Afghanistan: donne in piazza contro il governo tutto al maschile, disperse con fruste e bastoni
I taleban: no alle manifestazioni non autorizzate
Decine di donne afghane si sono riversate di nuovo in piazza, a Kabul e nella province di Parwan, Takhar, Badakhshan e Ghazni, per protestare contro il nuovo governo tutto al maschile. Le manifestazioni sono state duramente represse dai taleban tramite utilizzo di fruste e bastoni, con i quali sarebbero stati picchiati anche alcuni giornalisti, secondo testimoni citati da alcuni media stranieri. Le donne manifestanti rivendicavano il diritto, loro negato, di rappresentanza e protestavano contro il ritorno a un regime di oppressione. Tra gli slogan urlati per le strade si distinguevano «Nessun governo può negare la presenza delle donne» e «Lunga vita alle donne in Afghanistan». Il nuovo ministro dell’interno, Sirajuddin Haqqani, aveva poco prima emanato il divieto di proteste, cortei e manifestazioni, a Kabul e in tutte le province afghane, salvo previa autorizzazione del ministero della giustizia e degli interni. La motivazione è che le manifestazioni «disturbano la vita normale, molestano le persone» e creano problemi di sicurezza. Le conseguenze per i trasgressori, era stato annunciato, «saranno di loro responsabilità». Un documento ufficiale riporta le nuove linee guida per le manifestazioni: almeno 24 ore prima della manifestazione i dimostranti dovranno informare le autorità sugli scopi, gli slogan che saranno utilizzati, il luogo e l'ora dell’incontro. Le proteste di ieri si inseriscono nella serie di manifestazioni che in questi giorni stanno animando le piazze delle città, da quelle che rivendicano i diritti delle donne a quelle contro le violenze in Panshir. Il Fronte di resistenza nazionale dell'Afghanistan ha rivolto un appello alla comunità internazionale, l'Onu e altre organizzazioni regionali e internazionali per fermare il genocidio dei Talebani nella valle del Panshir. Ha quindi definito «illegale» il governo ad interim. La resistenza afferma che i Talebani continuano gli attacchi deliberati e su larga scala contro i civili. Hanno fatto ricorso a una «campagna continua di massacri di persone» in tutta la provincia dopo che la resistenza ha inflitto loro pesanti perdite in diverse parti del Panshir, si legge in una nota.
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