Colombia, il miracolo della selva boliviana, ritrovati 4 bambini dispersi

Dopo 40 giorni. Individuati grazie alle impronte di piccoli piedi e di frutti selvatici morsi
Quando i militari della Tap1 delle forze speciali colombiane hanno avvistato i bambini nella giungla hanno messo mano alla loro radiotrasmittente gridando "miracolo": la parola in codice concordata per indicare il successo dell'Operazione speranza, quaranta giorni nella selva amazzonica e 2.500 chilometri di foresta battuta, alla ricerca dei quattro fratellini scampati ad un incidente aereo. Una storia magica di resilienza e di fiducia che incanta il mondo, degna dei racconti di Gabriel Garcia Marquez. Lesly Jacobombaire Mucutuy di 13 anni, Soleiny 9, Tien Noriel 4, e la piccola Cristin - che il 26 maggio ha compiuto un anno mentre si trovava nella selva - sono stati ritrovati in un punto perlustrato più volte da soldati e indigeni. Lo stesso quadrante in cui l'unità Dragon 4, aveva individuato il primo rifugio dei piccoli, i resti di un frutto smangiucchiato, e un paio di forbici, a tre chilometri dal rinvenimento della carcassa dell'aereo. "Un mistero che sorprende tutti", è stato detto, visto che l'area, dove non ci sono grotte e la foresta non è fitta, era stata battuta in lungo e in largo. "Una grande gioia per il Paese" ha esultato il presidente, Gustavo Petro, di rientro da Cuba con in tasca un accordo di cessate il fuoco con i ribelli dell'Eln. I primi a diffondere le foto dei bambini via Twitter sono state le Forze armate. Nelle immagini i fratellini avvolti nelle coperte termiche, appaiono spaesati e denutriti. Trasferiti con un elicottero al posto di comando unificato della più vicina San Jose Guaviare, sono stati visitati dai medici, che li hanno trovati disidratati, con punture di insetti e ferite multiple, soprattutto ai piedi, per aver vagato scalzi per giorni. Per sopravvivere, Lesly, Soleiny, Tien, e Cristin, si sono lasciati guidare dalle loro "conoscenze ancestrali" trasmesse dalla nonna. Hanno improvvisato bende per proteggersi i piedi e costruito capanne di fortuna per ripararsi dalle piogge. E come nella favola di Hansel e Gretel, hanno lasciato lungo il percorso tanti piccoli indizi: resti di frutti, impronte dei piedini, un paio di forbici viola, un biberon, un elastico per capelli, un pezzettino di metallo - incoraggiando i soccorritori, che hanno organizzato anche lanci di kit dal cielo, con cibo ed acqua, per aiutarli a resistere. E a contribuire in modo determinante al ritrovamento, è stato il cane eroe Wilson, il pastore belga che ha fiutato le tracce dei bambini - disperso da alcuni giorni - che secondo i militari è stato il primo a ritrovare il gruppetto e a proteggerlo. Mentre gli scout indigeni, profondi conoscitori della foresta e delle sue insidie, hanno orientato le forze speciali quando Gps e bussole impazzivano, allontanando tigri, tapiri, ed altri animali selvaggi. Magdalena Mucutuy Valencia, morta nell'incidente aereo, ed i suoi quattro bambini, erano saliti sul Cessna 206 precipitato per ricongiungersi al marito, Manuel Ranoque, ex governatore della riserva indigena di Puerto Sabalo, fuggito pochi giorni prima, dopo le minacce di morte dei guerriglieri. Il volo era partito da Araracuara, con destinazione San José del Guaviare. Rotta su cui si ritiene vivano ancora popolazioni indigene isolate nella foresta. Ma a metà strada, mentre l'aereo stava sorvolando Caquetá, il pilota, l'ex tassista Hernando Murcia Morales, aveva lanciato un mayday, avvertendo di un guasto al motore. Poi le comunicazioni si erano interrotte. Il velivolo era stato ritrovato