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Il Covid-19 rischia di spegnere il sogno del Tam Tam Basket

L'allarme dell'ex cestista Antonelli per la sua società, rivolta ai giovani figli di immigrati

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Era una stella del basket, campione d'Italia con la Virtus Bologna nel 1976 e poi chiamato anche nella Nazionale azzurra. Poi a fine carriera si era laureato in Architettura, ma l'amore per la palla a spicchi è stato più forte. Così Massimo Antonelli, 66 anni, ha sempre continuato a frequentare i parquet, meglio i playground, scoprendo dentro di sè da allenatore anche una vena filosofica e sociologica.

Gli ultimi anni da cestista li aveva passati a Napoli, così sempre in Campania, a Castel Volturno (Caserta),  il 22 ottobre 2016 ha deciso di fondare con alcuni amici la società sportiva Tam Tam Basket, rivolta ai tanti ragazzi figli di immigrati africani che in quella zona svolgono lavori umili e spesso stagionali, soprattutto come braccianti nei campi. Un'idea straordinaria e dal grande impatto sociale, che ha avuto in poco tempo enorme successo ma che ora il coronavirus rischia di compromettere.    

"Lo scopo dell’Associazione - dice Antonelli - è offrire a chi non ha le sufficienti risorse economiche la possibilità di fare un'attività sportiva totalmente gratuita, offrendo loro tutto il materiale necessario e se necessario anche un’assistenza psicologica individuale e di gruppo". E magari pure un aiuto economico, in particolare in questo periodo di pandemia al Covid-19. "Tam Tam Basket nasce dalla passione dei fondatori per la pallacanestro e da quella che gli americani chiamano Giving Back Philosophy,  cioè il desiderio di restituire al prossimo almeno una parte di quanto si è ricevuto grazie allo sport".

Ma il cammino è stato spesso impervio. "Avevamo scelto Castel Volturno non a caso, perché è una città dal forte disagio sociale e con la più alta incidenza di extracomunitari in Italia, quasi tutti di provenienza africana e con gravi problemi di inserimento. Ci siamo rivolti ai ragazzi di questa comunità che per la povertà delle condizioni di vita non avrebbero mai potuto permettersi un'attività sportiva regolare". Un tessuto sociale di circa 26 mila residenti, 5 mila dei quali non sono cittadini di Paesi dell’Unione Europea. Ed è da questi ultimi che provengono i 50 ragazzi e ragazze, tutti minorenni, che fanno parte di Tam Tam Basket. Per loro il basket è un'occasione unica di riscatto e di affermazione sociale.

All'inizio non fu per niente facile. "Ci allenavamo in una palestra a Villaggio Coppola, frazione di Castel Volturno, ma i ragazzi erano indisciplinati, arrivavano tardi agli allenamenti e disturbavano continuamente. Chiesi aiuto a un’amica docente di psicologia, che venne in palestra. Dopo un’oretta mi disse che stavo dando loro la gioia di giocare, era per questo che non stavano nella pelle. Cominciai a capire. E poco dopo Victor, uno dei ragazzi, mi fece comprendere anche perché arrivava spesso in ritardo: sul pullman che prendeva c'era spesso il controllore e lui non avendo i soldi per pagare la corsa doveva aspettare il bus successivo".

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
10/05/2020 07:44:50


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