Festa del 2 giugno, Mattarella: “I valori della Repubblica sono un pilastro per l’Ue”
L’esordio di Conte: “È la festa di tutti noi”
Il presidente Mattarella e poi le più alte cariche dello stato, i presidenti di Camera e Senato, il premier, l’appena insediato a Palazzo Chigi Giuseppe Conte. Il ministro della difesa Elisabetta Trenta. L’ altare della patria, l’inno di Mameli. La corona di fiori ai caduti, il cielo che si colora di bianco rosso e verde con le farebbe tricolori. Il sole splende. Pace è fatta. Almeno oggi, in un giorno che si annunciava diviso e turbolento e che invece dopo il giuramento di ieri assume le finalità sfumate di un nuovo inizio, con tutti i se, i ma è gli urrà che porta comunque con se'.
Il neopremier Conte: “Questa è la festa di tutti noi, auguri”
Conte ricuce i diversi strappi con poche parole: «Questa è la festa di tutti noi, auguri» e riceve il primo bagno di folla alla parata del 2 giugno. «Non fatemi i complimenti adesso, non ho fatto ancora nulla. Spero che me li possiate fare dopo. Finora sono state fatte troppe chiacchiere, ora bisogna fare i fatti». «Tenete duro, teniamo duro» ha aggiunto con il gesto del pugno serrato. Il neopremier partecipa alla deposizione della corona di alloro sulla tomba del milite ignoto, all’Altare della Patria, accanto al Presidente Mattarella popi alla sfilata delle Forme Armate ai Fori Imperiali. E la gente applaude il Capo di Stato: «Sei il nostro presidente», urla una signora. Con lui c’è la neoministra della Difesa Elisabetta Trenta, a bordo della Lancia Flaminia presidenziale.
Il messaggio di Mattarella
«Celebriamo oggi il 72° anniversario della nascita della Repubblica», ha detto Mattarella nel suo messaggio al capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano. «Da quel 2 giugno 1946, in cui si espressero i cittadini italiani, abbiamo vissuto anni intensi verso una profonda coesione del popolo italiano, in un cammino ispirato dalla nostra Carta Costituzionale, architrave delle Istituzioni e supremo riferimento per tutti. Valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti di tutti e di ciascuno sono il fondamento della nostra società ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa”». «Dalla condivisione di essi - prosegue Mattarella- nasce il contributo che il nostro Paese offre con slancio, convinzione e generosità alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunità internazionale. Trova conferma in questo quadro il rilevante apporto garantito dalle Forze Armate, alle quali esprimo forte e convinto apprezzamento».
Salvini e Di Maio alla Festa
Tra gli applausi arriva anche Matteo Salvini, nuovo responsabile del Viminale, che torna subito sul cavallo di battaglia elettorale, i migranti. «Domani vado in Sicilia, è la nostra frontiera. Voglio migliorare gli accordi con i Paesi da cui arrivano migliaia di disperati per il bene nostro e loro». «Nelle prossime ore sentirò i ministri degli interni di diversi paesi europei con cui collaborare e non litigare» precisa.
Poi è la volta del neo ministro al lavoro, Luigi Di Maio che ha dichiarato: «Già da oggi pomeriggio sarò al lavoro al ministero, così come tanti altri ministri. La mia più grande premura sarà quella di non deludere gli italiani. E non vi deluderò», ha aggiunto in un video pubblicato su Facebook al termine della parata del 2 giugno. «La parola ministro deriva dal verbo servire», ha ricordato Di Maio, «e io lo farò con tutte le mie forze senza risparmiarmi».
La polemica di Berlusconi e l’invito alla festa di Beppe Grillo
E nel giorno della Festa della Repubblica arriva invece il messaggio durissimo di Silvio Berlusconi che attacca il governo: «O noi o loro», dice in un videomessaggio in cui accusa la nuova maggioranza di essere populista, pauperista e giustizialista. A distanza, sempre oggi, c’è un altro leader politico che parla: è Beppe Grillo. Dall’hotel Forum, a Roma, si prepara a quella manifestazione alla Bocca della Verità che doveva lanciare l’impeachment contro Mattarella e che invece si è trasformata nella festa del Movimento per la conquista del governo.
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