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Lo Stato Sociale attacca Casellati al Concertone di Roma: “Mi sono rotto il c....”

Piazza San Giovanni gremita. La presidente del Senato nel mirino della band

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Sono sempre loro, i ragazzi de Lo Stato Sociale, ad agitare le acque del Concertone del Primo Maggio a Roma. Tre anni fa scatenarono lo polemica per un bacio omosessuale in difesa dei diritti civili, l’anno scorso se la presero con Matteo Salvini e il ministro Poletti, quest’anno nel mirino della band bolognese - alla quale è stata affidata l’apertura della manifestazione - sono finiti la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Luca Cordero di Montezemolo, Giacinto della Cananea, le spese militari, la formazione del nuovo governo, il lavoro senza diritti. Rivisto e adattato per l’occasione il brano «Mi sono rotto il c....», che nel 2015 fu escluso perché conteneva la parolaccia, che quest’anno è stata decisamente sdoganata. 

Il monologo di protesta  

«Prima dei vitalizi sarebbe giusto tagliare i vostri cognomi - grida alla piazza il frontman Lodo Guenzi, che è anche conduttore della lunga maratona con Ambra Angiolini -. Mi sono rotto che odiamo i neri e amiamo i gattini, che è sempre colpa degli immigrati, che mia mamma dopo trent’anni a Bologna è sempre `la marocchina´. Mi sono rotto della formazione del nuovo governo, che lo faccio con la Lega, con il PD ma senza Renzi, con Berlusconi, lo faccio con Casa Pound ma giuro senza il Duce. Mi sono rotto di viva il lavoro, ma senza i diritti; di viva i profitti, ma senza tasse». 

 

La piazza gremita  

Piazza gremita da migliaia di ragazzi, che non si sono fatti scoraggiare dalle misure di sicurezza (solo quattro i varchi per accedere alla piazza, ma a metà pomeriggio la situazione non presentava grossi problemi) e dal tempo, tra nuvoloni neri e timidi raggi di sole. Premiata la scelta degli organizzatori di chiamare sul palco i giovani artisti della scena musicale italiana. Ma la vera star tra il pubblico è Giovanna, più volte citata dal palco: una arzilla signora che ha conquistato, senza mollarla, la prima fila insieme alla figlia. 

 

La scaletta  

Tra i più applauditi del pomeriggio Gazzelle e Frah Quintale. Poi in serata Gianna Nannini, Sfera Ebbasta, Max Gazze’, Ermal Meta, Carmen Consoli. A mezzanotte il dj set di Fatboy Slim. Tra un brano e l’altro, non mancano i messaggi legati al lavoro. Ambra legge un brano di Steinbeck, tratto da Furore del 1939 («Dove c’è lavoro per uno, accorrono in cento (...). E questo, per taluno, è un bene, perché fa calare le paghe rimanendo invariati i prezzi. Così tra poco riavremo finalmente la schiavitù». «Ancora molte persone sembrano figlie di questi tempi - ha commentato la presentatrice -. Nel 2018 dovremmo partire dalla dignità». 

La Stampa
© Riproduzione riservata
01/05/2018 22:14:12


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