Settembre 2017: Italia e Niger firmano a Roma un accordo di cooperazione nell’ambito della Difesa. I ministri dei due paesi Roberta Pinotti e Kalla Moutari siglano in pompa magna l’intesa che rimane però «Top secret»: nessun dettaglio operativo della strategia italiana di cooperazione con i Paesi africani interessati dai flussi di immigrati illegali diretti in Libia e poi nella Penisola e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale evitata, nonostante la sua natura di vero e proprio accordo internazionale.Trapela solo la disponibilità italiana a supportare la formazione e l’addestramento del personale delle Forze armate nigerine.Il Niger è infatti il di questi traffici, vero e proprio «hub» dei flussi migratori illegali diretti in Europa dall’Africa Occidentale e sub sahariana. A criticare questa scelta l’Asgi - Associazione studi giuridici sull’immigrazione - e la Cild - Coalizione Italiana per le libertà e i diritti civili – che hanno presentato una richiesta di accesso civico al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale per ricevere copia delle lettere del 1 novembre 2017 e del 15 gennaio 2018 inviate dal governo nigeriano a quello italiano, copia dell’accordo firmato a Roma tra il governo del Niger e quello italiano in data 26 settembre 2017. Al rifiuto della Farnesina le onlus decidono di presentare ricorso al Tribunale Amministrativo per il Lazio nel cui procedimento si sono costituiti «ad adiuvandum» le associazioni Cild e Naga. A distanza di 14 mesi, l’epilogo: il Tar ha accolto il ricorso ed ha ordinato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale di esibire il testo di tale accordo entro il 16 dicembre 2018. «La sentenza riafferma la necessaria pubblicazione di modo che siano sempre sottoposti al controllo della collettività e così lo sia tutta l’attività della pubblica amministrazione anche per ciò che concerne le relazioni internazionali», sottolineano le associazioni: «Tale decisione è ancora più importante in un momento in cui questioni molto rilevanti per la vita di tutti vengono gestite con decisione amministrative che hanno soppiantato il normale iter legislativo e politico».
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