Casi Covid alla Muzi-Betti di Città di Castello, la questione approda in commissione

Il Cda alla commissione: "Protocolli rispettati, a ieri 10 decessi tra gli ospiti"
Casi di Covid alla Muzi Betti di Città di Castello. Il Cda in commissione Servizi: “Protocolli rispettati, a ieri 10 decessi tra gli ospiti. Potrebbe accadere di nuovo. Servono investimenti per trasformarla in rsa”. Forza Italia: “Ciubini rimetta il mandato al sindaco”.
Sintesi. Aprendo i lavori il presidente Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha introdotto la presidente Andreina Ciubini e i membri del CDA di Muzi Betti - il vicepresidente Eugenio Bruschi, Agnese Dini, Goretta Morini, Vincenzo Minciotti, e del responsabile Covid della struttura Ascanio Graziotti. Ha precisato il carattere interlocutorio della seduta, “Non vogliamo accusare nessuno, i virus sono difficilissimi da controllare”, dando la parola a Luciana Bassini, assessore ai Servizi Sociali: “La Muzi Betti è una struttura importante, tutto quello che è stato messo in campo è stato secondo le regole e so perfettamente che si è sempre adeguata alle direttive. Avete fatto un lavoro eccellente e non merita dita puntate”.
Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha ricordato la storia della Muzi Betti, paragonandola al valore di Tela Umbra. “Chiedo che una parte del Lascito Mariani venga dato a Muzi Betti e un cinque per cento delle Farmacie comunali. C’è stato lo spopolamento di personale a seguito del bando delle ASL. Il Prosperius ha gli stessi problemi”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto: “Non si vuole fare processi, cercare capri espiatori. Ma se l’Umbria rimarrà arancione la prossima settimana è anche per i contagiati di Muzi Betti. Dobbiamo rispondere a precise domande: prima, c’erano o no altri casi di Covid interni, contiguità anziani psichiatrici è sicura? Serve sapere se ci sono state colpe di tipo giuridico o protocolli sbagliati perché non riaccada. Quanti sono i decessi? Se prima si portava l’esempio preclaro della Muzi Betti, adesso dobbiamo capire perché si sono sviluppati i contagi”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha ringraziato i presenti e precisato che “I dati del mio bollettino vengono dalla ASL. E’ di oggi la notizia di due focolai nelle strutture per anziani di Umbertide e Magione. La nostra asp è l’unica che non ha mai chiuso. Non c’è mai stato trionfalismo. Io ho sempre detto che eravamo fortunati perché il virus tra gli ospiti della Muzi Betti avrebbe avuto effetti gravi”.
Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto: “Per un contatto casuale con Muzi Betti, tendo a pensare che qualche errore c’è stato. Uno sulla comunicazione: se Città di Castello doveva andare al TG1 non sarebbe dovuto essere per due citofoni su una vetrata. A mio avviso è anche sbagliato dire che ci sono altri focolai per farlo sembrare normale”.
Cesare Sassolini, capogruppo Forza Italia, “Non siamo una commissione inquisitoria che cerca colpevoli. 100 contagiati e numerosissimi morti non è accettabile né è accettabile la gara al peggio con le altre strutture. Sui toni trionfalistici sono d’accordo con Vincenti: abbiamo mandato al TG1 quello che avremmo dovuto fare nella normalità Ritengo doverose le dimissioni della presidente, non perché colpevole ma perchè nominata dalla politica, fortemente voluta dal sindaco”.
Tiziana Croci, consigliere del PSI, ha detto: “Faccio i complimenti alla struttura perché ad oggi è stata creata una zona bianca per tutti i pazienti negativizzati. In questo anno maledetto, stiamo uniti per lavorare insieme”.
Vittorio Massetti, consigliere Italia Viva, ha detto: “Sono d’accordo con gli inviti a non politicizzare e parto dai complimenti a tutto lo staff della Muzi Betti”.
Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha aggiunto: “Troppa pubblicità, esagerazioni dell’informazione, troppi eventi, che credo servissero a dimostrare vicinanza, tutto quello che è stato fatto è stato fatto bene e imputare colpe è grave. Buon lavoro al CDA e coraggio al personale e alle famiglie”.
Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha detto: “Non possiamo chiedere le dimissioni di chi oggi deve affrontare i problemi. Successivamente se emergessero criticità maggiori, può esserci una valutazione. Ma voglio sapere quali sono le criticità di Muzi Betti. Qual è il piano di emergenza?”.
Marco Gasperi, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Non possiamo fermarci alla fatalità. Questo si può capire solo in una commissione di inchiesta, analizzando i protocolli. Nessuno vuole il patibolo per la presidente Ciubini. L’unica colpa è non aver ancora fatto la commissione d’inchiesta. Anche interna al CDA. L’alzata di scudi è un messaggio sbagliato”.
Filippo Schiattelli, capogruppo dei Civici per Città di Castello, ha detto: “Come saprete questa vicenda mi tocca personalmente. Oggi è il momento dell’unità, perché i nostri anziani stanno vivendo un momento difficile e la politica deve dimostrare di aver fatto in passato e di fare in futuro un servizio. Ringrazio la presidente che sta ricoprendo un ruolo difficile e le chiedo che cosa ha fatto la politica. Il citofono è un aspetto prioritario perché si muore di Covid ma anche di mancanza degli affetti.”.
Gaetano Zucchini, capogruppo dei Democratici per Città di Castello, ha detto: “Lavoriamo perché la politica accompagni il superamento nella prospettiva futura perché dobbiamo difendere il patrimonio umano che ospita. Noi facciamo politica e possiamo vedere se ci sono lacune grossolane che anche un politico le può vedere. E dato che è stato citato il Lascito Mariani, darò il mio contributo”.
Letizia Guerri, consigliere del PD, ha ringraziato il presidente e il CDA Muzi Betti: “Teniamo fuori le campagne elettorali, soffiare sulle paure e sulle insicurezze è politicamente poco responsabile. A fronte delle criticità notate anche da Lignani e che hanno visto intervenire nei mesi tante associazioni locali, chi ha la competenza, il sistema sanitario regionale, ha supportato nella maniera dovuta?”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha precisato: “Dico a Vincenti non c’è stato mai nessun atteggiamento trionfalistico, le iniziative erano finalizzate alla solidarietà agli anziani. Uno degli aspetti è quello psicologico ed umano per l’isolamento. Il problema finanziario è principale. L’aumento della retta ci vuole ma non può gravare sulle famiglie degli ospiti. C’è appena arrivata oggi la comunicazione che la Regione è disponibile ad utilizzare il Lascito Mariani. E’ stata istituita una commissione paritetica tra Asl e Comune per parlare di Casa della salute e Muzi Betti. Solo la Regione può fare un intervento di sistema”.
Il direttore sanitario Antonio Moni e quindi il responsabile COVID Ascanio Graziotti hanno detto: “L’applicazione delle linee guida è stata a norma di legge. Nell’ultimo dispositivo della Regione, per la ripresa pandemica, è stato disciplinato ingresso dei parenti e dei servizi di fisioterapia e animazione della struttura. Ad agosto abbiamo sospese le visite, prima dell’emanazione ufficiale. Abbiamo mantenuto aperti i servizi di fisioterapia e animazione. Se oltre ai parenti avessimo tolto la socializzazione e la fisiologia gli effetti sarebbero stati dannosi. Ad Ottobre abbiamo toccato il tetto massimo di 98 ospiti. Le tamponature quindicinali riguardavano 170 persone. Le difficoltà non era la mancanza di protezioni individuali ma che dovevamo pagarcele. L’assunzione massiccia di personale infermieristico ci ha fatto perdere in pochi giorni il 40% del personale, ora recuperato, anche se non credo che sia la causa del focolaio, quanto alcune criticità del sistema. Abbiamo problemi di gestione come tutte le strutture con pazienti psichiatrici per le norme di sicurezza. Alcuni sono con noi da 20 anni. Il lavoro che fa la Muzi Betti è certificato dal sistema regionale Atlante. Muzi Betti è la più grande residenza protetta dell’Umbria ed essendo sempre piena risponde ad una esigenza. La rsa non è sinonimo di residenza protetta. Pensiamo in continuazione dove possa essere stata la falla: da agosto non è entrato più nessuno se non nel fine vita e dopo il triage e solo a dicembre per un paziente negativo. L’ultimo paziente entrato, a metà dicembre, ha fatto un isolamento di 14 giorni. Il problema vero è che non abbiamo garanzie per il futuro. Non abbiamo livelli immunitari né per operatori né per pazienti. I dati di oggi: 10 negativi , 7 vaccinati e 3 colpiti da Covid, 12 all’ospedale 3 a Villa Muzi, 3 con tampone indeterminato, 23 positivi, 29 negativizzati, 10 pazienti deceduti per Covid e 2 deceduti negativi”.
