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Comune di Arezzo e Caritas: “Aprono le dimore invernali, otto posti disponibili”

“Arezzo concilia rigore e inclusione. Nessun aretino ha necessità del dormitorio”

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Necessità zero per i senzatetto con residenza ad Arezzo. Dimore invernali messe a disposizione da Caritas per un totale di 8 posti. Apertura prolungata del dormitorio. Progetto di cohousing avviato in collaborazione con Arezzo Casa. Sono i punti focali della conferenza stampa cui hanno preso parte l’assessore Lucia Tanti, il direttore della Caritas diocesana, don Giuliano Francioli, e il presidente di ArezzoCasa, Lorenzo Roggi.

Il dormitorio di piazza San Domenico, rispetto al passato, sarà attivo per un periodo più lungo e cioè dal 18 novembre 2019 al 4 aprile 2020. L’accoglienza per i non residenti ad Arezzo è divisa in due filoni: chi ha una storicità di rapporti con la città, avrà accesso alle dimore invernali nei locali gestiti da Caritas a partire dal 18 novembre. Otto i posti disponibili, con servizi di screening medico, regolamento interno e percorso di recupero della socialità. Chi è solo di transito ad Arezzo, potrà usufruire di un pass di accesso al dormitorio valido per quindici giorni. Il Comune ha poi dato inizio ad una collaborazione con ArezzoCasa per individuare locali destinati all’accoglienza per tutto l’anno.

L’assessore Lucia Tanti, in una dichiarazione congiunta con il sindaco Alessandro Ghinelli, ha spiegato: “Con queste importanti novità siamo riusciti a conciliare rigore e inclusione. L’obiettivo politico che ci eravamo prefissati, cioè “prima gli aretini”, è stato raggiunto ma senza trascurare chi aretino non è. Nessun residente ad Arezzo è fuori dalla rete di accoglienza, ampliata a un considerevole numero di persone che non risiedono in città ma che con la città hanno un legame consolidato e riconosciuto: a loro verrà garantito un tetto e un percorso rieducativo da condividere all’interno delle dimore di Caritas. Per chi invece non vuole avere rapporti stabili con la città, per motivi che possono essere i più disparati e comunque legittimi, offriremo un pass di quindici giorni per l’accesso al dormitorio. L’obiettivo è responsabilizzare le persone con diritti e doveri in cambio di un programma di reinserimento. Per il prossimo 22 ottobre abbiamo convocato tutti quei soggetti che operano in ambito sociale e associativo, compresi i quartieri della Giostra del Saracino, e che possono offrire forze di volontariato per il dormitorio”.

Gabriele Chianucci, operatore Caritas: “Tra un mese daremo avvio a un percorso nuovo, imperniato sulle dimore invernali. La finalità, tramite la coabitazione, il regolamento di convivenza, il monitoraggio medico e psicologico, è quella di accompagnare le persone, comprenderle e recuperarne la dignità”.

Un concetto, questo, ripreso da don Giuliano Francioli: “Offrire un riparo e un pasto caldo non è sufficiente. Noi cittadini, tutti, dobbiamo ricominciare a educare. Le otto persone che verranno accolte nelle dimore sono poche in rapporto al problema generale ma sono abbastanza a cui offrire una prima, concreta soluzione. Ai giovani lancio un appello: spendete un po’ del vostro tempo per il volontariato al dormitorio. Arezzo è casa nostra, non possiamo non farci carico di certe responsabilità”.

Lorenzo Roggi, presidente di ArezzoCasa: “Edilizia residenziale pubblica significa anche pensare ai poveri. Abbiamo accettato di buon grado il coinvolgimento in questo progetto di cohousing perché lo riteniamo innovativo e necessario. Dobbiamo ancora identificare strutture e firmare protocolli d’intesa, ma la strada è tracciata e si inserisce alla perfezione nei compiti di un amministratore, che sono quelli di lasciare la realtà in condizioni migliori di come l’ha trovata. Affrontare e tamponare le emergenze abitative non basta, la sfida vera è recuperare le persone”.

Redazione
© Riproduzione riservata
14/10/2019 14:54:33


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