Scarti edilizi e altro: la diga di Montedoglio trasformata in discarica
Nei guai due stranieri pizzicati dai carabinieri forestali di Sansepolcro
La diga di Montedoglio trasformata in una sorta di discarica a cielo aperto nella quale venivano conferiti rifiuti edilizi. Una vera e propria vergogna (per non dire schifo) sotto tutti i punti di vista, ambientale ed estetico. Rischiano ora l’arresto e una multa di quelle oltremodo salate due cittadini stranieri residenti da oramai diversi anni a Sansepolcro: uno di essi è un ristoratore di professione ed era intento a ristrutturare il locale ubicato nel centro storico della città biturgense; l’altro è il titolare della ditta non autorizzata allo smaltimento, che conferiva gli scarti all’interno dell’invaso, lungo il tracciato dismesso della vecchia statale Tiberina 3 bis. Un punto che al momento è riemerso, ma che con il bacino artificiale a pieno regime è destinato a finire di nuovo sott’acqua, per cui si possono benissimo immaginare i risvolti di un caso del genere. In che modo i carabinieri forestali della Stazione di Sansepolcro sono arrivati a pizzicare i due individui? Attraverso l’esame dei reperti trovati dentro alcuni sacchi nei quali erano stati sistemati materiali vari (mattonelle, rivestimenti, cartongesso e pittura), impiegati per costruzioni e demolizioni. Risultato: lo smaltimento illecito riguarda qualcosa come tre quintali circa di detriti, ai quali debbono essere aggiunti un grosso congelatore a pozzo, due lavatrici e un mobile laccato. Rifiuti speciali, per i quali occorre una determinata procedura da seguire; qui, invece, è accaduto quanto di più illecito possa esistere. Da segnalare, poi, la particolare sensibilità dell’area di proprietà demaniale, sottoposta – oltre che al vincolo idrogeologico – anche a quello paesaggistico, non dimenticando che quella è per giunta una zona di protezione speciale per la caccia. Le acque del lago di Montedoglio – è opportuno ricordarlo - sono impiegate per uso idropotabile e riforniscono un importante bacino di utenza come quello di Arezzo. Lo “spettacolo” presentatosi davanti ai forestali dell’Arma è stato indecoroso e ciò che più dispiace – hanno sottolineato gli stessi carabinieri forestali - è la constatazione di doversi trovare davanti a persone con una sensibilità per l’ambiente pressochè inesistente e con una cultura in materia quantomeno discutibile. Ma il rispetto delle regole non ammette di certo la scarsa cultura e adesso le pene alle quali possono andare incontro i due stranieri sono quelle dell’arresto da sei mesi a due anni, più un’ammenda oscillante fra i 2600 e i 26mila euro, in base a quanto stabilisce il decreto legislativo n. 152/2006, testo unico ambientale.
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