Recovery, Lamorgese: “Modifica del Codice appalti per evitare il rischio infiltrazioni”
"Accelerazione delle procedure ma anche dell'attività di prevenzione delle forze di polizia"
«La sicurezza è la precondizione necessaria per la ripresa economica post pandemica. Noi stiamo lavorando ad una modifica al codice degli appalti per mettere in sicurezza le varie procedure. C'è necessità di un’accelerazione delle procedure ma anche dell'attività di prevenzione delle forze di polizia». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel corso del Law Enforcement Forum, un incontro promosso dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza insieme ad Europol, durante il quale si stanno confrontando i vertici delle forze di polizia di 24 Stati europei allo scopo di individuare le strategie più efficaci per anticipare l'aggressione criminale ai fondi del Next Generation Eu. «Dal Governo Draghi – ha replicato a distranza il leader della Lega, Matteo Salvini – mi aspetto la revisione del codice degli appalti perché si rischia di avere dei soldi che non si riescono a spendere per colpa della burocrazia. Spero che Pd e M5s non si mettano di traverso».
Il presidente di Anac, Giuseppe Busia, chiede, invece di «rendere obbligatoria la dichiarazione del titolare effettivo delle società che partecipano alle gare per gli appalti». Motivo per cui «bene hanno fatto il premier Draghi e la ministra Lamorgese a richiamare l’attenzione sul rischio di infiltrazioni criminali nell’utilizzo dei fondi del Pnrr: l'Autorità Anticorruzione intende vigilare con forza, innanzitutto attraverso la prevenzione. Il potenziamento in capo a Anac della banca dati nazionale dei contratti pubblici va in tale direzione, per favorire il controllo digitale preventivo di tutti gli appalti del Pnrr».
Busia, in particolare, sottolinea che «l’arma della trasparenza, su cui ci battiamo molto, permette il controllo pubblico preventivo degli appalti, a chi vengono assegnati, con quali garanzie. Proprio al fine di una maggiore controllabilità chiediamo al governo e al parlamento di introdurre l'obbligo della dichiarazione del titolare effettivo delle società che partecipano alle gare per gli appalti: in tal modo le Pubbliche amministrazioni possano conoscere chi effettivamente sta dietro le scatole cinesi che spesso coprono il vero titolare della società che vince l’appalto, evitando così corruzione e riciclaggio».
Tale obbligo, ricorda il presidente dell'Anac, «c’e' in alcuni punti della normativa antiriciclaggio, occorre inserirlo anche nel codice degli appalti. Inoltre - aggiunge - sosteniamo la revisione dei protocolli di legalità. Chiediamo, per esempio, venga introdotto il congelamento degli utili di una società sotto inchiesta, come misura alternativa al blocco dei lavori o al commissariamento. In tal modo l’opera può procedere. Se la società esce indenne dall’inchiesta, riceverà gli utili, altrimenti no, senza dover bloccare la gara».
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