Conte: Siri si deve dimettere, proporrò la revoca del suo incarico al Cdm
Siri: "Sono innocente, se i pm non mi ascoltano entro 15 giorni mi dimetto"
Armando Siri «temporeggia» e Conte annuncia l’atto di imperio con la revoca. «Il governo del cambiamento tutela i cittadini, non interessi di parte». Il presidente del Consiglio legge un discorso dopo aver atteso un gesto dell’esponente leghista nelle ultime ore, decide di forzare, annunciando che proporrà la revoca di Siri al prossimo Consiglio dei Ministri. Nessuna dilazione ulteriore, quindi, viene ammessa dal premier, consapevole del fatto che la sua decisione rischi di aprire un’ulteriore crepa in un governo che già naviga nello scontro permanente. Ad una manciata di minuti dalla convocazione della conferenza stampa, Siri dirama una nota in cui ribadisce la sua innocenza e promette di dimettersi non ora, ma nel giro di poche settimane. «Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, farò un passo indietro», spiega il sottosegretario ai Trasporti. La nota viene diramata alle 18:26, quattro minuti prima dell’inizio previsto della conferenza di Conte. E le parole dell’esponente leghista arrivano come un fulmine nella stanza del premier. L’ira del capo del governo è palpabile. Il premier scende in sala stampa con una trentina di minuti di ritardo, con volto teso, e legge le sue «motivazioni».
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