Rubrica Lettere alla Redazione
Sospensione dell'impianto eolico “Monte Giogo di Villore Corella” sull’Appennino Mugellano
Lettera aperta alla Presidenza della Regione Toscana
Con la presente si chiede l’immediata sospensione dei lavori per l’impianto industriale eolico sul crinale Monte Giogo di Villore-Corella, a causa di criticità palesi e sempre più rischiose per l’ambiente, il territorio e le persone che lo abitano. Questa lettera ha lo scopo di togliere ogni alibi alle Istituzioni, e alle persone che le rappresentano, perché non dicano un giorno: Noi non sapevamo. Di fronte ai sempre più numerosi disastri idrogeologici, spesso provocati da scriteriati interventi umani, c’è bisogno di assunzione di responsabilità. Riteniamo che la politica non debba dare l’impressione di essere incaricata solo di sottoscrivere a occhi chiusi decisioni prese altrove. Un lunghissimo tratto di crinale, e di percorsi di accesso a esso, è ormai inibito non solo ai residenti ma anche a tutti coloro che, venendo da fuori, erano usi frequentare quei luoghi con camminate e pernottamenti nella nascente rete di agriturismi locale, a cui sono state tarpate le ali scoraggiando altri progetti analoghi per il futuro. I sentieri del CAI, il Sentiero 00 Italia, il Sentiero Europa E1, GEA Grande Escursione Appenninica, sono devastati dai lavori in atto, precludendo anche per l’avvenire ogni possibilità di escursioni e di turismo lento ed ecologico in un ambiente di comprovata rilevanza naturalistica, non antropizzato e artificiale. I lavori sul Monte Giogo Villore-Corella stanno distruggendo in modo irreparabile e irreversibile la Sentieristica nazionale ed europea, i crinali e i relativi versanti, col rischio, o meglio la certezza, di prossimi disastri idrogeologici. Cosa c’è da aspettarsi infatti da cementificazione massiva, consumo di suolo forestale e sua impermeabilizzazione, da ampie strade nei boschi, prima inesistenti, infrastrutture con pendenza superiore al 20%, se non disastri come frane e fiumi di acqua che si riverseranno a valle, trascinando con sé detriti e sostanze industriali inquinanti? Le tante tragedie piccole e grandi, come smottamenti e alluvioni, che con intensità sempre più ricorrente stanno flagellando l’Appennino Tosco-Romagnolo, non insegnano nulla riguardo al succedersi di fenomeni climatici rilevanti? E’ così che si fa opera di prevenzione agli effetti del cambiamento climatico? Si vuole anche segnalare che la strada che dalla statale 67 sale verso il cimitero di Corella e da qui alla valvola SNAM, cioè proprio il percorso indicato nel progetto, è già stata interessata in passato da molteplici cedimenti a monte e a valle. Inoltre la dorsale prescelta per l’impianto risulta interamente zona franosa, come ben documentato da accurati studi e Relazioni di esperti geologi inviate alla Regione. Inaccettabile è la distruzione irreversibile della Sentieristica di rilevanza nazionale ed europea: il Sentiero 00 Italia, il Sentiero Europa E1, la GEA Grande Escursione Appenninica, sono stati interrotti, deforestati, sbancati, verranno cementificati, degradati a sito industriale. Un patrimonio comunitario sfigurato e cancellato, a pochi passi dall’Alta Via dei Parchi, dalle Foreste Sacre del Casentino, sulla Linea Gotica del Muraglione, memoria storica e culturale della difesa partigiana dei territori e del Paese. C’è da aggiungere, a questo già nefasto quadro, molto altro. Prima di tutto il rischio di inquinamento dei torrenti e delle falde acquifere che servono gli acquedotti pubblici dei Comuni sottostanti. L’acqua del torrente Solstretto, alimenta in modo principale l’acquedotto comunale di Vicchio e scorre verso Villore attraversando una marroneta I.G.P. di grande pregio naturalistico. Una mega pala col suo enorme basamento di cemento è prevista proprio sopra questa marroneta, sovrastante la rete idrografica del Solstretto. L’inquinamento del torrente porterebbe con sé la sparizione di specie anfibie rare e protette a livello europeo, tra cui l’Austropotamobius pallipes complex, specie protetta dalla Legge regionale 30/2015 e dalla Direttiva habitat del 21 maggio 1992, prezioso bioindicatore di acqua pura di elevata qualità, la cui presenza è stata segnalata con Relazione inviata alla Regione dalle Dott.sse Gianna Innocenti ed Elena Tricarico dell’Università di Firenze. Il Dottor Paolo Agnelli, coautore delle Linee guida per la valutazione degli impianti eolici sui chirotteri, afferma nella sua Relazione indirizzata alla Regione Toscana che “l’area del Giogo di Villore Corella risulta tra le aree a maggior biodiversità chirotterologica per la presenza di un alto numero di specie di chirotteri, rappresentate da un alto numero di individui e