Opinionisti Giacomo Moretti

Piccola realtà ma grandi risultati

CentroCentro Trasfusionale presso l’Ospedale di Sansepolcro, una eccellenza

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Di solito si è tendenti a pensare che essendo la Valtiberina una piccola realtà non sia possibile raggiungere dei grandi risultati.

Un pensiero che spesso descrive bene la condizione nella quale viviamo.

Siamo pochi abitanti e questo a volte ci fa erroneamente vivere come in una sorta di perenne “crisi di inferiorità”.

Contrariamente a quanto sopra detto, anche il nostro territorio, in taluni campi, sa esprimere delle vere e proprie eccellenze.

Vorrei brevemente soffermarmi su una “eccellenza” della nostra Valle che è tale proprio in forza di quello spirito di solidarietà e di volontariato che contraddistingue i valtiberini.

Questa estate, se non erro il 26 luglio, è stato inaugurato il nuovo Centro Trasfusionale presso l’Ospedale di Sansepolcro.

Forse la notizia è passata troppo in sordina, o magari sono io che sono stato un lettore poco attento (in tal caso me ne scuso fin da subito), ma la realtà e l’attività trasfusionale che si svolge a Sansepolcro ha la caratteristica della eccezionalità.

Una eccezionalità non solo a livello provinciale, ma anche a livello regionale e nazionale.

Su tutti vorrei citare un dato, ovvero quello relativo alle donazioni di sangue che vengono effettuate in un anno che sono circa 4.000 ed il rapporto tra donatori/popolazione in vallata che fa registrare un indicatore tre volte più alto di quello nazionale.

Quello che scrivo non è per una mera autocelebrazione, che peraltro sarebbe fine a se stessa.

È infatti chiaro che risultati così importanti non nascono da soli.

Sono l’evidente frutto di un lavoro costante negli anni da parte degli operatori sanitari, delle numerose e fattive associazioni presenti nel nostro territorio che svolgono un’opera eccellente ed instancabile, specialmente durante i mesi estivi.

Mesi che per una serie di motivazioni sono proprio i più complessi in merito alla raccolta di sangue.

Ma tutto questo non potrebbe essere se non vi fosse una consapevolezza, ormai innata nella popolazione della Valtiberina, ovvero quella consapevolezza volta alla solidarietà, volta al cercare di aiutare il prossimo anche donando una parte di se stessi.

Una volta tanto, abbiamo una dimostrazione pratica che, anche una piccola realtà come la nostra può produrre “grandi numeri”.

Numeri che diventano più importanti e fondamentali se sono riferiti alla solidarietà ed al pensare al prossimo.

Insomma, in un mondo che ci propina notizie negative, anche di produzione nostrana, abbiamo un qualcosa a qui guardare con interesse.

Un qualcosa che risalta anche al di fuori dei nostri confini, ma nulla è scontato.

E dunque, questo “gioiello di solidarietà” al quale possiamo tutti guardare, perché no, anche con un pizzico di sano orgoglio va coltivato e va sentito sempre più patrimonio di tutti.

Certo il giorno dell’inaugurazione ci saranno stati degli articoli, ma come si sul dire, il lavoro più importante, quello determinate viene svolto sempre a riflettori spenti.

Questa mia breve riflessione non ha la pretesa di essere un riflettore, sarei contento se fungesse almeno da lampadina.

Da cittadino non posso che ringraziare lo straordinario personale che si è adoperato sia negli anni passati che nel presente per rendere possibile tutto questo.

Inoltre come non ringraziare i responsabili delle varie associazioni, che oltre a promuovere la donazione del sangue come stile di vita, pongono in essere anche attività che consentono di stare insieme e di rafforzare quel senso di comunità del quel oggi c’è tanto bisogno.

In ultimo, ma non per ultimo, il grazie va ai donatori che, numeri a parte, con la loro azione salvano vite, tante vite.

Grandi risultati, in una piccola realtà come la nostra, ma il più grande risultato è quando qualcuno si aggiunge alla famiglia dei donatori di sangue.

Non ci sono davvero scuse per non donare, per chi è nelle condizioni di farlo (ovviamente sussistendo tutte le rigide condizioni poste a tutela del donatore e del ricevente), la più grande soddisfazione risiede nella consapevolezza di aver salvato una vita.

Qualcuno conosce una realtà più bella e grande di questa?

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
04/10/2018 09:22:21

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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