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Mostra del Cavallo di Città di Castello: chiarire la situazione economica-finanziaria

Un confronto per il rilancio in commissione controllo e garanzia

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Fare il punto della situazione della Mostra Nazionale del Cavallo per favorire il rilancio della manifestazione. E’ l’obiettivo con il quale la commissione Controllo e Garanzia presieduta da Valerio Mancini (Lega Nord) ha invitato nell’ultima seduta il presidente dell’Associazione Mostra Nazionale del Cavallo Domenico Duranti, per un’audizione che permettesse di chiarire la situazione economico-finanziaria del sodalizio e inquadrare le azioni intraprese per dare continuità all’evento. L’organismo consiliare ha concordato di aggiornare i lavori alla seduta già convocata per giovedì 15 novembre, invitando sindaco, giunta e segretario comunale a un confronto sulla possibilità di modificare la forma giuridica del sodalizio promotore della manifestazione e sugli investimenti necessari a supportare la rassegna, richiedendo a Duranti la presentazione nell’occasione dell’elenco dei soci del sodalizio.  “L’intento è di attivare un proficuo lavoro di relazione tra l’amministrazione comunale, la Regione e il Governo per ridare certezza finanziaria a questa manifestazione al fine di programmarne un buon ulteriore rilancio dopo la positiva ripresa di quest’anno”, ha chiarito in apertura di seduta Mancini, che in quest’ottica ha offerto a Duranti la disponibilità a fissare un incontro con il presidente della commissione Cultura del Senato coinvolgendo i parlamentari tifernati. Uno degli elementi centrali della relazione del presidente dell’Associazione Mostra Nazionale del Cavallo, che nell’occasione ha comunicato l’avvicendamento avvenuto alla guida del sodalizio con Marcello Euro Cavargini a seguito dell’indicazione unanime del consiglio direttivo il giorno prima, è stata infatti l’incertezza sul permanere della condizione di socio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, rispetto alla quale è stata invano chiesta conferma dagli organizzatori della manifestazione. A questo proposito Duranti ha spiegato come a bilancio siano tuttora contabilizzati i 120 mila euro di quote associative che il Dicastero non ha più versato a partire dal 2012 e che incidono in maniera importante sulla situazione debitoria della manifestazione. Duranti ha compiuto un excursus sulle origini delle difficoltà economiche della rassegna, citando l’uscita dalla compagine societaria dei soci pubblici Provincia di Perugia, Comunità Montana e Camera di Commercio, “che,  insieme ai mancati versamenti del Ministero - ha puntualizzato – ha significato 80 mila euro di quote associative in meno ogni anno rispetto al passato, visto che restano solo il Comune con 40 mila euro e la Regione Umbria con 20 mila”. Nel ripercorrere le gestioni dei presidenti Capecci e Bizzirri, il presidente della Mostra del Cavallo ha evidenziato come le minori disponibilità finanziarie pubbliche sulle quali da sempre si era retta la manifestazione abbiano presentato un conto salato quando agli elevati costi fissi per gli allestimenti di campi e saloni alla ex Fat si è saldata l’operazione di rilancio tentata nel 2014 e nel 2015, che ha fatto lievitare il livello di spesa annuale fino a 570 mila euro. Nel depositare in commissione, tra gli altri documenti, anche i bilanci degli anni 2015, 2016 e 2017 (sempre approvati come chiarito a richiesta esplicita del consigliere di Castello Cambia Vincenzo Bucci), Duranti ha spiegato come lo stop dato all’evento nel 2017 sia stato determinato dalle difficoltà logistiche, ma anche dalle criticità di bilancio e dall’esigenza di avviare un’azione di rientro dai debiti attraverso il confronto con i fornitori. “Nel 2017 grazie a quote associative, recupero Iva e altre entrate siamo riusciti ad abbattere il debito di 100 mila euro”, ha detto Duranti che ha dato conto dell’operazione