Opinionisti Giacomo Moretti

I patti si rispettano, in Italia anche NO!

Vaccinarsi quanto prima è un atto di responsabilità verso gli altri

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Chi ha la bontà e pazienza di leggere quanto scrivo sa che non parlo mai di questioni personali. Non lo farò nemmeno adesso, però dirò la mia rispetto ad una vicenda che mio malgrado mi coinvolge. Siamo al 26 maggio 2021, in Italia vengono ancora registrati 3.937 contagi e 121 decessi (il giorno prima i decessi erano 166), a seguito di una morsa pandemica che allenta la sua morsa ancora troppo lentamente. La Regione Toscana apre alla possibilità di vaccinazione attraverso i tanto pubblicizzati Open Day. Vaccinarsi quanto prima è un atto di responsabilità verso gli altri oltre che verso se stessi. Con quel numero di decessi giornalieri, i reparti ospedalieri ancora pieni, le rianimazioni che stentano a liberarsi, tanti toscani e aretini non ci hanno pensato due volte. La risposta è stata massiccia, al Centro Affari ad Arezzo la coda era davvero incredibile e si è formata fin dalle prime ore del pomeriggio in vista dell’inizio delle operazioni vaccinali in programma per le ore 19:00. Era prevista la somministrazione di 300 dosi e ben presto si è registrato il tutto esaurito. Mi sono messo in coda insieme a tanti, e dalle ore 18:00, lo scorrere della fila mi ha consentito di ricevere la mia dose alle ore 22:00. Un personale medico, infermieristico gentile preparato e molto professionale. Mentre eravamo in coda abbiamo firmato e compilato la nostra autorizzazione alle due dosi di vaccino “astrazeneca” di cui la seconda da inocularsi nella giornata prevista del 18 agosto 2021. A tal proposito anche la green pass rilasciata immediatamente dalla Regione Toscana specifica testualmente che: “Numero della dose effettuata e numero totale di dosi previste per l’intestatario del certificato 1/2”. Tradotto, il consenso alla vaccinazione è stato prestato sapendo che sarebbero state due le dosi da inoculare del medesimo siero, ovvero di astrazeneca. Ora quanto firmato e sottoscritto, elemento che è stato determinante, almeno per me lo è stato, al fine di autorizzare e consentire anche la prima inoculazione, non viene più garantito. Si fa carta straccia di un consenso informato che non sarebbe mai stato prestato in caso diverso o che comunque sarebbe stato oggetto di valutazioni ben diverse in fase di autorizzazione al trattamento sanitario. Ora mi chiedo in base a quale autorizzazione da parte degli organi certificatori si fa tutto questo? In base a quale sperimentazione? In base a quale principio giuridico si modifica in itinere un procedimento sanitario già iniziato? Non sono un no vax, prova è che appena mi è stato possibile mi sono sottoposto al vaccino, mi sono fidato di uno Stato che forse non merita poi così tanta fiducia. Se il vaccino astrazeneca è pericoloso per la mia classe di età perché mi è stato somministrato? Quindi ho già ricevuto un danno? Se non ho ricevuto un danno e quindi andava bene la somministrazione il 26 maggio 2021, perché ora non va più bene la somministrazione il 18 agosto? E perché migliaia di aretini e aretine sono già stati vaccinati con entrambe le dosi e a noi degli Open Day questa opzione è preclusa? Sono domande alle quali spero che qualcuno di qualificato abbia la bontà di rispondere. Andando al cinema non mi è mai capitato che venisse proiettato il primo tempo di un film ed il secondo di un altro, come al ristorante non mi è mai capitato di mangiare un primo di pesce, un secondo di carne. Sono esempi banali, peraltro su aspetti se vogliamo altrettanto banali del nostro vivere. La salute banale non è, tanto più in un momento delicato come questo. Non mi accontento di affermazioni teoriche, qui serve la concretezza, meglio sarebbe se ad esprimere un giudizio in merito fosse qualche scienziato o qualche politico che per scelta si sia fatto somministrare questo mistume vaccinale. Ogni farmaco ha i suoi rischi e pericoli ne siamo tutti consapevoli, cambiare le carte in tavola non aiuta certamente a rasserenare e tranquillizzare la gente, tanto più se come è ormai evidente dovremo sottoporci più volte alla vaccinazione se vogliamo sconfiggere questo mostro. Per quanto mi riguarda spero che chi di dovere metta la testa apposto e ci ripensi e che da ora in poi vengano compiute scelte meno umorali e più razionali. In Inghilterra hanno vaccinato con astrazeneca il 78% della popolazione e ancora gli inglesi mi sembrano vivi. Per quanto mi riguarda sono in una fase di riflessione inaspettata, mai avrei pensato che si potesse stracciare un patto firmato e sottoscritto con lo Stato, in maniera unilaterale e senza via di fuga. Sento già dire che in Campania il Governatore De Luca continuerà a vaccinare con astrazeneca, magari con un viaggio a Napoli, tra un Babà e una buona pizza potrò anche risolvere il mio problema personale, però qui la questione è più profonda. Con la fiducia delle persone non si gioca, persa quella vincere anche le ulteriori battaglie che ci spettano sarà durissima. Resta comunque un fatto, ci siamo fidati e affidati e abbiamo, ho sbagliato. Non so ancora cosà farò, di una cosa sono certo, in vita mia non ho mai fatto mix farmacologici, non intendo cominciare ora, peraltro coattivamente.

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
16/06/2021 15:36:27

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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