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Gli Italiani si informano online

Fake news: cosa sono?

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I mezzi di comunicazione sono la fonte primaria a cui le persone si rivolgono per avere informazioni. I media quindi risultano fondamentali a livello sociale e possono influire su aspetti primari della vita democratica. Ma come si informano gli italiani? Il mezzo più usato resta la televisione, in particolare per le fasce di età più elevate, ma internet (negli ultimi dieci anni, nonostante la crisi e il taglio alle spese superflue, gli italiani non hanno potuto fare a meno di acquistare device tecnologici) sta crescendo in maniera esponenziale: sempre più persone utilizzano questo mezzo per informarsi, considerandolo come lo strumento più importante per restare aggiornati; in calo, invece, carta stampata e radio. Quando parliamo di internet, dobbiamo fare due profonde divisioni fra quelle che sono le testate giornalistiche on line, nelle quali lavorano giornalisti e operatori della comunicazione, che forniscono notizie sicure e attendibili e i social network. L’attendibilità percepita da fonti informative come Facebook, o altri social simili, risulta infatti molto inferiore rispetto all’affidabilità riscontrata per le fonti tradizionali. Stiamo infatti vivendo un periodo nel quale è in crescita il fenomeno delle fake news e, più in generale, della disinformazione.

Fake news: cosa sono?

“Fake news” è il termine inglese che indica le notizie false. Esistono da sempre, ma oggi sono diventate tremendamente importanti e, spesso, causa di grandi conflitti. Fino a pochi anni fa, una notizia falsa restava confinata fra chi l'aveva inventata e i suoi amici, ai quali l'aveva raccontata. Oggi, invece, con la potenza di internet e dei social network, qualunque notizia arriva in pochi istanti in ogni angolo del globo. E comincia a circolare, anche se non è vera perché chi le inventa, spesso, guadagna dei soldi da quelle notizie (per esempio, dalla pubblicità che compare sul sito che dà la falsa notizia) e dunque organizza dei sistemi per farle circolare senza controllo. Oppure, chi inventa le notizie si propone di influenzare le opinioni delle persone inventando “fake news” che mettono in cattiva luce avversari politici o concorrenti negli affari e "usano" gli utenti dei social network per far loro diffondere rapidamente quella bugia: basta cliccare su “condividi” per distribuire a tutti gli amici qualunque contenuto, vero o falso che sia. Perché, purtroppo, le persone leggono e condividono le notizie quasi sempre senza chiedersi se siano vere o false. Soprattutto se si tratta di notizie che vengono incontro alle proprie idee.

I social più usati

In testa troviamo Youtube: è un sito di video-sharing, cioè di condivisione video, con sede a San Bruno di California, negli Stati Uniti. L’invenzione di YouTube si deve a tre ex dipendenti di PayPal: Jawed Karim, Chad Hurley e Steve Chen nel febbraio 2005. Nel novembre 2006, è stato acquistato da Google per 1,65 miliardi di dollari, seguito a ruota da Facebook. L’inventore è Mark Zuckerberg e prende il nome dagli annuari con le foto di ogni singolo studente e docente, che alcuni college statunitensi pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti e al personale della facoltà per conoscere le persone del campus.  Mark Zuckerberg sostiene di averlo creato nel 2004, mentre studiava alla Harvard University con l'appoggio economico di Eduardo Saverin e con l'aiuto dell'amico informatico Andrew McCollum. In realtà, i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss sostengono che Zuckenberg abbia rubato loro l'idea: essi infatti avevano sviluppato un social network dedicato agli studenti di Harvard, chiamato Harvard Connection, ben 4 anni prima e avevano chiamato Zuckenberg per migliorarne il profilo tecnico. Zuckenberg rifiuta però le accuse e sostiene di aver sviluppato, a partire da questa idea, un progetto nuovo, diverso e molto più innovativo. Dalla controversa storia della nascita di Facebook è stato tratto nel 2010 un film, intitolato The Social Network , diretto da David Fincher. Seguono distanziati tutti gli altri in questo ordine:   Whatsapp - Instagram – Twitter – Skype -  LinkedIn - Pinterest  - Snapchat- Tumblr.

Molti affermano che gli italiani siano un popolo di ignoranti, ma non è assolutamente cosi, dato che recenti inchieste certificano che oltre il 95% si informa tutti i giorni con i vari strumenti disponibili e che solo un 5% dichiara di non essere interessato a cosa succede intorno a loro. Ovviamente, chi si occupa di comunicazione ha il dovere di fare una corretta informazione: essere professionisti informati e corretti, capaci di discernere quali siano le fonti affidabili della notizia e di valutarne l’eventuale falsità, in tutto o in parte. Per un cittadino, credo che essere informato debba essere un piacere, oltre che un dovere, perché indignarsi per una notizia talvolta si deve, ma prima bisogna conoscere bene l’argomento, altrimenti spesso e volentieri si dicono solo cavolate. Ciò accade quando si parla con la pancia e non con il cervello e con le conoscenze.

Domenico Gambacci
© Riproduzione riservata
02/08/2018 11:11:08

Punti di Vista

Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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