Daniela Felicioni, responsabile del Distretto della ASL Umbria 1, ha ripercorso la storia del Covid in Umbria: “In tutte le fasi Covid, la Regione ha elaborato procedure, seguiamo ancora quella di aprile, sulla base della quale sono stati elaborati protocolli operativi. La Muzi Betti li ha sempre rispettati. Abbiamo vigilato e controllato e lo loro attività è stata assolutamente lineare. La struttura ha tenuto la guardia alta, con campagne di screening periodici, da ultimo con tamponi molecolari. Il 15 dicembre non avevamo casi positivi. A Novembre avevamo avuto 2,3 casi tra gli ospiti e 2 operatori che si erano risolti in qualche settimana. Per quanto riguarda il focolaio dello screening 28,29,30 c’è stata un’esplosione del contagio. Gli ingressi dei pazienti sono stati fatti con due tamponi a distanza di cinque giorni e una fase di osservazione prima del contatto con gli altri”.
Il presidente Andreina Ciubini Ciubini, ha ricordato “Al 15 dicembre era tutto a posto e dal 29 di dicembre le cose sono cambiate: 11 ospiti con sintomi lievi sono all’ospedale di Città di Castello grazie a sindaco rimasti qui, poi i nuclei Covid per il mantenimento di tutte le attività assistenziale. Grazie di cuore a tutti gli operatori, che in questi mesi hanno lavorato senza mai guardare l’orario. Poi i successivi ricoveri all’ospedale e a Villa Muzi in collaborazione con la ASL. In questi ultimi tempi nessuna parla più delle rsa. Vorremmo avere un confronto con la regione. Cerchiamo di mettere in pratica queste cose di cui ci riempiamo la bocca. Aiutiamola il più possibile, cento persone positive sono tante ricordate anche che all’interno della strutture ci sono 180 persone.
Il vicepresidente Eugenio Bruschi ha aggiunto “Come consiglio di amministrazione abbiamo già fatto la commissione di inchiesta interno, abbiamo fatto tutto il possibile, ci dispiace per le persone che ci hanno lasciato. A Sassolini voglio chiedere perchè che ogni volta che si parla della Muzi Betti chiede le dimissioni della presidente Andreina. Prima di chiedere le dimissioni bisogna conoscere i fatti”.
Resoconto. Aprendo i lavori il presidente Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha introdotto la presidente Andreina Ciubini e i membri del CDA di Muzi Betti - il vicepresidente Ennio Bruschi, Agnese Dini, Goretta Morini, Vincenzo Minciotti, e del responsabile Covid della struttura Ascanio Graziotti. Ha precisato il carattere interlocutorio della seduta, “Non vogliamo accusare nessuno, i virus sono difficilissimi da controllare”, dando la parola a Luciana Bassini, assessore ai Servizi Sociali: “La Muzi Betti è una struttura importante, tutto quello che è stato messo in campo è stato secondo le regole e so perfettamente che si è sempre adeguata alle direttive. Avete fatto un lavoro eccellente e non merita dita puntate. Dal primo momento che questo virus ci è caduto addosso, abbiamo avuto focolai in tutto il territorio nazionale nelle strutture per anziani. Ci auguriamo tutti che l’impegno del cda possa continuare. Ci dispiace che il focolaio sia avvenuto una settimana prima della vaccinazione, che sarebbe stata la fine di un incubo. Ringrazio il cda e gli operatori per il lavoro compiuto e più non era possibile”.
Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha ricordato la storia della Muzi Betti, paragonandola al valore di Tela Umbra. “Ho preparato un ordine del giorno in cui chiedo che una parte del Lascito Mariani venga dato a Muzi Betti e un cinque per cento delle Farmacie comunali. C’è stato lo spopolamento di personale a seguito del bando delle ASL e delle conseguenze nell’organizzazione perché i nuovi operatori devono formarsi. La Muzi Betti ha fatto il possibile e non si sa chi ha introdotto il virus. Le mascherine sono prese in giro, un business, non servono per lottare contro un virus. Il Prosperius ha gli stessi problemi”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto: “Non si vuole fare processi, cercare capri espiatori. E’ chiaro che non c’è dolo. Dobbiamo comprendere se c’è stato qualcosa che non è andato. Se l’Umbria rimarrà arancione la prossima settimana è anche per i contagiati di Muzi Betti che ha determinato il colore della nostra Regione. Dobbiamo rispondere a precise domande: se, prima del focolaio, c’erano o no altri casi di Covid interni, ospitando persone anziane e persone con problemi poco controllabili dai protocolli è sicura, i dispositivi di protezione individuali ci sono? A metà dicembre in commissione regionale, la presidente Ciubini ha detto che c’erano pochi soldi per dare sicurezza. Non possiamo scaricare su Comune, Regione o Muzi Betti. Serve sapere se ci sono state colpe di tipo giuridico o protocolli sbagliati perché non riaccada. Quanti sono i decessi? Se prima si portava l’esempio preclaro della Muzi Betti, adesso dobbiamo capire perché si sono sviluppati i contagi. E’ un dovere non una colpa”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha ringraziato i presenti e precisato che “i dati del mio bollettino quotidiano mi vengono trasmessi, i deceduti li comunichiamo in maniera precisa perché sono tutti di natura ospedaliera. Stamattina ci sono stati altri due deceduti. E’ di oggi la notizia di due focolai nelle strutture per anziani di Umbertide e Magione. La nostra asp è l’unica che non ha mai chiuso. Non c’è mai stato trionfalismo. Io ho sempre detto che eravamo fortunati perché il virus tra gli ospiti della Muzi Betti avrebbe avuto effetti gravi”.
Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto: “Spero nel rispetto delle persone anziane che non ci siano processi. Ogni professionista si assumerà le proprie responsabilità anche se per un contatto casuale che ho avuto, tendo a pensare che qualche errore c’è stato. Uno sulla comunicazione: mi sono divertito a scaricare tutti i comunicati stampa, messe, il concerto, altre iniziative. Se Città di Castello doveva andare al TG1 non sarebbe dovuto essere per due citofoni su una vetrata. A mio avviso è anche sbagliato dire che ci sono altri focolai per farlo sembrare normale. Mi fido dei professionisti, lasciamo fuori la politica”.
Cesare Sassolini, capogruppo Forza Italia, “Non siamo una commissione inquisitoria che cerca colpevoli. Saranno gli organi inquirenti della ASL o di altri settori a capire che cosa è avvenuto anche per migliorare in futuro i sistemi di protezione. Qualcosa è successo? 100 contagiati e numerosissimi morti non è accettabile né è accettabile la gara al peggio con le altre strutture. Sui toni trionfalistici sono d’accordo con Vincenti: abbiamo mandato al TG1 quello che avremmo dovuto fare nella normalità Ritengo doverose le dimissioni della presidente, non perché colpevole ma perchè nominata dalla politica, fortemente voluta dal sindaco. Deve autosospendersi, rimettere il mandato nelle mani del sindaco che valuterà se rinnovarle la fiducia o cambiare. Se prima era un campione nella gestione della Muzi Betti, ora deve prendere atto e pagare le conseguenze anche di errori altrui”.
