Hezbollah: "Missile balistico su Tel Aviv". Quasi 500 morti nei raid israeliani in Libano
I guerriglieri anti israele intensificano i lanci di razzi. Usa e Onu impotenti, nessuno li ascolta
La giornata di mercoledì si apre con la notizia che Hezbollah ha lanciato il primo missile balistico su Tel Aviv, la capitale di Israele, e che questo sarebbe diretto sul quartier generale del Mossad, i servizi segreti della Stella di David. I presunti autori dell'attacco hacker a cercapersone e walkie-talkie che qualche giorno fa ha fatto decine di morti e centinaia di feriti in Libano. Secondo Israele sarebbero stati tutti coinvolti nel movimento estremista che, insieme ad Hamas e in alleanza con l'Iran, vuole la distruzione completa di quello che viene considerato l'avamposto occidentale (e in particolare americano) in un'area caldissima di Paesi arabi e islamici. A quasi un anno dall'attacco di Hamas a Israele che ha fatto 1.200 morti in un giorno e oltre 200 ostaggi, la guerra non si ferma, si amplia. Israele bombarda a tappeto e in due giorni i morti nei raid in Libano sfiorano i 500, fra cui 35 bambini e 58 donne, i feriti sono oltre 1.600.
Perché si bombardano anche abitazioni civili e strutture mediche
Il massiccio attacco di Israele sul suolo libanese è motivato, a dire del governo Netanyahu, dalla necessità di colpire i guerriglieri islamici di Hezbollah che nel giorno stesso in cui Hamas beffava la mitica sicurezza di Israele seminando vittime e orrori, lanciavano missili sul territorio ebraico. Gli attacchi con le esplosioni dei cercapersone e poi i bombardamenti anche su strutture civili avrebbero messo in ginocchio Hezbollah, eliminando la maggior parte dei suoi capi e alti dirigenti. Restano in vita Hassan Nasrallah e Ali Karaki, due dei leader anti israeliani più carismatici. Si attende la loro risposta, che potrebbe riportare pesantemente in causa l'Iran, nemico giurato di Israele e Usa ma senza la potenza militare di questi due Stati. La guerra si fa sempre più sporca, e si bombardano abitazioni civili, campi profughi e strutture sanitarie perché "si ritiene che nascondano estremisti nemici" come ha più volte spiegato Israele.
L'ultima partita di Netanyahu e il ruolo inutile dell'Onu
Il segretario Onu, Gutierres, continua a condannare da mesi i massacri israeliani sul suolo di Gaza, ora in Cisgiordania e Libano, parlando di crimini contro l'umanità e di risposta sproporzionata. A Gaza le vittime degli attacchi dell'Idf, in un territorio isolato da cordoni militari ai suoi confini e devastato da carenza d'acqua, cibo, medicinali e ritorno di malattie fra la popolazone stremata, le vittime sono già oltre 41 mila. Ma Israele non ascolta l'Onu, né ascolta gli Usa di Biden, una presidenza che dice di lavorare a un processo di pace rifiutato dal suo principale alleato, in attesa delle elezioni che diranno chi la spunterà fra Trump e Kamala Harris. Intanto Bibi Netanyahu si gioca la sua partita, la sopravvivenza politica della sua destra di fronte ai cittadini israeliani inferociti col governo che non ha saputo evitare il massacro dell'ottobre scorso né liberare la gran parte degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, alcuni dei quali morti proprio nelle operazioni militari dell'Idf.
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