oltre il codice istituzionale, alla faccia di chi ha imboccato la strada del silenzio.
L'atteggiamento del Partito democratico è assai curioso: si affretta a invocare le quote rosa e a proporre di cambiare il nome della Camera dei deputati in "Camera delle deputate e dei deputati" per includere le colleghe donna, ma di fronte a una "stronza" verso Giorgia Meloni si preferisce non uscire allo scoperto. Dov'è finita quella grinta per le lotte di genere? Lo spirito battagliero è stato messo nel cassetto? Basterebbe prendere le distanze da De Luca ed esprimere solidarietà al presidente del Consiglio, ma i dem hanno spesso fornito esempi di moralismo e doppiopesismo.
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