Impianto eolico in Appennino: le osservazioni al progetto "Poggio delle Campane"

Il Gruppo d'Intervento Giuridico insiste sulla valutazione di impatto ambientale
Sempre più “calda” la situazione sul versante appenninico della Valtiberina sui progetti degli impianti eolici previsti in zona. Nella giornata di martedì, il Gruppo d’Intervento Giuridico – associazione ecologista – ha inviato a tutti gli organi di stampa un atto con osservazioni nel procedimento della valutazione di impatto ambientale relativamente al progetto “Poggio delle Campane”, che interessa le superfici boscate dei territori di Badia Tedalda e Sestino, caratterizzati da pascoli, corsi d’acqua, prati e aree di grande valore naturalistico. Qui sono previsti otto aerogeneratori della potenza di 6,2 megawatt l’uno (totale 49,6 megawatt), più cavidotti, sottostazioni e viabilità su siti che si trovano dentro la fascia di rispetto estesa ai tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo paesaggistico, posta dall’articolo 47 del decreto legge n. 41/2023, in attesa della individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Vi è inoltre la presenza di numerose aree naturali tutelate dalle direttive Cee sulla salvaguardia degli habitat con flora e fauna: nello specifico, le zone speciali di conservazione del Sasso di Simone e Simoncello, dei Monti Sasso di Simone e Simoncello, del Monte Carpegna e Sasso di Simone e Simoncello e dell’Alpe della Luna, più quella dei Versanti occidentali del Monte Carpegna, del Torrente Messa e di Poggio di Miratoio. Una pura speculazione energetica e uni snaturamento dell’ambiente e della stessa identità dei luoghi – scrive il gruppo di intervento - in un tratto dell’Appennino tuttora integro e di grande valore naturalistico. Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra nelle quali installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo il coinvolgimento di Regioni ed enti locali e lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica, mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per la realizzazione, la gestione e la rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica. Siamo ancora in tempo per cambiare registro, in meglio”.

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