Economia L'Esperto

Ocse: Italia terzo Paese come numero di disoccupati

In calo i salari reali

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Ci sono segnali poco incoraggianti sul fronte dei salari e dell'occupazione nel nostro Paese. L’Ocse nel suo Employment outlook scrive che "la stagnazione della produttività e una percentuale significativa di lavoratori a basso reddito con contratti temporanei e/o part-time involontario contribuiscono a spiegare perché i salari reali in Italia scendano invece di risalire con la ripresa economica". Il dato incriminato è questo: in Italia i salari reali sono scesi dell’1,1% tra il quarto trimestre 2016 e il quarto trimestre 2017, rispetto a una media nell’area del +0,6% nello stesso periodo.

L'occupazione, nella fascia di popolazione compresa tra i 15 e i 74 anni, "è aumentata di 2,3 punti percentuali dal livello più basso nel 2013, arrivando al 50,9% e tornando quasi al livello pre-crisi (51%)". Secondo le proiezioni Ocse "la tendenza positiva continuerà nei prossimi due anni". Si segnala inoltre l'aumento della povertà: il 13,6% delle persone in età lavorativa vive in famiglie con un reddito inferiore al 50% del reddito medio, mentre erano il 10,7% nel 2006.

Insicurezza nel mercato del lavoro

Un dato preoccupante è che la performance del mercato del lavoro italiano è al di sotto della media Ocse in tutti gli indicatori, tranne per quanto riguarda la qualità del reddito da lavoro. Negli ultimi anni la situazione è migliorata, ma più lentamente che in altri Paesi. Gli indicatori sono quelli che misurano l’insocurezza nel mercato del lavoro, lo stress lavorativo, il tasso di persone a basso reddito, il divario uomo-donna nel reddito da lavoro e il divario nel tasso di occupazione per i gruppi svantaggiati. "Non sorprende che, dato l’ancora elevato tasso di disoccupazione e l’incidenza di contratti a termine, il livello d’insicurezza nel mercato del lavoro (la probabilità di perdere il posto e restare senza reddito) sia il quarto più alto tra i paesi Ocse, dopo Grecia, Spagna e Turchia", si legge nella scheda del report dedicata al caso italiano.

Pochi sussidi di disoccupazione

Nel 2016 meno di un disoccupato su dieci ha ricevuto il sussidio di disoccupazione, una delle percentuali più basse tra i Paesi Ue. "Ciò deriva dalla combinazione di un'alta percentuale di disoccupati di lungo periodo e di una durata massima del sussidio relativamente bassa". La percentuale "dovrebbe migliorare con l'entrata a pieno regime della riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nel Jobs Act".

Il Giornale.it
© Riproduzione riservata
05/07/2018 09:45:51


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