Amnesty: “Torture e stupri ai profughi di ritorno in Siria”. Sotto accusa l’intelligence di Assad
Un report pubblicato dall’organizzazione documenta le violenze subite da 66 siriani rimpatriati
La Siria ha un governo e un capo, riaffermatosi solo pochi mesi fa dopo le elezioni presidenziali tenutesi senza veri avversari, ma resta un luogo non sicuro per i rimpatri. Questa mattina, un report pubblicato da Amnesty International ha denunciato decine di casi di detenzioni arbitrarie, rapimenti e torture, da parte delle forze di sicurezza del Paese governato da Bashar al-Assad ai danni dei siriani rimpatriati. Il leader del Partito Ba’ath si è assicurato un nuovo mandato presidenziale a maggio.
Il documento, intitolato 'You're going to your death', sottolinea che, nonostante i rimpatri in essere dall’Europa, la Siria rimanga un territorio tutt’altro che sicuro. Sempre nel report, si documentano le violenze subite da 66 siriani – 13 dei quali bambini – per mano di alcuni ufficiali dell’intelligence di Damasco: «Le attività militari si saranno anche ridotte ma non è così per la propensione del governo siriano a compiere gravi violazioni dei diritti umani. Le torture, le sparizioni forzate, le detenzioni arbitrarie e illegali che avevano costretto tanti siriani a lasciare il paese sono di attualità ancora oggi. Quel che è peggio è che proprio il fatto di aver lasciato la Siria è sufficiente per essere presi di mira dalle autorità», ha dichiarato Marie Forestier, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei migranti e dei rifugiati.
Alla base delle violenze riportate, ci sarebbero accuse di "tradimento" e "terrorismo" ai danni dei profughi di ritorno, approfittando della campagna indiscriminata verso ogni forma di opposizione portata avenati da Damasco, che non distingue tra oppositori politici, ribelli armati e jihadisti.
Spiccano i casi di cinque rimpatriati morti durante un periodo di detenzione, mentre resta sconosciuto il destino di almeno 17 persone scomparse. Amnesty ha anche documentato 14 casi di violenza sessuale sempre ad opera delle forze di sicurezza, inclusi sette casi di stupro contro cinque donne, un adolescente e una bambina di 5 anni d'età. A seguito della pubblicazione del dossier, l’organizzazione ha invitato i governi europei a «fermare immediatamente qualsiasi pratica che costringa direttamente o indirettamente le persone a tornare in Siria».
L’emorragia di profughi che hanno lasciato la Siria in cerca di protezione all’estero, ammonta a circa 6,6 milioni di persone dal 2011. Di queste, la maggior parte si è fermata nella vicine Turchia e nel piccolo Libano, quest’ultimo autore di continue pressioni a favore di un rientro in patria dei profughi.
Tra i casi documentati da Amnesty, alcuni riguardano rifugiati provenienti anche da Francia, Germania, Giordania o Emirati Arabi Uniti. Tutto ciò nonostante le dichiarazioni provenienti dall’Europa e della Nazioni Unite sulla mancanza delle condizioni di stabilità necessarie a consentire un ritorno sicuro.
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