Umbertide, cento olivicoltori a lezione di potatura a vaso polifonico con Luc Feliziani
Baldelli: “Puntiamo a migliorare le pratiche agricole dei nostri clienti e soci”
Un ulivo ben curato è la chiave per una resa superiore e gli errori di potatura possono costare caro, influenzando non solo il raccolto attuale ma anche la produttività futura degli ulivi. Per evitare questa spiacevole circostanza, la Molini Popolari Riuniti, in collaborazione con Stocker, ha organizzato all’agrigarden PolliceVerde di Umbertide un corso di formazione e approfondimento sulla potatura dell’olivo a cui hanno partecipato, con grande attenzione, circa cento olivicoltori provenienti da varie regioni d’Italia. Con questa iniziativa, infatti, la Molini Popolari Riuniti, rappresentata per l’occasione dal presidente Matteo Baldelli e dal responsabile dei punti vendita Stefano Casagrande, ha voluto offrire ai propri clienti e soci la consulenza gratuita di esperti con l’obiettivo di migliorare le pratiche agricole da loro messe in atto e arricchire la loro conoscenza e il loro impegno verso un’agricoltura sostenibile ma anche produttiva. “C’è stata grande richiesta – ha commentato Baldelli – affinché organizzassimo nuovamente questo tipo di corso che, perciò, riproporremo annualmente. Sarà quindi un appuntamento fisso nell’agenda di eventi formativi della Molini Popolari Riuniti. Oltre a questo, nei nostri punti vendita abbiamo una squadra di tecnici che può sempre fornire consigli e indicazioni, oltre alle strumentazioni tecniche più adatte a queste necessità”.
Il maestro potatore Luc Feliziani, della Scuola potatura olivo, ha così affascinato i presenti illustrando loro, in particolare, la storia e le tecniche per la potatura a vaso polifonico. Una metodologia che ottimizza l’uso dello spazio e l’esposizione alla luce, favorendo quindi una raccolta più ricca e di qualità. “Questo sistema – ha spiegato Feliziani – permetteva e permette di ridurre i costi di manutenzione in quanto la potatura è celere, ma anche la successiva raccolta delle olive è più veloce. È, inoltre, un sistema che rispetta le esigenze dell’olivo: lui vuole crescere in alto e noi lo aiutiamo a spiccare il volo, ma controllando bene le sue cime, in modo da poter proporre nuova vegetazione nella parte bassa dell’olivo dove poi andremo a cogliere. Quindi un ritorno al passato, unitamente alle conoscenze e strumentazioni che ci offre la scienza moderna, il tutto con l’obiettivo di garantire un reddito agli olivicoltori”. Una riscoperta del passato poiché, come ha raccontato lo stesso Feliziani mostrando documenti e ripercorrendo l’evoluzione delle tecniche di potatura nella storia, dagli anni Trenta agli anni Settanta è stato proprio questo il tipo di potatura che veniva insegnato negli istituti agrari di tutta l’Umbria e dalle cattedre ambulanti nei vari territori. Nonostante se ne sia poi un po’ persa l’abitudine, era quindi la metodologia del vaso polifonico quella che veniva tradizionalmente messa in pratica dagli agricoltori umbri. “C’è stata grande attenzione e curiosità da parte di tutti presenti – ha rilevato con piacere Feliziani –. Tanta voglia di imparare, conoscere e soprattutto di mettersi in gioco, con la disponibilità a rivalutare le tecniche che si era abituati ad applicare, cosa che in questo mondo è tutt’altro che scontata”.
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