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Caccia ai 49 milioni della Lega

L’accusa dei pm: non vale la schermatura tra conti centrali e regionali

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Dal giugno del 2015, mentre la Procura di Genova chiudeva le indagini sullo scandalo degli investimenti leghisti a Cipro o dei diamanti in Tanzania e chiedeva il rinvio a giudizio del senatur Umberto Bossi e del tesoriere Francesco Belsito, la Lega (al tempo ancora Nord) mutava il suo statuto, cambiava pelle. Venivano create le “nazioni” - non si tratta altro che delle varie sezioni regionali - e proclamata la loro indipendenza giuridica e finanziaria dalla Federazione, ossia l’organo centrale. E per rafforzare questa divisione si è interrotto l’invio di denaro tra i conti centrali e quelli locali. 

L’iniziativa fu “ratificata” dal segretario Matteo Salvini ed era concomitante all’avvio dei processi agli ex vertici del Carroccio. E quella scelta di compartimentare in modo così netto i depositi del movimento, ora è al centro delle udienze in corso al tribunale del Riesame del capoluogo ligure: i giudici devono decidere se la Procura – nell’ambito della “caccia” ai 49 milioni di rimborsi truffa percepiti durante l’era Bossi-Besito - può sequestrare anche il denaro presente nelle casse della varie sezioni regionali. La Finanza, che ha trovato nelle varie ramificazioni leghiste 3 dei 49 milioni ricercati, finora lo aveva fatto, bloccando tra l’altro 19 mila euro alla Lega Nord Toscana. La quale ha fatto ricorso dichiarandosi del tutto “indipendente” sul piano finanziario.  

La Cassazione nelle scorse settimane ha in un certo senso accolto la tesi dei toscani e rimandato gli atti al Riesame per un pronunciamento definitivo: nazioni e federazioni - proprio sulla base dello statuto – secondo gli ermellini sono due soggetti giuridici distinti, «non esiste una continuità finanziaria». Stamattina i pubblici ministeri Vittorio Ranieri Miniati e Paola Calleri, durante la nuova udienza al Riesame, hanno sostenuto il contrario. Ribadendo che secondo loro tra i vertici del Carroccio e le sezioni esiste «continuità non solo giuridica, ma anche finanziaria». E hanno fornito due elementi di prova: un bonifico di 26 mila euro che la Lega Nord nel 2015 ha fatto arrivare sui conti dei colleghi toscani e l’articolo 8 dello statuto stesso, che stabilisce un vincolo economico tra centro e “periferia”. Per i pm genovesi i conti vanno insomma sequestrati pure alle sezioni. Il tribunale si è riservato sulla decisione finale e si pronuncerà nei prossimi giorni. 

La Stampa
© Riproduzione riservata
16/07/2018 21:43:30


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