Strage del Bataclan, 6 anni dopo al via il maxi processo
L’attentatore superstite: "Non c'è nessun altro Dio all'infuori di Allah"
"Non c'e' nessun altro Dio all'infuori di Allah": sono le prime parole dette da Salah Abdeslam, unico superstite fra i terroristi degli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, nel processo appena iniziato nella capitale francese. In un complesso protetto all'interno di un tribunale del XIII secolo, inizia oggi in Francia il processo a venti uomini accusati degli attacchi del gruppo dello Stato islamico del 2015 a Parigi che hanno causato 130 vittime, tra cui la veneziana Valeria Solesin, e centinaia di feriti. Nove uomini armati e attentatori suicidi colpirono a pochi minuti l'uno dall'altro allo stadio nazionale di calcio francese, alla sala concerti Bataclan e ai ristoranti e caffè di Parigi il 13 novembre 2015. L'unico sopravvissuto della cellula estremista di quella notte, Salah Abdeslam, è l'imputato chiave tra quelli processati per l'attacco più mortale in Francia dalla seconda guerra mondiale ed è l'unico accusato di omicidio. La stessa rete islamista ha continuato a colpire Bruxelles mesi dopo, uccidendo altre 32 persone. «Sono persone di cui ho il massimo disprezzo, non più di questo: mi sono piuttosto indifferenti. Non mi fanno paura» spiega al Gazzettino Luciana Milani, madre di Valeria Solesin, vittima italiana alla strage del Bataclan. «Penso – afferma Milani – che sarà un processo miliare, e sono felice di come la Francia lo sta trattando, di come stia informando noi parti civili: è un fatto sostanziale e non solo di rispetto verso le vittime e i parenti». La morte di Valeria «è stato un attacco al modo di vivere occidentale, un attacco all'essere cittadini, alla polis, alla comunità. Ma penso che il processo – continua la madre di Valeria – lascerà questo aspetto sullo sfondo per radicarsi sui fatti e su come sia stato possibile succedesse».
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