Tiziana Croci, consigliere del PSI, ha detto: “Il virus è ancora più subdolo ed eravamo consapevoli che entrato in una struttura con persone fragili poteva avere effetti molto forti. Collaboro con l’istituto Prosperius e vi assicuro che tutti i pazienti che inviamo sono tamponati eppure si sono sviluppati contagi. Faccio i complimenti alla struttura perché ad oggi è stata creata una zona bianca per tutti i pazienti negativizzati. In questo anno maledetto, stiamo uniti per lavorare insieme in modo sinergico per tornare quanto prima alla normalità”.
Vittorio Massetti, consigliere Italia Viva, ha detto: “Sono d’accordo con gli inviti a non politicizzare e parto dai complimenti a tutto lo staff della Muzi Betti, che non ha avuto soldi da nessuno è riuscita a fronteggiare la situazione per 10 mesi. Ho avuto il bisogno di frequentarla e ho avuto modo di vedere l’ottimo lavoro. E’ accaduto dappertutto ed è impossibile capire come è entrato”.
Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha aggiunto: “Città di Castello ha bisogno di una politica sana non strumentale. Nella cosiddetta prima fase, ci sono stati il 33 % di deceduti nelle case di riposo ed era noto a tutti che in queste strutture avrebbe contagiato a macchia d’olio tutti. Troppa pubblicità, esagerazioni dell’informazione, troppi eventi, che credo servissero a dimostrare vicinanza, tutto quello che è stato fatto è stato fatto bene e imputare colpe è grave. Si può sempre migliorare ma non accanirsi con motivazioni fuori luogo. In prospettiva lavoriamo per la rsa. Buon lavoro al CDA e coraggio al personale stressato da quanto accaduto e un abbraccio alle famiglie.
Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha detto: “Non siamo qui per fare un processo a chi ha lavorato con impegno e un carico di responsabilità immane. C’erano dei protocolli, c’erano delle linee guida, c’era un piano di emergenza. Con il senno di poi possiamo dire che c’è stato qualche problema ad un certo punto, poco personale, finanziamenti mancati. Non possiamo chiedere le dimissioni di chi oggi deve affrontare i problemi. Successivamente se emergessero criticità maggiori, può esserci una valutazione. Ma voglio sapere quali sono le criticità di Muzi Betti. La rsa dell’ospedale è stata chiusa ma non è stato riaperto niente, c’è un problema di politica geriatrica. Qual è il piano di emergenza?”.
Marco Gasperi, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Apprezziamo che in questi giorni difficili il Cda sia presente. Non capisco perché siamo qui dato che anche Fratelli d’Italia aveva chiesto quale fosse lo strumento migliore per aiutare Muzi Betti. Il processo deve essere non alle persone ma ai protocolli. Cosa è successo è evidente ma perché è successo? Non possiamo fermarci alla fatalità. Questo si può capire solo in una commissione di inchiesta, analizzando i protocolli. Se sono mancati i soldi per attuarli dobbiamo dirlo. Oggi dovremmo essere in consiglio a capire come formarla questa commissione. E’ grave da parte della politica l’alzata di scudi generale verso il CDA. Nessuno vuole il patibolo per la presidente Ciubini, che è chiaro che non avrebbe mai voluto contagiare gli ospiti. L’unica colpa è non aver ancora fatto la commissione d’inchiesta. Anche interna al CDA. L’alzata di scudi è un messaggio sbagliato”.
Filippo Schiattelli, capogruppo dei Civici per Città di Castello, ha detto: “Come saprete questa vicenda mi tocca personalmente, ci tenevo ad essere presente per dire che le speculazioni politiche quando le cose vanno bene e anche quanto vanno male sono di cattivo gusto sempre. E’ successo un fatto importante negativo e non credo che qui ci siano le competenze per parlare di inchieste. Ci sono le sedi e gli enti preposti per verificare eventuali negligenze. Oggi è il momento dell’unità, perché i nostri anziani stanno vivendo un momento difficile e la politica deve dimostrare di aver fatto in passato e di fare in futuro un servizio. Ringrazio la presidente che sta ricoprendo un ruolo difficile e le chiedo che cosa ha fatto la politica per rispondere alle reali necessità della struttura, che si è impegnata in termini di sicurezza e dell’isolamento, mettendo a disposizione un citofono. E’ stato un aspetto prioritario perché si muore di Covid ma anche di mancanza degli affetti. Oggi la politica sia unita e torni al servizio: che cosa è stato fatto e di cosa c’è bisogno. Sappiamo delle disponibilità del Lascito Mariani. Questo è il motivo della presenza qui. Ringrazio gli operatori , direttore sanitario Mori e il dottor Graziotti”.
