Rottura fra Netanyahu e Bennett, Israele verso il voto anticipato
Dopo l’uscita di Lieberman fallisce l’ultimo tentativo, domani sarà stabilita la data
Israele va al voto anticipato. Il summit di questa mattina fra il premier Benjamin Netanyahu e il ministro dell’Educazione Naftali Bennett si è concluso con una rottura definitiva. Bennett ha chiesto che venisse riconfermato alla Difesa il dimissionario Avigdor Lieberman ma non è riuscito a convincere il partito del primo ministro, il Likud. Il ministro delle Finanze Moshe Kahlon ha posto il veto e a questo punto Netanyahu e Bennett hanno convenuto che si debba andare al voto. Domani sarà annunciata la data della consultazione, che dovrebbe tenersi in tempi stretti. La crisi è stata innescata dagli ultimi scontri con Hamas, lo scorso weekend. Dopo l’uccisione di un comandante islamista e di un colonnello dell’esercito israeliano all’interno della Striscia, Hamas ha reagito con il lancio di 460 razzi in meno di due giorni. L’aviazione israeliana ha risposto con raid massicci ma questo non è bastato al ministro della Difesa Lieberman che ha chiesto una azione di terra. Quando Netanyahu ha raggiunto un cessate-il-fuoco si è dimesso per protesta, assieme a tutti i ministri del suo partito, Yisrael Beiteinu. Al premier restava allora un maggioranza di un solo il voto, ma dipendeva dall’appoggio del partito di Bennett, Habayit Hayehudi, che oggi lo ha negato. ll premier ha deciso di assumere l’incarico di ministro della Difesa a interim ma la rottura era più profonda, fra le due anime della maggioranza. Quella di centrodestra del Likud punta a un compromesso con Hamas in modo da arrivare a un cessate il fuoco che metta in sicurezza le città del Sud di Israele senza dover ricorrere a una sanguinosa operazione di terra all’interno della Striscia. La destra religiosa guidata da Lieberman vuole invece un’azione massiccia, per decapitare la leadership islamista e “pacificare” Gaza con la forza.
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