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Morto Bernard Tapie, ex proprietario di Olympique Marsiglia e Adidas

Aveva 78 anni ed era malato dal tempo. Vinse la Coppa dei Campioni contro il Milan

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È morto a 78 anni dopo una lunga malattia Bernard Tapie. Uomo d’affari, politico, ex patron dell’Olympique Marsiglia (dall’86 al 94) e proprietario dell’Adidas dal 1993 al 96 è stato una figura molto controversa e discussa in Francia. Parlamentare con il Partito socialista e ministro di François Mitterrand, nel 94 creò anche un suo partito, Énergie Radicale, che durò solo pochi mesi. 

Nel 1995 fu condannato a due anni di reclusione, di cui uno con la condizionale, in connessione con il reato di corruzione e subornazione di testimoni. Il processo stabilì che l'Olympique (che sotto la sua guida vinse 4 campionati consecutivi) comprò la vittoria per uno a zero sul Valenciennes, il 20 maggio del 1993. Sempre nel 93 il suo club vinse la Coppa dei campioni battendo in finale il Milan. Quella fu solo la prima condanna, arrivarono poi 18 mesi per frode fiscale nel 1997 e ancora, nel giugno 98, 3 anni di carcere e 5 anni di divieto dalle cariche pubbliche per falsificazione e appropriazione indebita di beni aziendali sempre ai tempi dell'OM. Nel 2010 è stato invece assolto dopo un processo di circa vent'anni, dalle accuse di bancarotta nell'inchiesta sul crac finanziario delle sue holding.

Tapie era malato da tempo di cancro tanto da non poter partecipare, lo scorso maggio, alle udienze del processo in cui era accusato di truffa nel caso Credit Lyonnais. Secondo quanto riporta la stampa francese, partito dal nulla, nel 2016 aveva una fortuna stimata in 150 milioni di euro. Fra i primi messaggi della classe politica, quello del primo ministro Jean Castex, che si è "inchinato” alla memoria di Tapie, un «combattente», «uomo molto impegnato». «La prima immagine che mi viene in mente - ha detto Castex ai giornalisti a margine di una riunione del partito presidenziale La République en Marche ad Avignone, nel sud - è quella del combattente, per le sue idee, le sue convinzioni. È sempre stato molto impegnato contro l'estrema destra, ma soprattutto per alcune cause, per la sua squadra di calcio, la sua città, anche la sua impresa. Insomma un uomo molto impegnato, che ha dato tutto e credo che questo lo si sia visto anche contro la malattia. Ha lottato colpo su colpo, da combattente come è sempre stato. Mi inchino alla sua memoria». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
03/10/2021 13:11:17


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