Gaetano Zucchini, capogruppo dei Democratici per Città di Castello, ha detto: “Questa commissione può rappresentare attenzione alla problematica, allontanarci da un teatrino politico. La politica può farsi carico di qualche aspetto: essere vicino a chi ha gestito una fase drammatica, purtroppo è accaduto nelle rsa di tutto il mondo, anche il Canada ha avuto una mortalità nelle rsa dell’80% contro il 50% dell’Italia. Se si perde la consapevolezza che questi signori per scienza hanno attivato tutte le iniziative sanitarie perchè il Covid non penetrasse all’interno della struttura, vuol dire che non siamo consapevoli. E’ impensabile che il CDA non abbia applicato ogni misura atta a contenere il contagio. Non ho alcun dubbio che sia stato fatto tutto quello che la scienza ha potuto consigliare …Che cosa è accaduto è compito degli organismi interni. Le riflessioni politiche sono altre: c’è bisogno di finanziamenti, della casa della salute, di strutture ad hoc. Dobbiamo dare voce a queste esigenze, deve essere rivista la retta ed essere accompagnata ad un’implementazione organica e di altre strutture di supporto. Lavoriamo perché la politici accompagni il superamento nella prospettiva futura perché dobbiamo difendere il patrimonio umano che ospita. Noi facciamo politica e possiamo vedere se ci sono lacune grossolane che anche un politico le può vedere. E dato che è stato citato il Lascito Mariani, darò il mio contributo”.
Letizia Guerri, consigliere del PD, ha ringraziato il presidente e il CDA Muzi Betti: “La situazione è critica da mesi anche sul dato nazionale. L’emergenza sanitaria colpisce i più fragili. La politico ha un grandissimo compito: essere autorevoli e fornire strumenti a chi, come chi lavora in queste strutture, ne ha bisogno. E’ una forma di protezione degli ospiti e del loro lavoro. Teniamo fuori le campagne elettorali, soffiare sulle paure delle persone e sulle insicurezze è politicamente molto poco responsabile. Anche se si vuole fare politica su fronti opposti si deve farlo non sfruttando le situazioni ma per i nostri cittadini. A fronte delle criticità notate anche da Lignani e che hanno visto intervenire nei mesi tante associazioni locali, chi ha la competenza, il sistema sanitario regionale, ha supportato nella maniera dovuta? Una regione governata dal Centro destra, lo stesso che si è scagliato contro”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha precisato: “Dico a Vincenti non c’è stato mai nessun atteggiamento trionfalistico, le iniziative erano finalizzate alla solidarietà agli anziani. Uno degli aspetti è quello psicologico ed umano per l’isolamento. Il problema finanziario è principale: non voglio attaccare la Regione ma c’è un problema serio. L’aumento della retta ci vuole ma non può gravare sulle famiglie degli ospiti. La retta è bassa ma per nucleo familiare è pesante. Altri debbono farsene carico. C’è appena arrivata oggi la comunicazione che la Regione è disponibile ad utilizzare il Lascito Mariani. E’ stata istituita una commissione paritetica tra Asl e Comune che potrà riunirsi quanto prima e che dovrà affrontare: la Casa della salute e Muzi Betti. Sarebbe un intervento straordinario. Un intervento di sistema lo può fare solo la Regione”.
