A Le Ville di Monterchi ultimi preparativi per il presepe vivente: tante le novità

Sono 53 le scene, quasi 300 i figuranti impegnati nelle quattro uscite previste in calendario
Diventa maggiorenne il presepe vivente di Le Ville Monterchi. Diciottesima edizione per una delle rappresentazioni storiche di tutta la provincia di Arezzo: cinque, anche quest’anno, saranno le uscite: il 26 e 28 dicembre 2025 oltre al 1°, 4 e 6 gennaio 2026. La macchina è già al lavoro da mesi, diciamo da dopo l’estate, per offrire al visitatore un viaggio unico ed entusiasmante. Il tutto promosso dall’Associazione Venite Adoremus che si è fermata solamente in occasione della pandemia e delle diatribe, ben presto risolte, che si erano creare con la parrocchia per l’allestimento dell’opera. Saranno 53 le scene rappresentate per un totale di quasi 300 figuranti impegnati. “E’ un grande lavoro, ma che porta anche le sue soddisfazioni – dicono gli organizzatori – ogni anno, con impegno, cerchiamo di offrire quelle novità che fanno sempre bene al visitatore che viene nel corso delle uscite. Quest’anno, infatti, oltre alla nuova dislocazione di alcune scene legate ai mestieri del tempo riproponiamo quella dell’Oasi dei Magi: un quadro davvero impegnativo, che mancava all’appello dal periodo pre-covid. Ma non solo – proseguono – ci sarà anche il tempio dei sommi sacerdoti che è una novità assoluta. Per il resto l’invito è quello di venire a Le Ville di Monterchi per ammirare il presepe vivente che si snoda in un percorso di oltre un chilometro tra le abitazioni e il bosco circostante”. C’è collaborazione anche con i residenti per creare il minor disagio possibile, mentre per quello che riguarda le scenografie nel bosco viene effettuata continua manutenzione e anche migliorie. Tutto ciò per avere il fascino unico di vivere un luogo naturale. Sul calare della sera, la collina si accenderà con centinaia di lumini di fuoco che segneranno un percorso quasi onirico attraverso le varie rappresentazioni. Lo spettatore è rapito dal fascino di un mondo oramai lontanissimo nel tempo, un mondo perduto che riprende vita. Antichi mestieri, consoli, matrone, mendicanti, animali, cibi, bevande e suoni. Il percorso, che si snoda sulla collina, raggiunge la sua acme nei pressi di un angelo diafano e lì accanto la scena della Natalità porta il visitatore nel cuore stesso dello spirito del Natale cristiano. Oggi più che mai si sente il bisogno di riflettere sulle radici della Fede: il presepe vivente conduce il visitatore in un percorso fatto solamente di fiaccole, fuochi e torce. Il percorso è allietato come da tradizione da un sottofondo di musica religiosa. Si possono ammirare i lebbrosi che rantolano nel buio, i centurioni, la reggia di Erode dove regna lo sfarzo, i pastori con il gregge ed il bue e l’asinello che stazionano nei pressi della capanna dove Maria e Giuseppe, con un bambino piccolo e graziosa pazienza, ricoprono il ruolo più suggestivo. L’atmosfera, mistica e religiosa al tempo stesso, permette alla narrazione di coinvolgere il visitatore, diventando occasione per riflettere e per pregare. Ma soprattutto per immergersi nel Natale.

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