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Una storia di furti e botte dietro il tentato omicidio di Città di Castello

L'albanese resta rinchiuso nel carcere di Capane a Perugia

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Il brutto episodio accaduto a Città di Castello del tentato omicidio, alza l'asticella della paura e dell'aumento della criminalità in città. Le indagini nel frattempo sono condotte dalla polizia sotto la direzione della Procura della Repubblica di Perugia ed affidate al sostituto Giampaolo Nocetti, e tutti si auspicano che si faccia definitiva chiarezza sull'accaduto e sulle relative responsabilità. Ma senza dubbio ha lasciato tutti sconcertati e turbati il tentato omicidio avvenuto in pieno giorno, circa le 13 di venerdì 24 maggio, dinanzi al Commissariato: lì dove un cittadino albanese di 24 anni, ha volontariamente colpito con la sua auto in retromarcia un minore di nazionalità egiziana ora ricoverato in ospedale. Non si parla d'altro e si fa strada una certa paura e diffidenza nei confronti dell'altro, di chi non si conosce. "Non si vive più tranquilli" è la frase più comune di queste ore. Le indagini come è noto stanno procedendo a ritmo serrato e già si è ricostruito quando accaduto da giovedì sera a sabato, ma sono ancora tanti i tasselli che debbono comporre la composizione del definitivo mosaico con le relative specifiche responsabilità. Come acclarato nella serata di giovedì 23 maggio il cittadino albanese è entrato nell'abitazione occupata dagli egiziani dopo un scalata della palazzina che lo ha portato al terrazzo dell'appartamento: qui avrebbe rubato i documenti di identità e forse anche i passaporti degli egiziani. Nella giornata seguente ci sarebbe stato un incontro, non si sa se fortuito o volontario tra i due egiziani e l'albanese, in un parcheggio di un supermercato; incontro che sarebbe finito in una rissa con la peggio riportata dall'albanese. Lo stesso 24enne si è quindi recato in commissariato per denunciare l'accaduto e la sua versione dei fatti e quindi incolpare gli egiziani delle percosse subite. Attorno alle 13 all'uscita dal commissariato il 24enne albanese quindi è salito nella sua Volvo e notando la presenza dei due egiziani, ha deciso di effettuare una manovra di retromarcia con l'auto colpendo in pieno il ragazzino che è risultato gravemente ferito agli arti inferiori ed al capo. A quel punto è scattata la fuga dell'albanese e l'allarme generale con la polizia che lo ha rintracciato ad Umbertide ma il giovane è stato arrestato e condotto in commissariato. Sicuri che non potesse darsi alla fuga lo hanno portato anche al quartiere La Tina dove avrebbe rubato i documenti degli egiziani. Alla fine è stato trasferito al carcere di Capanne con l'accusa di tentato omicidio emesso dal Pm Giampaolo Mocetti, in attesa dell'udienza di convalida del Gip. Nel frattempo i due egiziani si sono affidati alla difesa dello studio legale Zaganelli e hanno nominato Eugenio Zaganelli e Giacomo Bacchi avvocati di fiducia. Nel pomeriggio di sabato 25 maggio il ragazzo egiziano è stato portato in sala operatoria e sottoposto ad un intervento ortopedico all'arto rimasto schiacciato nell'impatto tra le due auto: per lui resta la prognosi riservata e un probabile nuovo intervento chirurgico per salvare la gamba colpita e schiacciata.

Notizia tratta dal Corriere dell'Umbria
© Riproduzione riservata
28/05/2024 07:12:41


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