Il presidente della asl Muzi Betti Andreina Ciubini ha ringraziato per “le parole di stima e di affetto per la nostra struttura” presentando il direttore sanitario Antonio Moni e quindi il responsabile COVID Ascanio Graziotti: “Quando scoppià l’Emergenza, la prima fornitura di presidio è avvenuta il 14 aprile e le linee guida il 20 aprile. Abbiamo navigato a vista garantendo una fornitura completa di dispositivi di sicurezza. L’applicazione delle linee guida è stata a norma di legge. Nell’ultimo dispositivo della Regione, per la ripresa pandemica, è stato disciplinato ingresso dei parenti e dei servizi di fisioterapia e animazione della struttura. Ad agosto abbiamo sospese le visite, prima dell’emanazione ufficiale. Abbiamo mantenuto aperti i servizi di fisioterapia e animazione. Se oltre ai parenti avessimo tolto la socializzazione e la fisiologia gli effetti sarebbero stati dannosi. Ad Ottobre abbiamo toccato il tetto massimo di 98 ospiti. Le tamponature quindicinali riguardavano 170 persone. Le difficoltà non era la mancanza di protezioni individuali ma che dovevamo pagarcele. Prendiamo i guanti dalla farmacia ospedaliera ad un prezzo di 3 euro. Ora dobbiamo comprarli a 11 euro, così via per i camici. Ma non sono mai mancati grazie alle forniture della Protezione civile. Nel momento in cui c’è stato un aumento netto di contagi, ci siamo adoperati e abbiamo avuto una fornitura di camici il 2 gennaio, per fare un esempio. L’assunzione massiccia di personale infermieristico ci ha fatto perdere in pochi giorni il 40% del personale, ora recuperato, anche se non credo che sia la causa del focolaio, quanto alcune criticità del sistema. Abbiamo problemi di gestione come tutte le strutture con pazienti psichiatrici per le norme di sicurezza. Alcuni sono con noi da 20 anni. Il lavoro che fa la Muzi Betti è certificato dal sistema regionale Atlante. Muzi Betti è la più grande residenza protetta dell’Umbria ed essendo sempre piena risponde ad una esigenza. La rsa non è sinonimo di residenza protetta. Ha delle caratteristiche su personale, retta, tipologia di ospiti. Pensiamo in continuazione dove possa essere stata la falla: da agosto non è entrato più nessuno se non nel fine vita e dopo il triage e solo a dicembre per un paziente negativo. L’ultimo paziente entrato, a metà dicembre, ha fatto un isolamento di 14 giorni. Il problema vero è che non abbiamo garanzie per il futuro. Non abbiamo livelli immunitari né per operatori né per pazienti. I dati di oggi: 10 negativi , 7 vaccinati e 3 colpiti da Covid, 12 all’ospedale 3 a Villa Muzi, 3 con tampone indeterminato, 23 positivi, 29 negativizzati, 10 pazienti deceduti per Covid e 2 deceduti negativi”.
Daniela Felicioni, responsabile del Distretto della ASL Umbria 1, ha ripercorso la storia del Covid in Umbria: “Abbiamo iniziato a fare il tracciamento a febbraio. La Regione ha istituito una task force e un centro operativo e da allora continuiamo a lavorare senza sosta. A Marzo abbiamo cominciato a blindare le strutture per anziani, target più vulnerabile. Abbiamo individuati responsabili COVID, ogni struttura ha dovuto redigere un piano per la sicurezza e la Regione ha individuato dei referenti regionali destinati a sovrintendere alle attività delle residenze. Città di Castello è stata in grado di contenere il contagio più che in altre zone. C’è stata un’applicazione costante di protocolli e procedure. Qui c’è una tariffa standard, 50 a carico della famiglia e 50 per la Asl, in altre zone c’è il una differenziazione a seconda dei bisogni assistenziali. C’è poi il Prina, il piano per la non autosufficienza. In tutte le fasi Covid, la Regione ha elaborato procedure, seguiamo ancora quella di aprile, sulla base della quale sono stati elaborati protocolli operativi. La Muzi Betti li ha sempre rispettati. Abbiamo vigilato e controllato e lo loro attività è stata assolutamente lineare. Sull’accaduto, dall’inizio dell’inverno i dati sono risaliti insieme all’Rt, l’indice di contagio, fino al periodo natalizio. La struttura ha tenuto la guardia alta, con campagne di screening periodici, da ultimo con tamponi molecolari. Il 15 dicembre non avevamo casi positivi. A Novembre avevamo avuto 2,3 casi tra gli ospiti e 2 operatori che si erano risolti in qualche settimana. Sulla mortalità della struttura, nel 2020 è stata inferiore al 2019, per quanto riguarda il focolaio dello screening 28,29,30 c’è stata un’esplosione del contagio. Gli ingressi dei pazienti sono stati fatti con due tamponi a distanza di cinque giorni e una fase di osservazione prima del contatto con gli altri. Da marzo abbiamo perso con l’ospedale Covid la rsa dell’ospedale”.
