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Consiglio Comunale di Arezzo: le interrogazioni

La situazioni delle scale mobili é inaccettabile

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La prima interrogazione è stata presentata da Luciano Ralli che ha sottolineato lo stato delle “scale mobili, ferme da tempo in alcuni tratti. A questa situazione si è aggiunta la chiusura del punto di informazioni turistiche presso l'emiciclo: non un bel biglietto da visita per chi entra in città da nord”.

L'assessore Marcello Comanducci: “il punto turistico all'emiciclo era frutto di un iter amministrativo molto articolato e complesso, partito da lontano, con un bando pubblico. In ogni caso, chi lo gestiva dal 2007, nonostante fosse esentato dal pagare un affitto e potesse esercitare attività commerciali, non ce l'ha fatta. Peccato, perché si trattava di un presidio importante in un punto strategico della città. Sempre a proposito di atti ufficiali, dal 2011 non abbiamo riscontrato un rinnovo del comodato. Ricordo inoltre che la proprietà dei locali è della Curia e quindi qualsiasi scelta dovrà essere concordata. Se vogliamo ripristinare un nuovo punto turistico da ricollocare all'emiciclo delle scale mobili, dobbiamo inserirlo in una nuova strategia dei punti di informazione. Il Comune spende 80.000 euro all'anno per i due centri di accoglienza turistica poi però consentiva a un privato di tenerne aperto un altro gratuitamente a pochi passi da quello di piazza della Libertà. Ne valeva la pena? Dunque, se si riapre quello alle scale mobili, avrebbe poco senso tenere aperto quello in piazza. Abbiamo poi il Benvenuti ad Arezzo alla stazione e dobbiamo capire la destinazione e il da farsi degli spazi sotto le Logge Vasari. Chiudo con un cenno: Siena ha un solo punto d’informazione turistica, però aperto circa 9 ore al giorno, con flussi di visitatori notevolmente maggiori di Arezzo”.

Paolo Lepri ha chiesto quando via Petrarca verrà ultimata e il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini ha risposto che “lunedì 2 luglio sarà asfaltata: prevediamo quattro giorni di chiusura della strada per eseguire i lavori il più velocemente possibile. Riapertura per il venerdì successivo”.

Paolo Sisi ha rilevato che “la  nuova asfaltatura in via Anconetana ha determinato la scomparsa di un tratto di strisce pedonali, che non sono state rifatte” e il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini ha risposto che “nel giro di qualche giorno il tratto verrà ripristinato”.

Un'interrogazione di Francesco Romizi e una di Matteo Bracciali sui giardini di via Porcinai: “la giunta ha previsto l'abbattimento di 72 alberi presso la stazione, in particolare quelli che insistono sui giardini Porcinai. Alberi adulti e sani che saranno sostituiti da 35 tigli, un numero che corrisponde alla metà. È un errore perché si privilegerebbe un criterio estetico di spazio aperto a discapito di aspetti ambientali: la parte di città interessata è infatti tra le più inquinate di Arezzo e il tiglio è meno capace di assorbire le polveri sottili, frutto in particolare dei gas di scarico delle auto, degli attuali lecci. Dopo decine di altri abbattimenti per esigenze estetiche non sarebbe il caso di rivalutare la riqualificazione dell'area senza procedere a questa operazione? Se invece venisse confermata, reagiremo schierandoci con la cittadinanza. Pensiamo anche a una raccolta firme che sfoci in una petizione popolare”.

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini: “dovendo cambiare completamente anche i livelli della pavimentazione dei giardini o interveniamo in maniera molto importante sulle radici o sostituiamo gli alberi. Abbiamo optato per questa seconda soluzione. La soprintendenza ci ha inoltre chiarito che dovendo configurare quello sui giardini Porcinai come 'progetto di restauro' andavano recuperate le piante originarie: i tigli, per l'appunto. Non è poi vero che abbiamo diminuito il numero di piante in città e se tagli sono stati fatti, cito quello del platano alle poste, è sulla base di relazioni tecniche dettagliate per evitare a cose e persone di correre rischi al verificarsi di eventi atmosferici estremi”.

Barbara Bennnati: “quando gli ultimi sono solo un problema di decoro: i recenti sgomberi esecutivi mostrano che esistono dormitori di fortuna. Non si contesta l'applicazione della legge ma lo sgombero esecutivo è una risposta parziale e manifestamente insufficiente. Per queste persone servirebbe una risposta di civiltà, per fermare marginalità e disagio. Chiedo alla giunta di verificare i presupposti di un servizio di accoglienza permanente con percorsi di reinserimento dell'utenza”.

