Crollo al duomo di Città di Castello: progetto ok ma mancano i soldi
La somma urgenza deve essere autorizzata da Roma
«La Curia ci ha fatto una nota che non riesce ad avere fondi a disposizione e quindi è giocoforza che lo Stato si sostituisca e dia il nullaosta per il finanziamento». Dovranno arrivare da Roma, dunque, i fondi per rimettere a posto la facciata posteriore del Duomo di Città di Castello, dopo il crollo di una decina di metri quadri sabato sera. A dirlo è Spartaco Capannelli, direttore area patrimonio della Soprintendenza per i beni artistici dell’Umbria, durante un sopralluogo avvenuto martedì mattina. Quanti soldi? In consiglio comunale, lunedì sera, si era ipotizzata una cifra di 100 mila euro, ma Capannelli pur non dando numeri ha parlato di una somma «inferiore».
Capannelli ha assicurato che «la Soprintendenza si è già mossa sotto l’aspetto burocratico-amministrativo, nel senso che qui occorre un pronto intervento d’urgenza che però non può essere messo sul programma ordinario, quindi la somma urgenza deve essere autorizzata da Roma. Noi già ci siamo mossi individuando l’impresa di Falcini (la Cesa, ndr), che dovrà realizzare i lavori, contestualmente fatto la perizia dei lavori, ora stiamo aspettando l’autorizzazione dal ministero per poter fare gli atti conseguenti che sono la messa in sicurezza della facciata, la consegna dei lavori».
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