Banca Etruria, ci sono ora anche le sofferenze accumulate dal finanziere Alberto Rigotti

Prestito garantito per un campo da golf in Sicilia a un imprenditore in odore di mafia
Nella vicenda della bancarotta di Banca Etruria è entrato ora anche Alberto Rigotti, finanziere trentino con base a Milano, con le sofferenze accumulate dal gruppo Abm Network per una quindicina di milioni di euro. Rigotti, che è stato membro del cda di Banca Etruria risultando determinante con il suo voto per l’uscita di Elio Farali e l’ingresso di Giuseppe Fornasari, avrebbe attinto a più riprese – come riporta oggi il quotidiano La Nazione – alle casse della banca aretina. Fidi concessi in un giorno e altri in due; peraltro, Rigotti avrebbe intrecciato affari anche con personaggi in odore di mafia, vedi Giovanni Savalle, che sarebbe vicino a Cosa Nostra trapanese, nonché ipotetico tesoriere del boss ricercato Matteo Messina Denaro. Una delle società di Abm aveva prestato pegno per il finanziamento da un milione e mezzo concesso da Banca Etruria alla Sicily House di Savalle, poi girato alla Mediterranea spa, per la realizzazione di un campo da golf a Mazara del Vallo. Banca Etruria ci ha rimesso l’intero prestito e poi titoli Bpel che il finanziere trentino acquista con il finanziamento della stessa banca. Solo una piccola parte dei vorticosi giri di società e di denaro che l’uomo delle Fiamme Gialle ricostruisce al processo, per un totale che è appunto dieci volte superiore ai soldi andati perduti a Mazara del Vallo. Nel complesso ne esce quella cifra (15 milioni) che fa di Rigotti (al netto dell’intreccio con Hevea) il quarto o quinto maggior produttore di sofferenze per Etruria, dopo Sacci, Yacht Etruria e San Carlo Borromeo.
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