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Nuovo centro commerciale a Sansepolcro: parla la proprietà

"La crisi del centro storico biturgense viene da lontano"

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La proprietà dell’area “ex Cose di Lana” interviene In merito alle numerose esternazioni che periodicamente hanno avuto come tema il progetto di riutilizzo dell'area oggetto di interesse

Oggi occorre precisare alcuni concetti fondamentali e  necessari a far correttamente comprendere lo spirito dell’iniziativa.

Un gruppo di imprenditori del territorio acquista un'area di importanti dimensioni alle porte della città; un'area dismessa oramai da molti  anni, in condizioni precarie di manutenzione con i fabbricati che versano in avanzato stato di degrado.

Questa area è ormai da tempo e ancor più oggi è uno dei principali problemi di decoro e rigenerazione urbana essendo ubicata in una delle più importanti direttrici di accesso alla città

Dopo l’acquisizione dell’ area iniziano  i contatti con l'amministrazione comunale con la quale si susseguono incontri e vengono discusse e condivise le scelte urbanistiche e di destinazione.

In questo percorso, dopo una prima idea di procedere mediante una co-pianificazione regionale nell’obiettivo di espandere i parametri edificatori, si è invece deciso di operare senza richiedere la benché minima espansione dei parametri, sfruttando solamente il potenziale previsto dalle norme urbanistiche vigenti.

Una scelta ponderata e ragionata da parte della nuova proprietà, che poi si è mossa con  l’obiettivo di finalizzare  un progetto eterogeneo di commercio, servizi e produzione, in grado di valorizzare la città e creare posti di lavoro in un momento particolarmente  critico.

I parametri vigenti del piano strutturale prevedono che una parte del potenziale edificatorio potrà  essere destinata ad attività produttive, artigianali e servizi correlati, ed un’ altra parte  (minoritaria) potrà essere destinata ad attività commerciali, servizi, uffici e ristorazione, il tutto anche inserito in medie strutture di vendita.

Quello che ci meraviglia è che in questi mesi, si è cercato di discutere di questo argomento senza mai considerare il dettato normativo e gli elementi d base presenti: nessuno di coloro che ha attaccato il progetto ,  ha  mai fatto minimo riferimento alle norme vigenti nel nostro comune ne tantomeno, temiamo, tali norme sono state anche solo lette.

Si è parlato di “pressioni” per realizzare l’opera , quando in realtà le uniche  pressioni  continue , sono state fatte unicamente da coloro che l’opera la stanno contrastando senza argomenti ed il tutto non considerando che  chi l’ha acquisita ha il pieno diritto di svilupparla,  nel rispetto del piano regolatore vigente.

Il discutere di certe tematiche in termini di totale disinformazione basandosi solo su luoghi comuni senza approfondire ciò che la norma consente,  genera in chi legge e nell’opinione pubblica solo confusione,  penalizzando, invece, concrete opportunità per la città di Sansepolcro.

Oggi è evidente che il problema dei centri storici non può essere certo risolto bloccando l'iniziativa imprenditoriale in altre zone,  con conseguente trasferimento di investimenti in altri comuni e conseguente perdita di posti di lavoro.

Il problema dei centri storici a nostro avviso si risolve con una nuova progettualità, una nuova visione mirata ad una innovazione del commercio che punti alla riscoperta della tradizione artigianale sposandola con l'innovazione.

E’ importante sottolineare che  I diritti di “fare” e “progettare” il proprio futuro degli esercenti del centro storico sono gli stessi diritti che hanno altre persone che invece vogliono investire in altre aree.

Questo problema è tanto più vero se pensiamo al fatto che la crisi ed emorragia che li affligge, precede e procede inesorabilmente da anni e dunque ben prima che il “famigerato”  centro commerciale (che centro commerciale non sarà) sia stato anche solo progettato.

Crediamo quindi fondamentale che la discussione, ove discussione vi debba essere, abbia come presupposti i dati corretti tenendo conto dei diritti di tutti.    

Solo così potremo sostituire alla soluzione del “ NON FARE ” la soluzione del “ FARE BENE”. È adottando il criterio semplicistico del “ NON FARE ” che la nostra vallata negli anni ha perso occasioni importantissime. Grandi investimenti che avrebbero generato sviluppo ed attraverso di esso ricchezza con conseguente beneficio anche dei nostri centri storici.

Su queste basi la proprietà dell’area “ex Cose di Lana” sta dialogando con l'amministrazione  –  quale diretta portatrice degli interessi collettivi  –  in  un confronto costruttivo al fine di addivenire ad un progetto sinergico , funzionale ed utile per la città e per i suoi cittadini.

4Progress

Redazione
© Riproduzione riservata
25/10/2020 11:13:09


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