Draghi: “Mai così tanta emozione e responsabilità. Fuori dell’Ue c’è meno Italia"
"Tutti uniti dall’amore per l’Italia”. Poi, fisco, scuola e vaccini in tutte le strutture pubbliche
Sono le 9.55 quando Mario Draghi entra a Palazzo Madama. Puntuale alle 10 prende posto nel banco del governo. A presiedere l’Aula, come consuetudine c’è la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, accanto all’ex presidente della Bce il ministri per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Il tempo di introdurre la seduta, il ricordo, la memoria e gli applausi per Franco Marini e subito dopo il capo del governo prende la parola: è il suo primo discorso per la fiducia. Una fiducia, che si immagina già molto ampia, ma che si consumerà non solo nelle sette ore di dibattito fino al voto serale ma anche tra la lacerante discussione che sta sfiancato il Movimento 5Stelle. «Buongiorno», «grazie Presidente», esordisce così il capo del governo. Ringrazia il suo predecessore, poi annuncia che al primo posto c’è la necessità di «combattere la pandemia e salvaguardare la vita dei cittadini. Il virus è nemico di tutti». Nella mia carriera non c’è mai stata «tanta emozione e tanta responsabilità». Draghi cita Cavour, «non esiste un prima e un dopo»: il governo «farà le riforme ma affronterà anche l'emergenza. Siamo consci dell'insegnamento di Cavour, le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l'autorità, la rafforzano». Arrivano i primi applausi, «siamo cittadini di un Paese – insiste il capo del governo – che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato». In sostanza afferma Mario Draghi, «il mio è semplicemente il governo del Paese», un modo per rispondere a chi in questi giorni si domandava e chiedeva che tipo di governo fosse il suo. Un governo, insomma, secondo il premier che affronta l’emergenza senza rinunciare a cambiare le cose che non vanno. «Perché ogni spreco – dice – è un torto alle nuove generazioni», e anche per queste ragioni chiarisce che l’«Italia è nell’Europa» anzi è fondatrice dell’Ue e protagonista della Nato».
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