Alitalia sfratta AirItaly dalla Sardegna: i passeggeri rischiano di restare a terra
Caos vacanze e punto interrogativo sul destino di numerosi lavoratori
Qualcuno aveva parlato di fumata grigia. Di ottimismo e di una soluzione abbastanza vicina, ma la mediazione in extremis tentata lunedì pomeriggio dal neo governatore della Sardegna sembra fallita. La «guerra nei cieli italiani» rischia di finire con un grave «spargimento di sangue», le cui vittime potrebbero essere i lavoratori di AirItaly, la compagnia aerea sarda, ora partner di Qatar Airways, che si ritrova sfrattata dalla concorrente Alitalia proprio a casa sua. Cioè nella pista dell’aeroporto Costa Smeralda, uno dei mercati più ambiti dai vettori di tutta Europa, dove la ex Meridiana è nata e cresciuta. Il pasticcio della continuità territoriale sarda, il più ricco appalto pubblico italiano per i collegamenti aerei, si è ingarbugliato molto più del previsto. E dopo il ricorso di Ryanair, l’intervento minaccioso dell’Unione europea, la Regione sarda ha deciso di bloccare l’assegnazione delle rotte (fatta con un bando approvato preventivamente da Bruxelles) verso i tre scali isolani. Le nuove regole, cioè un numero preciso di collegamenti quotidiani con tariffe costanti per residenti e turisti, sarebbero dovute scattare già domani. Tutte le tratte in convenzione (in cambio di una compensazione di circa 80 milioni di euro) le aveva conquistate Alitalia e così AirItaly si era ritrovata sbattuta fuori da casa propria. La sua proposta non era stata considerata vantaggiosa e così la ex compagnia di bandiera si è accaparrata anche i collegamenti tra Roma e Milano e lo scalo della Costa Smeralda.
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