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Bagno di Romagna, il sindaco Baccini interviene sulla filiale della Cassa Risparmio di Forlì

Il primo cittadino: "Ci stiamo attivando per scongiurare la chiusura"

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Sulla questione della chiusura della Filiale di Bagno di Romagna della Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna interviene pubblicamente il Sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini, dopo che sui quotidiani locali viene sbandierata la richiesta di interessamento della problematica al Parlamento quale azione per superare una mancanza di attenzione dell’Amministrazione comunale.

“Quello che viene dichiarato – interviene Marco Baccini – è un’ulteriore rappresentazione di come nel nostro contesto locale c’è chi si dileggia a farsi “cicala”, sottolineando probabilmente un impegno fittizio a trovare soluzioni che più probabilmente servirà per attirare qualche voto in vista delle prossime elezioni, e chi invece lavora sul campo con responsabilità e senso del dovere”.

“La questione – precisa il Sindaco – ci impegna direttamente da oltre un mese in più direzioni e tavoli per trovare una soluzione ad una decisione che, seppur appartenente alla sfera puramente privata come quella di un Istituto bancario,  determina un forte impatto nella sfera della collettività”.

“Non appena siamo venuti a sapere della previsione di chiusura della filiale di Bagno di Romagna – afferma il Sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini – abbiamo immediatamente preso contatto con la Direzione Generale della Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, sia informalmente che per iscritto, al fine di verificare quanto dichiarato nella poco chiara lettera arrivata a tutti i correntisti e per farci interpreti dell’espressione della comunità di Bagno. Ne è seguito un primo incontro con il Direttore Generale e il Direttore Area Retail Romagna Sud Ovest, in occasione del quale sono emersi più chiaramente i termini della decisione adottata dai vertici del Gruppo Intesa San Paolo, cui la Cassa dei Risparmi è affiliata.”

“Già in quella sede, prima ancora che iniziasse la raccolta firme, che peraltro abbiamo sostenuto e sollecitato per rafforzare l’interesse concreto del territorio al mantenimento del presidio locale dell’Istituto bancario, abbiamo denunciato fermamente l’importanza che la questione riveste per la nostra comunità nonché le pesanti ripercussioni di carattere pubblico per la nostra collettività”.

“L’Istituto di credito ha rappresentato le ragioni oggettive di insostenibilità del mantenimento della filiale, da individuarsi sostanzialmente nel numero esiguo di conti correnti e di operazioni bancarie che già da tempo caratterizzano quella sede. Pur trattandosi di questioni appartenenti alla sfera imprenditoriale privata, abbiamo comunque cercato di forzare la questione, seppur nel rispetto istituzionale dei rapporti e delle logiche pubblico-private, avanzando la richiesta di mantenimento della sede e di quei servizi che risultano preminenti per i cittadini e per il tessuto turistico di Bagno, che sono ora sul tavolo di valutazione dei vertici della Banca, dalla quale attendiamo una risposta”.

 “D’altra parte, abbiamo immediatamente iniziato a sondare la disponibilità e l’interesse concreti di altri Istituti bancari ad insediarsi sul territorio, aprendo trattative che sono attualmente in corso e che ci auguriamo possano aprire nuove opportunità. Certo è che se queste ipotesi trovassero conferme concrete e si rendessero praticabili, poi dovrebbe seguire un’azione concreta e sostanziale della comunità di Bagno al passaggio ed all’apertura di conti correnti presso gli Istituti decisi a mettersi in gioco”.

“Non solo, ma abbiamo posto enfasi alla raccolta firma, inviando una ulteriore lettera agli Enti superiori competenti in materia ed attinenti alla sfera dei servizi pubblici, per denunciare come questo singolo e concreto episodio sia in realtà espressione di una tendenza più ampia, che le piccole realtà montane e periferiche stanno vivendo ad oggi. Piani di razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi sono oggi all’ordine del giorno di numerosi enti, a più livelli e di diversa natura. Una costante che emerge in questi piani è proprio il venir meno di servizi nelle realtà piccole, periferiche e montane come la nostra. Una situazione che incide ancor di più sul progressivo spopolamento che sta caratterizzando territori come il nostro e che soprattutto vanifica gli sforzi di queste piccole comunità che cercano con il lavoro in sinergia di amministrazione comunale, mondo imprenditoriale, mondo dell’associazionismo e società civile e con una ricerca costante di rinnovamento interno di invertire questa tendenza. Per questo, quali enti pubblici, è nostro specifico dovere intervenire per porre un freno a questo andamento.
Forse è proprio su questo ultimo punto che un organo istituzionale quale quello parlamentare deve essere chiamato a rispondere e a riflettere, con misure e soluzioni concrete, di ampio respiro, non coinvolgendolo nel dibattito locale da campagna elettorale privo di progettualità ed argomentazioni.

“Tornando al livello locale – chiude il Sindaco – mi pare piuttosto che solo il clima elettorale sia la vera sveglia per chi fino a ieri è stato assente mentre qui si lavorava a rimediare a problemi simili. Non ricordo alcuna partecipazione ai problemi relativi alla simile questione del mantenimento della Caserma di Bagno, dell’ambulatorio del medico di base oppure della riapertura della Caserma di San Piero”.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/11/2018 08:59:54


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