avviata nel 2018 con la consulenza di un avvocato per ridurre ulteriormente l’esposizione dell’associazione. Il rappresentante della Mostra del Cavallo ha parlato di  un’anticipazione ottenuta da un istituto bancario per 280 mila euro che il consiglio direttivo ha deliberato di erogare completamente, dopo i primi pagamenti effettuati per le situazioni più rilevanti, con il saldo dei principali fornitori attraverso la proposta di transazioni al 35-40 per cento delle somme dovute, rispondendo così anche alla consigliera Ursula Masciarri (Psi) che chiedeva di conoscere i parametri adottati per i pagamenti. Su sollecitazione del presidente Mancini, Duranti ha fornito il dato attuale dell’ammontare del debito, che è di 360 mila euro, sottolineando che nell’edizione 2018 la Mostra ha chiuso con un utile di circa 40 mila euro e che, se nei prossimi cinque anni si riuscisse ad assicurare esiti di pari livello, verrebbe risolta definitivamente la situazione debitoria. “Resta però da affrontare in ogni caso – ha puntualizzato Duranti - la questione della forma giuridica del sodalizio promotore della Mostra del Cavallo, che così com’è espone il presidente a rispondere in solido degli oneri assunti per l’organizzazione dell’evento”. A stigmatizzare il diverso ammontare delle quote associative di Comune e Regione (che come ha spigato Duranti non ha proceduto all’aumento richiesto dall’associazione) è stato Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia), che ha proposto di “aprire il sodalizio all’ingresso di nuovi soci privati, magari a condizioni economiche più favorevoli della attuali” (500 euro annui,ndr), e di fare in modo di ottenere “definitiva chiarezza dal Ministero sulla propria adesione, senza fare accanimento terapeutico”, giustificando la continuità di un eventuale impegno del Dicastero attraverso una progettualità che la legittimi. “Perché né i soci privati né i soci pubblici, in particolare il Comune, non hanno cercato di bloccare una gestione che ha prodotto un simile dissesto finanziario?”, ha eccepito il consigliere Cesare Sassolini (Fi), che ha chiesto conto dei motivi del passo indietro compiuto dal presidente Bizzirri. A dare atto al presidente Duranti del senso di responsabilità mostrato nel farsi carico della situazione dopo il disimpegno di Bizzirri sono stati Luciano Tavernelli e Gaetano Zucchini (Pd). “C’è la necessità che il Comune studi delle proposte di trasformazione giuridica dell’associazione e che vengano fatti gli investimenti necessari ad assicurare la proprietà delle strutture finalizzate a promuovere la manifestazione, anche a beneficio di altri eventi”, ha detto Tavernelli, con Zucchini che, nel condividere l’impellenza di una modifica della forma giuridica e nel chiedere di capire quali la natura degli introiti della manifestazione, ha espresso l’esigenza di assicurare all’evento “una progettualità seria, che l’amministrazione comunale ha iniziato a costruire, per dare una visione più ambiziosa, attraverso anche la nomina di nuove persone, motivate e in grado di calamitare risorse finanziarie”. In sede di replica Duranti ha informato i consiglieri che l’ultima assemblea dei soci ha ratificato l’ingresso di sei nuovi membri, espressione del tessuto imprenditoriale e del mondo del cavallo del territorio, evidenziando come la serietà del percorso gestionale che è stato impostato sia stata determinante per convincere i privati a investire nella manifestazione, come hanno dimostrato i circa 40 mila euro di sponsorizzazioni arrivati dalle imprese locali per l’edizione 2018. Il presidente ha quindi condiviso il fatto che la progettualità sia la carta prioritaria da giocare sul tavolo del Ministero e che sia fondamentale ragionare su investimenti al parco Langer che siano pensati anche per altri eventi come la Giornate dell’Artigianato Storico o la Fiera del Bestiame

Redazione
© Riproduzione riservata
12/11/2018 16:53:30


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