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Intervista a Massimo Marrani presidente del motoclub “Le Frecce del Borgo” di Sansepolcro
Un gruppo di persone appassionate della moto
Dipendente di una importante azienda cittadina, Massimo Marrani è anche il presidente del motoclub “Le Frecce del Borgo” di Sansepolcro, un gruppo di appassionati della moto intesa come piacevole mezzo di relax e come veicolo anche di socializzazione. Un sodalizio numeroso e attivo, con un evento annuale organizzato in città, che però a seguito dell’emergenza coronavirus ha dovuto attenersi alle disposizioni governative e federali.
Marrani, riesce a dare una spiegazione a quello che è stato l’improvviso dilagare della pandemia?
“Era impensabile che arrivasse in questa misura. Quando partecipammo al Carnevale in febbraio, speravo che una situazione del genere non venisse mai fuori, ma il mio auspicio non si è avverato. Credevo poi che fosse una questione più ristretta e da inquadrare in un ambito igienico, invece ha preso campo in tutto il mondo”.
Il “lockdowm” è stato allora il provvedimento più giusto e soprattutto il più efficace?
“A mio parere sì. Non in tutto e per tutto, ma ha quantomeno contribuito a non aggravare le cose, imponendo l’uso dei guanti e delle mascherine. Purtroppo, ci dispiace come motoclub, ma anche noi abbiamo dovuto rispettare le regole e le direttive impartite dalla nostra federazione, che sono state chiare: possono andare in moto solo i professionisti che si debbono allenare. Per noi che facciamo gite e raduni, il rischio assembramenti è elevato, anche se con la moto o con lo scooter si può per esempio raggiungere il posto di lavoro”.
Il 4 maggio si proverà a ripartire, ma il decreto del governo che scagliona la ripresa delle varie attività è da condividere?
“Premesso che una riapertura in anticipo rispetto a questa data non sarebbe stata opportuna, è pur vero che anche questo meccanismo di ristrettezze a pochi settori mi trova poco d’accordo. Avrei riaperto a più settori e con le massime precauzioni”.
Quando torneremo alla nostra sospirata normalità?
“Ho sempre ritenuto, fin da quando siamo in quarantena, cioè dai primi di marzo, che le vie possibili sarebbero state due: o nel mondo sarebbe stata trovata una cura come a tutte le altre forme di influenza, oppure avremmo dovuto ricorrere a un vaccino che ci potesse “resettare” a tutti. Una volta che il vaccino sarà pronto e testato nella sua efficacia, potremo ripartire al 100%; tutti, però, dovrebbero accettare questa idea e non pensare a un complotto di tipo politico: il vaccino si farà e sarà necessario, perché questa non è una influenza come le altre”.
Quali insegnamenti trarre dal periodo di ristrettezze al quale siamo stati sottoposti?
“La lezione più significativa è stata una: se vogliamo raggiungere un obiettivo importante, stando tutti uniti ce la possiamo fare. Chi ha dimostrato di avere il buon senso, è stato rispettoso delle regole e anche stando in casa si può fare tanto, perché tanta è stata la gente unita”.
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