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Quattro chiacchiere con Gabriele Bigiarini titolare di un agriturismo a Caprese Michelangelo

La famiglia gestisce anche un azienda agricola
Sette generazioni di famiglia sullo stesso luogo e a esercitare la stessa attività; l’azienda agricola è accompagnata da un elegante agriturismo con tanto di ristorante e con la peculiarità dell’allevamento dei maiali di cinta senese, dai quali si ottengono insaccati davvero prelibati. La famiglia in questione si chiama Bigiarini, è proprietaria della struttura che si trova a San Polo di Caprese Michelangelo e Gabriele è l’amministratore dell’azienda. L’agriturismo sta rialzando la testa dopo la parentesi dell’emergenza Covid-19 e Gabriele Bigiarini si mostra fiducioso.
Bigiarini, quanto è stato difficile per voi il periodo del Covid-19?
“Basterebbe solo ricordare che il nostro agriturismo è stato chiuso il 9 marzo per riaprire nel fine settimana successivo al 18 maggio. La ripresa c’è, ma in forma molto graduale e comunque tuttora risentiamo di questa situazione; si muove il ristorante, anche se i gruppi numerosi per eventi o feste quali compleanni e cerimonie particolari sono tutti saltati. Il massimo sul quale abbiamo potuto contare sono stati gruppi di 20-25 persone”.
Le nuove disposizioni hanno inciso solo a livello di capienza ricettiva?
“E’ ovvio che anche noi possiamo ospitare meno clienti nelle nostre sale al coperto, ma per fortuna ora che è arrivata la bella stagione (così speriamo) possiamo aprire la terrazza e quindi riguadagnare qualcosa. Poi c’è l’aspetto delle camere e delle vacanze: purtroppo, abbiamo perso maggio e larga parte di giugno; abbiamo riaperto solo lo scorso fine settimana e meno male che la gente comincia a venire. Per ciò che riguarda invece l’azienda agricola, è un’attività che non si è fermata”.
Crede che vi saranno modifiche anche nella tipologia e soprattutto nella provenienza dei turisti?
“Senza dubbio, si è sensibilmente ridotto il turismo straniero e c’è anche una precisa spiegazione: per loro abitudine, gli stranieri programmano la vacanza, ma è chiaro che con l’attuale clima di incertezza che regna hanno preferito disdire per rimanere a casa. Abbiamo quindi recuperato un po’ con gli italiani, cercando di limitare il più possibile i danni”.
Luoghi all’insegna dell’amenità come appunto Caprese Michelangelo possono essere i favoriti in questo frangente? C’è insomma una carta buona da poter giocare?
“Sotto certi aspetti, è una carta che già ora riusciamo effettivamente in qualche modo a giocare, dal momento che stiamo rimpiazzando l’assenza di stranieri con turisti italiani, in genere famiglie, che effettuano la richiesta diretta, il che mi pensare che i nostri ospiti abbiano eseguito una ricerca scientifica sia dei posti in un cui andare, sia delle strutture in cui dormire, potendo contare su appartamenti indipendenti che garantiscono il distanziamento. Questo è un valore aggiunto, per quanto - sia chiaro – si tratti di un totale pur sempre inferiore rispetto a quello degli anni passati”.
Preoccupato per quello che potrà accadere in futuro?
“Voglio essere ottimista. Stilare previsioni è difficile, anche perché le informazioni sono molto discordanti fra loro, specie a livello di esperti. Si parla di diminuzione della carica virale: c’è chi dapprima smentisce e poi sottovoce conferma. Voglio credere che da noi la pandemia si sia attenuata, nonostante le notizie provenienti da Cina, Germania e soprattutto Brasile e America Latina lascino tutt’altro che tranquilli. Questo dal punto di vista sanitario; per ciò che riguarda quello economico, temo che le conseguenze ce le porteremo a lungo”.
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