il 15 maggio schiantato. Dentro e intorno, i cadaveri di tre adulti, tra questi il leader indigeno Yarupari Herman Mendoza Hernandez, ma nessuna traccia dei fratellini, ritrovati vivi nella giungla, come in una fiaba a lieto fine. Via Twitter il ministero della Difesa colombiano ha sottolineato che la parte più difficile dell'operazione di salvataggio realizzata ieri pomeriggio è stata quella di riuscire a portare i quattro bambini dalla fitta selva del Guaviare in cui sono stati rinvenuti, fino ad un elicottero che sostava ad un'altezza di 60 metri sopra le cime degli alberi. Elementi specializzati dell'esercito, mostra un video, hanno preso in braccio uno ad uno i quattro bambini e, con l'ausilio di un cavo metallico collegato ad un argano operato dal velivolo, li hanno portati a bordo. In un ultimo tweet il ministero ha confermato che "tutti gli sforzi del @FuerzasMilCol sono riusciti con successo a proteggere la vita dei bambini nelle giungle di Guaviare e Caquetá". L'operazione, conclude il messaggio, "ha regalato loro il miracolo che la Colombia si aspettava. Eterna gratitudine ai nostri ufficiali in uniforme e alle comunità indigene".
Nelle foto i piccoli, indigeni della comunità Huitoto, appaiono piuttosto scarni, ed il presidente Petro ha fatto sapere che le loro condizioni di salute sono "debilitate". I bambini erano rimasti bloccati nella giungla il primo maggio, sopravvissuti ad un incidente aereo costato la vita alla loro madre, Magdalena Mucutuy Valencia, e ad altri due adulti: il pilota Hernando Murcia Morales e il leader indigeno Yarupari Herman Mendoza Hernandez.
Sarebbero sopravvissuti grazie alla loro "conoscenza ancestrale" i quattro bambini ritrovati dopo aver vagato più di 40 giorni nella selva colombiana. A dirlo - come riportato dalla testata Cambio - è John Moreno, leader indigeno guanano del Vaupés, che ha spiegato: "i bambini sono cresciuti dalla nonna, che è sapiente nella protezione indigena di Araracuara. Sono riusciti a sopravvivere grazie alle conoscenze tradizionali che gli ha insegnato". Anche per Sandra Vilardy, viceministro della politica e della normalizzazione ambientale, se i bambini sono potuti sopravvivere in quella che è rinomata essere una delle foreste più dense e vergini del Paese, è grazie ai "messaggi della propria comunità e, naturalmente, le conoscenze che hanno fornito loro in precedenza". I rischi nella foresta, ha detto ancora Vilardy, sono tanti e riguardano non solo "le condizioni molto limitate che offre la giungla in termini di alimentazione" ma anche quelli "associati a felini, serpenti, ragni, scorpioni, terreni instabili e pericolosi".
Il velivolo era stato ritrovato il 16 maggio, in una zona boscosa del municipio di Solano, nel dipartimento di Caquetà, nel sud del Paese. Sul posto erano stati rinvenuti i tre adulti morti nello schianto, ma nessuna traccia dei piccoli. Il ritrovamento di resti di frutta con tracce di morsi aveva acceso la speranza di ritrovarli in vita, facendo scattare una massiccia operazione di ricerca guidata dai militari, con oltre un centinaio di truppe delle forze speciali ed una settantina di esploratori indigeni, che hanno setacciato l'area senza sosta. Il 18 maggio era stata data una prima notizia del ritrovamento, poi smentita dallo stesso presidente Petro. Ma nuove tracce del passaggio dei bambini, nel corso delle settimane, hanno incoraggiato le ricerche, tanto che erano stati lanciati anche oltre 100 kit di sopravvivenza contenenti acqua e cibo, per aiutare i quattro bambini nei loro sforzi per la sopravvivenza.
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