L'assessore Lucia Tanti: “prima di tutto un aspetto: l'intero mondo del sociale in questo momento pesa esclusivamente sul bilancio comunale nonostante le prese di posizione di altri enti prodighi di principi ma meno prodighi di trasferire risorse ai Comuni. Siamo pronti a un'analisi seria sull'emergenza abitativa ma sul dormitorio ribadisco che si tratta di una risposta emergenziale, l'extrema ratio per il periodo invernale. Il dormitorio è stato una decisione politica, perché nel 2015 si vedeva una totale assenza di ruolo dell'amministrazione. È stata questa giunta a mettere risorse, impegno, regole. Nel corso dei mesi, sei persone sono state allontanate e invitate a lasciare la città. Questo perché erano fuori dalle regole. Chi non sta alle regole non può rientrare in una logica dell'accoglienza. Il dormitorio non è un nascondiglio in nessuna stagione”.

Ancora Barbara Bennati ha chiesto chiarimenti sull'accoglienza ai minori. “Otto nel frattempo hanno già dovuto abbandonare quella che era diventata la loro casa: il Cam. Esistono servizi ponte molto efficaci tra la comunità educativa e i minori che possono poi accedere all'affido familiare: di questi non vi è traccia nei progetti della giunta. Nel frattempo, visto che il Cam ad Arezzo ha chiuso, i servizi sociali non potranno contare su strutture in loco e dovranno rivolgersi a quelle fuori Comune o fuori Regione. C'è da parte di questa amministrazione la volontà di fare fronte ai minori con progetti alternativi e le risorse un tempo destinate al Cam che fine hanno fatto e dove confluiranno?”

L'assessore Lucia Tanti: “obiettivo non è moltiplicare le comunità ma dare a ogni bambino una famiglia. Attualmente abbiamo 32 bambini in affidamento e 32 ospitati in strutture, vogliamo aumentare vorticosamente la prima cifra e diminuire altrettanto vorticosamente la seconda. Sono orgogliosa di questa politica, privilegiare le singole famiglie, che ricordo non è monopolio di nessuno e non passa solo da eventi di sensibilizzazione ma da scelte precise di natura politico-amministrativa, con tutto quello che comporta anche in termini di numero di strutture in città. Le risorse: nel frattempo servono a coprire quello che non arriva da Firenze, in parte andranno alle nuove strutture che accolgono i minori prima al Cam, in parte verranno destinate alle politiche abitative e ci ricolleghiamo al tema del disagio abitativo di cui abbiamo parlato sopra”.

Ancora Barbara Bennati: “con lo smantellamento del progetto Casa delle Culture viene meno un punto importante la cui sostituzione richiederà tempo. Un servizio offerto era quello del doposcuola, per il quale ho sentito parlare anche di 'spese folli'. Una cosa non vero. Quali sono e da quali atti si evincono orari e sportello del servizio affidato ora a Fraternita, quali saranno i suoi costi di gestione?”.

Anche Francesco Romizi ha rilevato che “con la chiusura della Casa delle Culture, la Fraternita ne ha ereditato parte dei servizi. Scelta dettata, è stato detto, dalla volontà di risparmio di soldi pubblici. Confrontando i contratti, quello con i gestori della Casa delle Culture e quello con Fraternita, di risparmio non si vede ombra. La manutenzione dell'immobile Casa delle Culture era inoltre affidata al gestore, ora torna in capo al Comune. I servizi resi sono inoltre di qualità peggiore: non più 34 ore di apertura degli sportelli come in precedenza, diminuisce di 50 ore il servizio di mediazione linguistica”.

L'assessore Lucia Tanti: “abbiamo ritenuto che la gestione diretta di tali servizi fosse migliore. Sulla base di un assunto fondamentale: le politiche di integrazione sono legate a quelle di coesione sociale che non si appaltano ma si gestiscono in prima persona. Crediamo sia utile investire un po' meno ma meglio e grazie alla collaborazione con Fraternita, che è soggetto titolato a politiche di coesione sociale e formazione, facciamo una scelta di qualità ripulita da ogni valore ideologico. Per quanto riguarda le associazioni di volontariato, noi aspettiamo ancora i loro progetti, ci riserviamo di analizzarli quando verranno presentati. Ma a proposito di progetti, non possiamo dimenticare che alla Casa delle Culture avevamo i percorsi sensoriali, il ballo, la cucina, la fotografia, che si possono ben fare in qualsiasi centro di aggregazione sociale senza monopoli alcuni, e c'erano immigrati che dopo anni non sapevano leggere quattro righe in italiano. La priorità è puntare su cultura italiana, educazione civica, doposcuola, diritti e doveri. Non è un comunicato in più che ci farà cambiare idea”.

