Opinionisti Giacomo Moretti

Non sono numeri ma una vergogna infinita

La violenza maschile sulle donne è una cosa vergognosa

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In questi ultimi tempi siamo letteralmente circondati da numeri, dati, statistiche, un vero e proprio bombardamento. E così si moltiplicano grafici, statistiche a base di dibattiti infiniti. Ovviamente mi riferisco a quello che accade intorno a noi ormai da circa un anno, ovvero i numeri che ogni giorno vengono generati da questa pandemia che ancora fatica a lasciarci e dalla quale vorremo liberarci quanto prima. Ma purtroppo ci sono altri numeri, altri dati che però affondano la loro esistenza negli anni. Generati da qualcosa di osceno e vergognoso che si ripete in continuazione nel nostro Paese. Purtroppo quando eventi tragici vengono tradotti in numeri si rischia di assuefarci e di minimizzare la portata di dolore che invece resta e non è riportabile in nessun grafico. Mi riferisco alla triste constatazione che ancora nel 2021 ci sono uomini, così definiti per appartenenza di specie, che nulla però hanno di umano, che ancora hanno comportamenti e atteggiamenti vergognosi nei confronti delle donne. Una mala gestione dell’uomo come genere che sfocia talvolta in vere e proprie tragedie. Lo so, ho scritto più volte in relazione al problema della violenza maschile nei confronti delle donne e continuerò a farlo perché quello che continua ad accadere è veramente ributtante. Violenza maschile che purtroppo, troppo spesso, sfocia nella forma di violenza per eccellenza, il femminicidio. Ovvero la negazione del diritto fondamentale e irrinunciabile di ogni uomo, la vita. Quante vite interrotte in maniera tragica da parte di esseri spregevoli, una spregevolezza che non nasce evidentemente nel momento in cui la violenza prende forma nel commettere un omicidio. Una spregevolezza che nasce da ogni prevaricazione, ogni mancanza di rispetto, ogni assurda pretesa. Insomma lo sappiamo bene come germogliano certi delitti assurdi per quanto inaccettabili. E così tra le tante tragedie delle quali il nostro Paese sembra non riuscire a liberarsi vi è l’uccisione delle donne da parte di chi aveva promesso di amarle, da chi sa trasformare un mal interpretato amore in odio generando vere e proprie atrocità. Ebbene anche i femminicidi non sono immuni dall’essere tradotti in freddi numeri. Numeri che ci dicono che ad oggi, all’inizio del 2021, sono una decina le donne uccise dal mostro che avevano accanto. Mi colpisce l’età delle vittime, si parte addirittura da una bimba di 18 mesi per arrivare ad una donna di 47 anni. Nessuna generazione è immune, nemmeno il rapporto di figliolanza con il mostro di turno mette al riparo dall’odio ceco e bieco di taluni soggetti. Un fenomeno terribile che non deve farci assuefare. Purtroppo ultimamente l’abitudine ai numeri ci rende meno sensibili ai fenomeni che questi traducono. Perfino il tragico bollettino di guerra relativo al COVID-19 ci ha anestetizzato. Si sentono giornalisti che nel riportare i dati antepongono alla tragica conta la parola “solo”, oggi sono decedute “solo” per poi riportare il numero. I fenomeni tradotti in freddi numeri ci fanno perdere di vista il fenomeno stesso. Il numero delle donne che cadono sotto la mano assassina di un uomo sono inaccettabili per un Paese che viole definirsi civile. Quindi quei numeri non sono la mera traduzione di un fenomeno inaccettabile ma restano una vergogna infinita per tutti noi.

Redazione
© Riproduzione riservata
19/02/2021 11:12:17

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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