Il presidente Andreina Ciubini Ciubini, ha fatto una sintesi di “oltre 20 mesi di mandato. Ci siamo subiti resi conto dei molti interventi di manutenzione straordinaria necessari, abbiamo verificato che le tariffe sono ferme dal 2009 e incontrato l’ex presidente regionale Marini per cercare di risolvere problemi strutturali dato che le complessità assistenziali degli ospiti sono diversificate. Ora abbiamo ripreso questi contatti con la presidente Tesei e l’assessore Coletto senza avere nessuna risposta. Poi siamo stati travolto dagli esempi, le associazioni però non ci hanno mai abbandonato, provvedendo per tutti quanto mancava. La nostra struttura a marzo è stata chiusa a tutti. E’ stato un momento triste e i tifernati non ci hanno mai abbandonato. Abbiamo rispettato tutti i protocolli e adottato ogni precauzioni, non abbiamo lesinato l’uso di dispositivi di protezione.
Abbiamo chiuso a malincuore ma i dispositivi non li abbiamo fatti mancare anche grazie alle associazioni e alla asl. Al 15 dicembre era tutto a posto e dal 29 di dicembre le cose sono cambiate: 11 ospiti con sintomi lievi sono all’ospedale di Città di Castello grazie a sindaco rimasti qui, poi i nuclei Covid per il mantenimento di tutte le attività assistenziale. Grazie di cuore a tutti gli operatori, che in questi mesi hanno lavorato senza mai guardare l’orario. Poi i successivi ricoveri all’ospedale e a Villa Muzi in collaborazione con la ASL. In questi ultimi tempi nessuna parla più delle rsa. Vorremmo avere un confronto con la regione da cui non abbiamo avuto risposte e siamo in collegamento con tutte le strutture pubbliche, manifestiamo gli stessi problemi. Abbiamo richiesto il rimborso per le spese. Abbiamo dovuto assumere più persone per aiutare le persone che non mangiavano più dopo che avevamo chiuso le porte. Dobbiamo stare uniti insieme e dare delle risposte e aiutare questa nostra struttura, diciamo sempre belle parole ma cerchiamo di mettere in pratica queste cose di cui ci riempiamo la bocca. Aiutiamola il più possibile, cento persone positive sono tante ricordate anche che all’interno della strutture ci sono 180 persone.
Il vicepresidente Eugenio Bruschi ha aggiunto “Come consiglio di amministrazione abbiamo fatto la commissione di inchiesta e a fare le domande che voi avete fatto e tranquillità che tutto quello che dovevano essere fatto è stato fatto, stasera siamo venuti a partecipare a questo consesso, chiamatelo come volete, avremmo potuto anche rifiutarci, siamo una struttura pubblica che come referente per la vigilanza abbiamo un organismo regionale, ma non ci possiamo esimere da nessun confronto con nessuno perché la Muzi Betti è un patrimonio della città, non ci sentiamo sotto inchiesta abbiamo fatto tutto il possibile, ci dispiace per le persone che ci hanno lasciato. A Sassolini voglio chiedere perchè che ogni volta che si parla della Muzi Betti chiede le dimissioni della presidente Andreina. Prima di chiedere le dimissioni bisogna conoscere i fatti”.
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