Opinionisti Giorgio Ciofini

L'assessore Merelli, le pecorelle e il Viagra

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L'amici lo chiamano Al come Capone, perchè cià un capo che Ale ci atterra col suo bimotore e' è contento anche il Baroni. Comunque il Ghinelli l'ha chiamato al bis, perché sono gemelli siamesi, staccati dall'intervallo del Beppe co' le pecorelle in piazza del Praticino. A dilla tutta Ale glià dato il Bilancio, perché alla farmacia di famiglia per il Corso pole avere sottocosto il Viagra, ch'oramai è l'unica cosa che può adrizzare i bilanci dei Comuni. A dire il vero il Beppe ciaveva provato anche con la Belen, ma unn'ha funzionato perché è 'ntervenuta la su' moglie e allora il Ghinelli ha richiamato l'Alberto. Il Merelli è un giovialone ch'ha sempre voglia di zullare e sarebbe capace di far ridere anche Al Bagdadi senza fagli 'l solletico sotto l'ascelle e di tenere alto il morale di quelli ch'arivano dall'Africa nera sui barconi, pigiati come le sardine. Ma da solo piglia cinque posti e unn'è il caso. Cià due piedi come du' fette di pane da due chili del forno della Pieve cotto in bianco, una pelata che pare un tramonto sul monte Rosa e due persiane al posto dell'orecchie, che fanno ambiente. Anch'il patto di stabilità, appena l'ha visto, s'è messo a sdringolare che, in confronto, il Dringoli ne la giunta del Beppe era un monolite e s'è allentato da sé. Ale cià comprato giusto 'n paio d'autovelox per le multe a l'omini e i tributi a le belle donne, che ciaveva la coda fori da l'uscio e, da solo, un ce la faceva più. Così ha chiamato il Merelli a dargli una mano co' le Finanze, le Partecipate e i rapporti con l'Università, ch'è piena di studentesse Usa e getta. Il Merelli come tutt'i pelati, a parte quelli Cirio, cià il tolsterone a mille e, ogni tanto, scambia la cultura col cul della Belen, ma almeno ci tiene tutti allegri come le finanze oggi. Il Ghinelli e il Merelli insieme fanno anche la rima, ricordano vagamente il Beppe quando recitava Dante e sono complementari. Se uno non cià un pelo, l'altro cià la barba e il pizzo, se uno cià i problemi dell'età, l'altro cià 'l Viagra, se uno è un po' marampeco, l'altro è un figurino e se uno fa, quel'altro sfa. Insomma, con loro due, il Comune si mantiene in equilibrio come quello che, durante il Ventennio, viaggiava in biciletta su 'na corda dal palazzo del Vasari a la torre Brizzolari, che a guardallo da Piazza Grande faceva strimulire il sangue e ci fa sentire di meno anche la nostalgia dell'imprese acrobatiche di quel tempo antico.

Redazione
© Riproduzione riservata
05/07/2017 09:28:55

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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