Trattoristi Sestinesi, festa ma non solo: le richieste alle istituzioni

La questione della Chianina, quella dei predatori e della fauna selvatica oltre alla nuova PAC. “Senza agricoltura non c’è vita”. La terza edizione del Tractor Festival, che domenica scorsa si è tenuta a Sestino, è stata l’occasione per mettere in luce le problematiche di questa terra. Lo hanno fatto i giovani, sotto il marchio Trattoristi Sestinesi, di fronte alle istituzioni. Erano presenti il sindaco di Sestino Franco Dori, il collega di Anghiari Alessandro Polcri nelle vesti anche di presidente della provincia di Arezzo. C’era anche la Regione rappresentata dal consigliere Vincenzo Ceccarelli oltre ai direttori provinciali aretini di Coldiretti e Cia, rispettivamente Raffaello Betti e Massimiliano Dindalini, insieme a Manuela Cipriani per l’Arat e Marco Masala presidente regionale di Terranostra Coldiretti. “L’intento di questo evento nasce dalla voglia di creare proprio un dialogo costruttivo tra autorità competenti e appartenenti alla categoria: l’obiettivo a cui vorremmo mirare è quello di portare le nostre problematiche ad una soluzione, o per lo meno ci aspettiamo possano essere prese in considerazione – dicono i Trattoristi Sestinesi – e partiamo dalla nuova PAC (Politica Agricola Comune). L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di portare sviluppo, progresso e sostegno alle imprese agricole, ad oggi però tutto ciò sembra porti ad una forte inversione di marcia degli obiettivi primari: i prezzi delle materie prime oramai alle stelle, dal gasolio alle sementi, dai cereali all’energia. Siamo costretti a lavorare per poter sanare le spese, con quale obiettivo possiamo mirare ad un progresso delle nostre imprese se la politica per prima non ci supporta attraverso misure dedicate?”. E poi la questione del prezzo del prodotto finito. “Compriamo per produrre, vendiamo per appianare i debiti. È impensabile poter pensare di produrre avendo ricavi così esigui: pensiamo al fieno, al grano, al latte, alla carne. Il frutto dei nostri sacrifici talvolta pareggia quelli che sono i costi di gestione. Un punto su cui vorremmo soffermarci è quello legato al progressivo esodo della produzione di carne Chianina. Con la situazione socio economica in cui ci troviamo siamo costretti in molti a dover abbandonare il sogno di allevare una razza così meravigliosa: è inconcepibile vendere un prodotto del genere ai prezzi medi di 6 euro al kg. Chiediamo un supporto diretto che miri ad abbattere parte dei nostri costi e che valorizzi chi produce questo meraviglioso prodotto, senza il quale sarebbe impossibile farlo arrivare nelle nostre tavole. Infine – puntualizzano - siamo a rimarcare l’oramai più che discussa problematica legata alla fauna selvatica. Siamo custodi attraverso l’agricoltura di uno dei luoghi più belli dell’entroterra, la Riserva Naturale del Sasso di Simone, ma è oramai ingestibile la problematica del cinghiale in questi terreni. L’attività agricola viene minata dal sempre più profondo problema del radicamento di questi animali. Chiediamo che vengano fatti interventi più mirati verso questo selvatico e a nostro modesto avviso la forma ad oggi più risolutiva sembrerebbe essere la caccia in braccata”. È pur sempre stata una giornata di festa ma anche di dialogo, confronto e gastronomia: iniziata con la sfilata dei trattori e terminata la sera con lo spettacolo pirotecnico.