con la presenza di importanti colonie riguardanti specie di Allegato II Direttiva Habitat”. Sono state inviate ai Comuni e alla Regione Relazioni aggiornate sulla presenza e identificazione del Gatto selvatico Fenotipo C2 riconosciuto dal Dott. Andrea Sforzi, Direttore del Progetto scientifico del Gatto selvatico in Italia, rilevato con fototrappola lo scorso gennaio in area Giogo di Villore. Relazioni di esperti erpetologi certificano nel torrente del Solstretto e nei torrenti dell’area, anche limitrofi ai cantieri sulla viabilità di Corella, la presenza di anfibi di specie protetta, quali la Salamandra salamandra, la Salamandra perspicillata, la Rana italica, il Geotritone. L’area Giogo di Villore Corella è un habitat di specie protette che non si deve mettere a rischio, impoverire e frammentare, ma tutelare e salvaguardare, come la normativa in essere stabilisce e come la Strategia Nazionale ed Europea sulla Biodiversità raccomanda, al fine di estenderne il riconoscimento ad aree protette. Al 2030 la Regione Toscana deve passare dal 15% di aree protette al 30%. I crinali confinanti col Parco Nazionale Foreste Casentinesi sono le aree ottimali deputate al riconoscimento di aree protette, pena una ricaduta negativa per il Parco stesso, che da subito ha espresso parere contrario all’impianto industriale eolico Monte Giogo di Villore, come due Sovrintendenze. Sul crinale verrà predisposta un’area di betonaggio per la preparazione del cemento. A parte la domanda che nasce spontanea: da dove prenderanno tutta l’acqua occorrente? Ce n’è un’altra più inquietante: dove andranno a finire le indeterminate quantità di acque reflue? Tra i boschi dei versanti? Non osiamo pensarlo. Un altro capitolo è la deforestazione in atto. Quanti ettari di foresta e di faggeta verranno tagliati? E bisogna ancora arrivare sul crinale che è quasi tutto boscato! La tenuta e sicurezza dei versanti montani dipende direttamente dall’integrità delle foreste. Là dove vengono frammentate e depauperate, la montagna cede franando a valle con acqua e fango, esondazione di fiumi e conseguenti allagamenti. Ma non si è sempre detto e predicato che gli alberi vanno piantati e non tagliati? Che la biodiversità va estesa e non ridotta? Siamo di fronte a transizione ecologica o a speculazione? E il paesaggio? Che fine fa il paesaggio, vera e impagabile risorsa del Mugello e dell’Appennino, quella sì, veramente “green” in termini di bellezza, salute ed economia? Il paesaggio dei crinali, arrivato indenne a noi dopo milioni di anni, col suo silenzio, i suoi colori, la sua fauna sempre più rara, la sua storia, in mano a noi, ora lo stiamo annientando, cancellando dalla faccia della Terra. E il silenzio di questi luoghi, conforto e rifugio per animali e umani in un’area ad alta concentrazione di biodiversità, priva di infrastrutture, sui confini del pluripremiato Parco Nazionale Foreste Casentinesi? Sarà solo un sogno lontano, un ricordo, alterato per sempre dal rumore livello 5 di pale lunghe 60 metri, su piloni alti 170 (due Campanili di Giotto uno sopra l’altro) con enormi basamenti di cemento armato e micropali sottostanti? Non a caso il crinale, territorio a mille metri di altezza, con i suoi boschi e corsi d’acqua incontaminati, con le sue foreste, il suo sacro valore naturale e spirituale, è stato declassato a zona industriale. Un gravissimo errore da rettificare con urgenza perché lo priva delle sue tutele ambientali e vincoli paesaggistici. Inoltre, il crinale è corridoio ecologico per varie specie animali, dai rapaci all’avifauna di passo, in continuità funzionale con le contigue zone a protezione speciale Natura 2000 e col Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Solo l’aggiornata Relazione sulla presenza del Biancone sul Monte Giogo di Villore dell’Associazione Altura odv e la Perizia della LIPU Italia sulla presenza dell’aquila reale veleggiatrice (l’aquila Gaia nella fattispecie ha il suo areale stabile sul Monte Giogo di Villore ed è monitorata e mappata con GPS satellitare), basterebbero a confermare l’estrema urgenza di sospendere e fermare la devastazione di questo habitat naturale tra i meglio conservati, per la contiguità ad aree protette di grande rilevanza ambientale e culturale come il Parco Nazionale e la Zona a Speciale Conservazione Muraglione - Cascata dell’Acquacheta, citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Si ribadisce dunque la richiesta ai Rappresentanti delle Istituzioni in oggetto, di immediata sospensione dei lavori sul crinale Monte Giogo di Villore-Corella, San Godenzo, Vicchio e Dicomano, FI, Appennino Mugellano. TESS -
Transizione Energetica Senza Speculazione
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