Mostra e convegno su Giacomo Matteotti a Città di Castello
Mostra che ripercorre la vita del leader socialista, segretario del PSU
Nella sala consiliare del comune di Città di Castello, al termine del convegno, che ha visto partecipi il segretario della locale sezione FGS Piero Duca, il professore Filippo Mario Stirati, il Professore Mario Tosti e il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, si è inaugurata la mostra commemorativa su Giacomo Matteotti. Mostra che ripercorre la vita del leader socialista, segretario del PSU (partito socialista unitario), dagli esordi all’affermazione nazionale, dalle battaglie per la democrazia alla dura opposizione al fascismo. In un’ Italia dove parte della sinistra sognava la Russia, lui aveva compreso fra i primi la pericolosa natura del fascismo. Opposizione che si concluse con il brutale omicidio perpetrato dal regime mussoliniano, che fu solo l’epilogo della lunga battaglia riformista di Matteotti.
L’esposizione, inauguarata alla presenza del presidente della regione Toscana Eugenio Giani, del sindaco tifernate Luca Secondi e il Presidente del Consiglio Comunale Luciano Bacchetta è suddivisa in quattro sezioni, che ripercorrono la vita di Matteotti e il drammatico passaggio dallo Stato liberale alla dittatura fascista.
La sezione Il giovane Matteotti evidenzia l’impegno in Polesine vicino ai braccianti e ai mezzadri, la carriera accademica, l’attività pubblicistica per “La Lotta”, l’adesione al Partito Socialista.
Quella sull’Impegno politico nazionale 1919-1924, sottolinea l’attività parlamentare, l’azione politica contro il fascismo e gli squadristi, intesi come “guardia bianca” degli interessi agrari e dei “collaborazionisti”, in seno al neonato Psu di cui era segretario.
La sezione Sequestro e morte 1924-1926, partendo dall’affermazione alle elezioni del 1924 del Psu include il celebre discorso del 30 maggio in Parlamento contro i brogli e le violenze dei fascisti, fino al sequestro del 10 giugno a Roma, all’assassinio, al ritrovamento del cadavere il 16 agosto e al processo-farsa di Chieti.
La parte finale Il mito di Matteotti, focalizza il lascito del politico, culturale ed educativo del segretario socialista riassumibile con la famosa frase “Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore”.
L’intento della mostra non è solo quello di ricordare l’eroe assasinato, ma è quello di restituire alla cittadinanza tifernate, non solo la vita di un grande socialista, ma il valore politico e sociale di uno dei padri della nostra democrazia e di far riscoprire un politico e intellettuale di notevole valore, padre di un pensiero europeista e riformista ancora contemporaneo.
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