Mauro Pasqualini e la maglia che Pelè gli donò per i suoi dribbling

L'ex calciatore, che vive a Foiano della Chiana, ricorda quel giorno di oltre 50 anni fa
Una onesta carriera di calciatore professionista, che lo ha visto fra gli artefici della prima storica promozione in Serie A del Cesena allenato da Luigi Radice nella stagione 1972/’73, ma un trofeo davvero speciale che conserva in casa: la maglia numero 10 del grande Pelè, morto giovedì scorso a 82 anni. Non una normale maglia come gadget, ma la maglia con la quale “O Rei” ha giocato e sudato. Lui è Mauro Pasqualini da Crevalcore (Bologna), 75 anni compiuti lo scorso 1° dicembre e da molto tempo residente a Foiano della Chiana, Comune del quale è originaria la moglie. Un autentico personaggio con i suoi inconfondibili baffi, di quelli che rimangono simpatici a prima vista. Pasqualini, ala destra vecchio stile, è cresciuto nelle giovanili del Bologna e poi ha indossato le casacche di Catania, Bologna, Arezzo, Lucchese, di nuovo Bologna, Cesena e Monza: 8 presenze in A e tante in B. Correva l’estate del 1971 e il Bologna era in tournee negli Stati Uniti: a New York, alloggiava nello stesso albergo del Santos, la squadra brasiliana che ha reso celebre Pelè. Nel giro di un mese, le due compagini avevano familiarizzato, disputando ben tre amichevoli a Montreal, Boston e Chicago. Al termine della terza partita, Edson Arantes do Nascimento (questo il nome di Pelè) andò al centro del campo, si tolse la maglia e chiamò Mauro Pasqualini per consegnarla a lui, che rimase sorpreso e domandò in inglese il motivo. “Why?”, disse Pasqualini, ossia “perché?”. E Pelè gli spiego che era rimasto incantato nel vedere i suoi dribbling, tipici di coloro che giocano sulla fascia. "Sei uno che sa dribblare, come piace a me", così gli rispose Pelè, il quale gli fece quindi omaggio della sua maglia, che Pasqualini in ogni occasione dedicata ai grandi “numeri 10” del calcio ha sempre portato appresso. “Per tutta la giornata di ieri sono stato tempestato di telefonate da parte di amici e di testate giornalistiche nazionali – ha commentato – e questa maglia rimane uno fra i ricordi più belli in assoluto della mia vita”. Essere consacrati da Pelè non era di certo una prerogativa per tutti, ma Pasqualini ha avuto questo particolare onore.
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