L’affare del secolo di Facebook si chiama Instagram
E' costata un miliardo di dollari e oggi ne vale cento
Se non è l’affare del secolo, poco ci manca: Instagram, che Facebook ha comprato nel 2021 per un miliardo di dollari, oggi ne vale 100, secondo le stime di Bloomberg Intelligence . Al di là delle iperboli è stata una scelta particolarmente fortunata per il social network di Mark Zuckerberg, che nel 2014 aveva acquistato anche il servizio di messaggeria istantanea WhatsApp per 19,4 miliardi di dollari (altro affare andato particolarmente bene).
Infatti, prendere l’app di condivisione di foto è risultata una idea vincente perché non solo gli utenti appartengono in buona parte a gruppi demografici diversi e più giovani da quelli tipici di chi naviga attraverso Facebook (particolarmente amati dagli inserzionisti), ma anche per i risultati in rapidissima crescita: Instagram è appena arrivata a tagliare il traguardo del miliardo di utenti, con una crescita di 200 milioni dallo scorso settembre. Ci sono 400 milioni di utenti che seguono le Storie ed è anche appena nata IGTV, l’app per vedere la televisione di Instagram, cioè video degli utenti fino a un’ora di lunghezza.
Il contributo al fatturato di Facebook, grazie alla pubblicità raccolta da Instagram, supera i 10 miliardi di dollari; alla fine del prossimo anno fiscale Instagram potrebbe pesare per il 16% sul fatturato di Facebook, rispetto al 10,6% dell’anno scorso, secondo i dati di eMarketer. E soprattutto Instagram attira nuovi utenti con una rapidità maggiore di quella di Facebook: probabilmente entro cinque anni supererà il traguardo dei due miliardi di persone, mentre Facebook oggi ha 2,2 miliardi di utenti attivi su base mensile.
In futuro? Il social network bonsai delle foto quadrate potrebbe diventare un vero e proprio periscopio nella vita delle persone, raccontando in video le storie dei suoi utenti, sempre più streaming e sempre più contenuti creati in casa ma anche distribuiti dai broadcaster. La maggiore incognita è la capacità di monetizzare gli accessi e creare un mercato dei profili sufficientemente strutturato da rendere possibile i guadagni in doppia cifra che gli investitori soprattutto americani si aspettano.
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