In Sicilia confiscati resort, golf club e un veliero agli eredi del patron Valtur
Sarebbe stato in rapporti stretti con la famiglia capeggiata da Matteo Messina Denaro
E’ una tra le maggiori confische di beni, quella che la Dia di Palermo ha eseguito in questi giorni. Colpisce il patrimonio del defunto cavaliere Carmelo Patti, il patron della Valtur, azienda adesso in amministrazione straordinaria, uomo vicinissimo a grandi potenti politici e imprenditori italiani e stranieri, ma secondo il Tribunale di Trapani (sezione misure di prevenzione, presidente Grillo a latere Badalucco e Nodari) che ha condiviso le conclusione della Procura antimafia di Palermo, troppo vicino, tanto da essere intimo, con la famiglia mafiosa di Castelvetrano, quella capeggiata dal latitante Matteo Messina Denaro. La confisca è pari a 1 miliardo e mezzo di euro. Ad esserne colpiti sono stati i suoi eredi, la vedova Elisabetta Pocorobba, ed i figli Paola, Giovanni e Maria Concetta. A loro sono state sottratte intere società industriali, finanziarie e residenziali, resort e golf club, immobili e terreni, tra Lombardia e Sicilia. A Mazara del Vallo i sigilli sono stati apposti ad un veliero di 21 metri. Carmelo Patti, originario di Castelvetrano, è deceduto nel corso del procedimento, nel 2016, a 82 anni a Robbio, in provincia di Pavia, dove dagli anni ’60, senza una lira in tasca, si era trasferito senza mai allentare i contatti con gli esponenti della cosca mafiosa del suo paese, questo secondo le indagini della Dia, condotte in particolare dagli investigatori della sezione di Trapani.
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