Opinionisti Giacomo Moretti

Bastano solo duemilaquattrocentodiecimiliardi di euro

In quella somma sono contenuti gli errori di gestione passata dell’Italia

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Se un ipotetico benefattore volesse saldare il nostro debito pubblico dovrebbe staccare un assegno di poco più di Euro 2.410.000.000.000,00, (2.410 miliardi di euro).

Ovviamente non esiste un tale benefattore, e forse non basterebbe nemmeno la lunghezza ordinaria di un assegno per scrivere una tale somma spaventosa.

In quella somma sono contenuti gli errori di gestione passata dell’Italia e, purtroppo per noi, vi è anche una netta indicazione del futuro che ci attende.

Nell’ultimo mese il nostro debito è cresciuto di 41 miliardi.

Ma come è possibile?

Come è stato possibile in passato iscrivere una ipoteca così pesante sul nostro futuro, e sul quello dei nostri figli e nipoti per chissà quante generazioni?

Come è possibile continuare anche adesso in questo inesorabile declino?

Dentro quella somma ci sono persone in carne ed ossa, con le loro aspettative, i loro sogni, ma soprattutto ci siamo noi, tutti noi, con i nostri diritti rosi e mangiati da questo spaventoso debito.

Si, perché i diritti costano, per garantire una educazione decente, una sanità adeguata, prospettive di lavoro, che purtroppo in questa situazione sfuggono continuamente di mano, servono soldi.

Ma i soldi servono anche per pagare gli interessi su questa somma mostruosa.

Chissà quanti camion servirebbero per trasportare una simile somma.

Camion di denaro, fiumi di denaro che sfuggono dalle nostre mani per andare chissà dove.

Somme che determinano l’impoverimento dell’Italia, che determinano l’impoverimento di tutti noi.

Per garantire diritti servono risorse.

In questi anni si è fatto il percorso inverso, ovvero si sono tolti diritti nella pia illusione che il nostro debito sarebbe diminuito.

Ed ecco la gravità della situazione.

I diritti sono stati tolti, meno sanità, meno istruzione, meno investimenti sulla sicurezza, meno investimenti sulle infrastrutture, con conseguenze nefaste anche attuali, ma quel maledetto fiume di denaro ha ingrossato le proprie acque e adesso gli argini sono ormai logori e ci possono franare addosso da un momento all’altro.

A meno diritti è corrisposto un aumento del debito.

A manovre finanziarie spregiudicate sempre volte all’aumento della tassazione, oltre a corrispondere un aumento del debito pubblico è anche corrisposto un venir meno della qualità dei servizi stessi per i quali quelle tasse venivano richieste e pagate.

Insomma una voragine.

Un buco nero cosmico del quale non si parla nemmeno più.

Tutti presi dall’aumento o meno dell’Iva, che peraltro sarebbe l’ennesimo disastro nazionale, o da inutili dibattiti preludio di cure ulteriormente sbagliate.

Ma quando si metteranno in campo serie politiche che colpiscano i grandi evasori?

Ogni anno in Italia si evadono tasse e imposte per più di 150 miliardi di Euro.

Qualcuno ha una volta per tutte intenzione di mettere l’occhio sui grandi gruppi economici e finanziari?

Si pensa davvero seriamente di abbattere l’evasione costringendo la gente a pagare il caffè con il bancomat?

È davvero questa la ricetta?

O meglio è solo questa la ricetta?

Usiamo tutti il bancomat, a me andrebbe pure bene, ma qui serve serietà.

I nostro politici forse farebbero meglio a fare due conti in tasca a chi li foraggia, ai gruppi economici che ne finanziano le campagne elettorali.

Forse in quelle tasche troveranno che proprio tutto normale non è, forse troverebbero cose ben più gravi che un caffè senza scontrino.

E così si vanno a colpire sempre i soliti.

Si continuano a togliere diritti e protezioni sociali, si continua ad alzare le tasse, peraltro sempre pagate dai soliti, ignorando i veri posti dove trovare le risorse.

Sorvolo il fatto che le mafie, in ogni loro declinazione “fatturano” più di 170 miliardi.

Ecco tale montagna di denaro sommato a quello evaso derivante da attività lecite non denunciate è semplicemente mostruosa.

Allora perché non andare a combattere tutto questo?

Perché si continua sulla via del meno diritti agli onesti e si ignorano i veri delinquenti?

La risposta ci sarebbe ma meglio che mi astengo tanto tutti noi la conosciamo.

Ma il punto è anche un’altro.

Questo debito abnorme ci impedisce anche di agire come popolo sovrano.

Chi ha debiti non è sovrano, è un principio che vale nella vita reale e vale anche nei rapporti tra stati.

L’art. 1 della Costituzione al secondo comma sancisce che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Oggi va tanto di moda citare la “sovranità popolare” come unico faro e guida della nazione, principio peraltro molto bello.

Ma nei fatti lo abbiamo riscritto questo articolo.

Come popolo italiano pare che dovremo esercitare la nostra amata sovranità “nei limiti e nelle forme di un debito pari a 2.410 miliardi di euro”

Redazione
© Riproduzione riservata
02/10/2019 08:55:54

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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