“Posso solo aggiungere – ha rilevato l'assessore Barbara Magi – riguardo alle attività svolte presso la Casa delle Culture, che avevo chiesto di intensificare l’insegnamento della lingua italiana e di aprire all'educazione civica e questo non è avvenuto. Oltre che ricevere una somma annua, Oxfam usufruiva di un immobile gratuitamente e svolgeva a pagamento alcune attività, come i corsi di italiano per conseguire la patente di guida”.

Il sindaco Alessandro Ghinelli: “al momento del conferimento della cittadinanza alcuni extracomunitari non hanno dimostrato la capacità di leggere la formula di rito. Sul tema abbiamo avuto un carteggio con il ministero dell'Interno e ci è stato risposto che il giuramento rappresenta  un momento solenne dinanzi al quale la persona interessata non può essere assistita neanche da un interprete. Se nonostante la presenza in città di un servizio gratuito per l'aiuto a imparare l'italiano, il fatto che ci fossero persone che non sapessero pronunciare una formula di questa valenza era gravissimo. E da parte nostra era doveroso pensare ad altro per gestire questo servizio cruciale nell'integrazione”.

Paolo Lepri: “ora la Fortezza è aperta dalle 10 alle 19 per la mostra di Aceves. Ma alle 18,30 di domenica, i cittadini che vi si sono recati ne hanno constatato la chiusura, oltre al pagamento di un biglietto. Le giornate si allungano, perché prevedere questo tipo di orario? Le mostre degli scorsi anni erano inoltre gratuite. Chi gestisce la biglietteria? Nei vari luoghi dove sono collocate le opere non ci sono targhe esplicative”.

Il sindaco Alessandro Ghinelli: “il soggetto che svolge il suddetto servizio è l'associazione dei carabinieri in pensione di Capolona. In una convenzione ad hoc sono stati concordati anche gli orari, vediamo se riusciamo a ridiscuterli. Per quanto riguarda il biglietto, esso viene staccato per la mostra di Aceves, quindi si paga solo l'ingresso al bastione della Diacciaia mentre la restante parte della Fortezza è a fruizione gratuita. Dopo i precedenti ad apertura libera per Themier e Riva, abbiamo pensato, anche in virtù del fatto che questa mostra è più costosa, di prevedere questo biglietto, popolare peraltro, di 3 euro. La filosofia è che gli eventi turistici dovranno portare a un rientro delle spese per permettere all'organizzazione di sostenersi. Le spiegazioni didascaliche delle singole opere sono pronte ma devono essere collocate, la cosa avverrà nei prossimi giorni. Grazie alla neonata Fondazione Guido d'Arezzo per lo sforzo compiuto. Il primo giorno abbiamo registrato 500 accessi, da qui a ottobre, periodo di durata previsto per la mostra, credo che ne avremo un bel numero. Se questo sarà il trend, penseremo di chiedere all'artista di lasciarci le sue opere fino al periodo natalizio”.

Francesco Romizi, Luciano Ralli e Paolo Lepri hanno rilevato che “è in scadenza l'attuale direttore della Casa di riposo Fossombroni. carica che dovrebbe essere riservata al personale in dotazione. Invece si evince la volontà di un direttore esterno. È un aggravio di costo quantificabile in decine di migliaia di euro l'anno. Mentre l'attuale figura risulta prorogabile a costo zero e sarebbe garanzia di continuità nella gestione. E le rette a carico degli anziani, visto questo aggravio, a quanto saliranno?”.

“Abbiamo un supporto di legittimità che ci viene dalle norme, dai pronunciamenti della Corte Costituzionale – ha rilevato l'assessore Lucia Tanti – per mettere in piedi questo percorso di avviso pubblico che vogliamo trasparente e regolare ed esteso a tutte le Asp per il reperimento di tali cariche. Non c'è nulla di più trasparente e garantista di una selezione pubblica, trovo anche strano doverne parlare e non capisco il perché”.

Redazione
© Riproduzione riservata
18/06/2018 15:05:49


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