Pd, ossia Prove di Disgregazione...

Non è certo un momento felice per il Pd a livello nazionale. In vista delle prossime Politiche, il "treno" di Renzi che gira per l'Italia non fa registrare entusiastici consensi tra le folle. Tutt'altro, come riportano le cronache. Ma anche in periferia le cose non vanno poi troppo meglio. Se c'è un luogo specchio delle difficoltà del partito a livello più alto, questo è Anghiari. In questo lembo di Toscana, terra "rossa" per decenni dove la Sinistra ha sempre governato e dove il Pd – ieri Pci, Pds, Ds – ha sempre retto il timone del comando sino allo scorso anno, la frana è aperta. E pare che si voglia, masochisticamente, renderla una voragine. La clamorosa sconfitta elettorale del 2016, causata anch'essa più da diatribe interne che dalla qualità degli avversari, non è stata ancora metabolizzata. Nel paese di Baldaccio il Pd non è coeso, ma dà piuttosto l'immagine di un insieme di "bande" rivali l'una dell'altra. Non è un segreto che esista una profonda spaccatura fra le due persone, entrambe di sesso femminile, che nella scala gerarchica del partito occupano le posizioni più alte: la segretaria Barbara Croci da una parte, la capogruppo in consiglio Lara Chiarini. Non si amano (eufemismo), non si sopportano (altro eufemismo), paiono in contrasto su tutto. Il recente comunicato stampa vergato dalla segreteria avvalora questa tesi. In esso si viene a sapere, relativamente all'organizzazione interna del partito, che Lara Chiarini non fa parte né del comitato di segreteria locale, né del direttivo. E poi, dulcis in fundo, a proposito del rapporto fra gruppo consiliare e Pd, la Chiarini sarà la referente a livello zonale, mentre referente del partito in consiglio comunale sarà un altro consigliere. Mai visto un capogruppo consiliare essere così "esiliato" dalle faccende locali di un organismo politico, a nessuna latitudine. Ma c'è anche dell'altro. Sempre nello stesso comunicato, la segreteria del Pd fa sapere che il direttivo "sarà coadiuvato dalla presenza in convocazione permanente di tutti gli ex sindaci di Anghiari iscritti al Pd". Un'idea anche affascinante ma che sbatte già con la cruda realtà di dinieghi "pesanti". Tramite i social ad esempio Gianfranco Giorni, che fu sindaco di Anghiari dal 1982 al 1984, invia a Barbara Croci un messaggio molto poco criptico. "Cara segretaria – scrive Giorni – considera questa mia come una comunicazione aperta con la quale restituisco la mia adesione al Pd, al quale non riconosco più, in ambito locale, la capacità di rappresentare i valori e le idee che mi appartengono".  Ancor meno criptico un altro ex sindaco, Franco Talozzi, che fu primo cittadino di Anghiari dal 1976 al 1982 e poi successivamente dal 1984 al 1992. "Cancellami immediatamente dal gruppo degli ex sindaci – scrive Talozzi alla Croci – non condividendo l'operato di cotesta segreteria e soprattutto il comportamento scorretto verso alcuni iscritti. Non posso sopportare la presenza in organi dirigenziali di persone che hanno operato con l'avversario per far perdere la lista del Pd. Alla mia età non posso convivere con la frode e la menzogna". Insomma, c'era una volta un partito. Adesso siamo al "nessuno e centomila" di pirandelliana memoria.