Opinionisti Claudio Cherubini

Daniele Fattori dal Borgo Sansepolcro

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In questo spazio stavolta mi va di ricordare un "borghese" del Borgo che nel marzo 2004 decise di fare un regalo ai suoi concittadini..... Chiunque racconti della propria terra, del proprio paese, dei personaggi del luogo dà un contributo importante alla storia locale e al consolidamento delle radici culturali di un popolo. In verità a Sansepolcro, non sono molti coloro che hanno raccontato i propri anni. Ricordiamo: il libro di Arduino Brizzi, "La Piazza", che, uscito nel 1981, ci offre una testimonianza storica del ventennio fascista; la bella autobiografia di Amalia Righelli, "La casa ottagonale", pubblicata nel 1987; i ricordi di Irma Vandi raccolti in particolare nel volume intitolato "Vecchio Borgo" del 1993.

Daniele Fattori volle fare una cosa originale: raccolse in un volumetto dal titolo "Piccolo Borgo Antico" alcuni ricordi della Sansepolcro degli anni Venti del Novecento e non lo mise in vendita, bensì lo regalò ai suoi concittadini che erano interessati a quella lettura! Così chi voleva questa pubblicazione dovette contattare direttamente l'autore per averla, il quale da parte sua ha dovuto ricorrere alla stampa della seconda edizione.

"Non pretendo di avere fatto una cosa originale e completa: ci mancherebbe altro!", scrive nella premessa il Fattori, "Sono certo però di avere operato con semplicità e con tutto il mio cuore di biturgense, tenacemente attaccato alla sua dolce terra natia".

Il libro è diviso in cinque capitoli, in cui con nostalgia il Fattori rimpiange il tempo passato e mitizza una vita che, essendo fatta dagli uomini, non era tutta pace e armonia come invece l'autore vuole far emergere dal libro, dove ogni personaggio è ritratto come esempio di bontà e d'integrità morale.

Il volume inizia raccontando gli episodi accaduti in quei dieci giorni (6-16 gennaio 1927) in cui Sansepolcro si ritrovò in Umbria: "si 'n eron lesti a fe' 'n po' de fottio, al Borgo l'ivon bel che buggiareto".

Nel capitolo secondo vengono descritte sinteticamente alcune usanze come ad esempio "La Cocciata", che era un corteo rumoroso che veniva fatto, per ben tre sere, ad un vedovo che si fosse risposato oppure "Lo Stolzo" che era il modo in cui a Sansepolcro si proclamava la gloria del Cristo risorto fino a che dal 1928 la parte bigotta dei cattolici e l'ordine pubblico dei fascisti fecero cessare questa tradizione. Lo stolzo "avveniva ogni Sabato Santo, in Duomo, a mezzogiorno. Fino a quell'ora la chiesa era tenuta nel buio più fitto. Poi allo scoccare delle ore 12, quando il Vescovo intonava il Gloria e cadeva il velo che ricopriva la statua del Cristo risorto, tutto si illuminava e, contemporaneamente, i fedeli facevano rumore per esternare il loro giubilo per la resurrezione di Gesù. [...]. In prima fila erano i citti che con i campanacci suonavano a distesa e con i bastoni percuotevano le panche i confessionali". Solo dopo qualche minuto il Vescovo poteva proseguire con la celebrazione eucaristica. In questo capitolo si parla anche delle abitudini dei borghesi come quella di cantare, di passeggiare lungo la reglia dei mulini tra la Via dei Filosofi e il Ponte del Diavolo, di fare la gita a Montecasale per Ferragosto, della passione per il gioco del pallone col bracciale (niente a che vedere con il calcio) e si descrivono eventi della vita cittadina come la preparazione alla Quaresima, le Fiere, il Tiro alla Balestra.

Nel terzo capitolo il Fattori descrive personaggi che definisce "indimenticabili" e fra questi un capitolo a parte lo dedica a suoi "amici fedeli". Quest'ultimi a ragione, ma anche tutti coloro che sono citati nel libro vengono descritti per le loro doti, questa scarsa obiettività però nulla toglie al valore della testimonianza.

Nell'ultimo capitolo dal titolo "Il borgo di un tempo", fra l'altro vengono elencati gli artigiani e i commercianti che avevano la bottega lungo il corso.

Inoltre Daniele Fattori fece una proposta che dovrebbe essere sostenuta: cambiare il nome di Sansepolcro in Borgo Sansepolcro. E aggiungo io smettere di chiamare i suoi abitanti con anacronistico "biturgensi", ma tornare a chiamarli semplicemente "borghesi". "In tutta la vallata, in tutta la provincia e oltre, quando uno deve venire da noi", scrive il Fattori, "non dice –Vado a Sansepolcro–, ma dice –Vado al Borgo–"; aggiunge "Poi c'è una moltitudine di stampe e di libri in cui la nostra città è indicata come Borgo Sansepolcro" e conclude sostenendo che basterebbe il fatto che "il nostro maggior concittadino firmava i suoi celebri dipinti in questo modo: "Pietro dal Borgo".

Redazione
© Riproduzione riservata
24/07/2017 15:21:09

Claudio Cherubini

Imprenditore e storico locale dell’economia del XIX e XX secolo - Fin dal 1978 collabora con vari periodici locali. Ha tenuto diverse conferenze su temi di storia locale e lezioni all’Università dell’Età Libera di Sansepolcro. Ha pubblicato due libri: nel 2003 “Terra d’imprenditori. Appunti di storia economica della Valtiberina toscana preindustriale” e nel 2016 “Una storia in disparte. Il lavoro delle donne e la prima industrializzazione a Sansepolcro e in Valtiberina toscana (1861-1940)”. Nel 2017 ha curato la mostra e il catalogo “190 anni di Buitoni. 1827-2017” e ha organizzato un ciclo di conferenza con i più autorevoli studiosi universitari della Buitoni di cui ha curato gli atti che sono usciti nel 2021 con il titolo “Il pastificio Buitoni. Sviluppo e declino di un’industria italiana (1827-2017)”. Ha pubblicato oltre cinquanta saggi storici in opere collettive come “Arezzo e la Toscana nel Regno d’Italia (1861-1946)” nel 2011, “La Nostra Storia. Lezioni sulla Storia di Sansepolcro. Età Moderna e Contemporanea” nel 2012, “Ritratti di donne aretine” nel 2015, “190 anni di Buitoni. 1827-2017” nel 2017, “Appunti per la storia della Valcerfone. Vol. II” nel 2017 e in riviste scientifiche come «Pagine Altotiberine», quadrimestrale dell'Associazione storica dell'Alta Valle del Tevere, su «Notizie di Storia», periodico della Società Storica Aretina, su «Annali aretini», rivista della Fraternita del Laici di Arezzo, su «Rassegna Storica Toscana», organo della Società toscana per la storia del Risorgimento, su «Proposte e Ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale», rivista delle Università Politecnica delle Marche (Ancona), Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi “G. d’Annunzio” (Chieti-Pescara), Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi della Repubblica di San Marino.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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