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Una nuova tecnica aiuta nella diagnosi del tumore della tiroide

La presenza di un nodulo non deve sempre destare preoccupazione

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Il tumore della tiroide è l'esito di uno sviluppo anomalo di alcune cellule di questa ghiandola situata alla base del collo. La presenza di un nodulo non deve sempre destare preoccupazione, solo nel 5-10% dei casi esso evolve nel cancro. Poiché la neoplasia ha una buona prognosi, con un alto tasso di sopravvivenza e scarse possibilità di recidivare, la diagnosi e il trattamento precosi sono fondamentali.

Un gruppo di ricerca congiunto dell'Università della scienza e della tecnologia di Pohang (Corea) ha messo a punto un nuovo metodo non invasivo per distinguere i noduli dal tumore della tiroide combinando la tecnologia fotoacustica (PA) e delle immagini a ultrasuoni con l'intelligenza artificiale. I risultati dello studio sono stati pubblicati su "Cancer Research".

Attualmente, la diagnosi di un nodulo tiroideo viene eseguita con aspirazione tramite ago sottile (FNAB) e conseguente biopsia mediante un'immagine ecografica. Tuttavia, il 20% degli FNAB sono imprecisi e ciò si traduce in ulteriori e non necessarie biopsie. Al fine di superare tale problema gli scienziati hanno esplorato l'uso dell'imaging (PA) per ottenere un segnale ultrasonico generato dalla luce. Quando quest'ultima viene irradiata sul nodulo tiroideo, si genera un segnale ultrasonico chiamato segnale PA della ghiandola tiroidea e del nodulo. Acquisendo ed elaborando il segnale, si raccolgono immagini PA della tiroide e del relativo nodulo. A questo punto, nel caso in cui si ottengano segnali PA multispettrali, è possibile calcolare informazioni sulla saturazione di ossigeno.

Gli studiosi si sono concentrati sul fatto che la saturazione di ossigeno dei noduli maligni è inferiore a quella dei noduli normali. Hanno dunque acquisito immagini PA di 23 pazienti con tumore della tiroide e di 29 pazienti sani. Il livello di saturazione dell'ossigeno del nodulo è stato analizzato mediante tecniche di apprendimento automatico.

Inizialmente, la sensibilità per classificare la malignità era del 78% e quella per classificare la benignità era del 93%. Nella seconda analisi, i risultati PA sono stati combinati con gli esiti dell'esame basato sulle classiche immagini ecografiche. Anche in questo caso è stato confermato che i noduli maligni potevano essere distinti con una sensibilità dell'83%. Dunque la probabilità di diagnosticare un tumore della tiroide è aumentata di più di tre volte. Sintomi dello stesso includono ingrossamento dei linfonodi laterocervicali, raucedine, disfonia, disfagia e dolori diffusi nella regione anteriore del collo.

Notizia tratta da ilgiornale.it
© Riproduzione riservata
15/07/2021 17:43:48


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