La ragazza di Sansepolcro morta per droga poteva essere salvata
Due stranieri trascorsero la notte con lei e la abbandonarono nuda sul letto, senza vita
Il processo che vede imputati due uomini accusati della morte di Sara Smahi, la giovane ragazza 19enne di Sansepolcro deceduta per un mix di droghe, sta riservando alcune sorprese. A fornire chiarimenti scientifici sono stati in aula i consulenti tecnici che eseguirono l’autopsia sul corpo della ragazza trovata morta l’11 marzo 2017 in un casolare di Cesa in Valdichiana. Nel mix di sostanze che uccise Sara, l’alcol non ebbe alcun ruolo, perché la ragazza non beveva alcolici, e delle due droghe assunte - cocaina ed eroina - fu quest’ultima a ucciderla. I consulenti hanno dichiarato che la morte fu preceduta da una crisi respiratoria, che provoca forti rantoli, quindi chi era con lei poteva chiamare il 118 e rorse si sarebbe salvata. Il Pm Angela Masiello ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per “morte in conseguenza di altro reato” per il magrebino Jbeil Moez e l’altro nordafricano tutt’ora latitante, che trascorsero la notte con lei e la abbandonarono nuda sul letto, senza vita.
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